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15 feb 2021
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Unique Concept Wear cambia nome, strategia e business model

Pubblicato il
15 feb 2021

UCW, azienda fondata a Chieti dieci anni fa e co-partecipata al 50% da Tessilform (Patrizia Pepe) e Zeis Excelsa (calzature), si rafforza affiancando allo sviluppo di licenze di brand di abbigliamento nel segmento kidswear nuovi progetti uomo, donna, calzature e accessori per marchi propri o in licenza, con un focus specifico su brand emergenti e startup dall'appeal internazionale.

Francesco Pizzuti


“La pandemia, accanto a tutti i problemi che conosciamo fin troppo bene e che vorremmo poter presto superare, ci ha però portato a poterci concentrare su un processo di cambiamenti su cui riflettevamo da un po’. Possiamo dire di essere entrati in lockdown con un’azienda e di esserne usciti con un’altra, sicuramente diversa, più lucida e con orizzonti più vasti davanti a sé”, ha spiegato a FashionNetwork.com Francesco Pizzuti, Amministratore Delegato di UCW. “I fondamentali non cambiano, anzi diventano i pilastri sempre più forti su cui basare i progetti presenti e futuri dell’azienda; quello che si allarga è il focus che sinora era concentrato sul mondo kids e sui brand fashion in licenza, che oggi invece guarda con attenzione anche a opportunità che arrivano da menswear, womenswear e footwear. Un altro passaggio importante che segna un decisivo cambio di pelle è la decisione strategica di non sviluppare più unicamente business su licenza ma di individuare progetti in cui sia possibile acquisire una quota o la totalità del brand”, precisa l'AD.

Con il nuovo corso della società cambia anche il suo nome: Unique Children Wear diventa, infatti, Unique Concept Wear (ma l'acronimo resta invariato), per sottolineare la nascita di un hub che opera a 360 gradi, apaziando dal bambino all'adulto, per la progettazione, la produzione e la commercializzazione di brand propri, in licenza o in co-proprietà. Sarà importante il focus sulle startup che abbiano potenzialità di crescita worldwide, una creatività molto forte e che, pur avendo dimostrato di sapersi distinguere nel mercato, sono carenti dal punto di vista industriale e necessitano di un partner (industriale e commerciale) per fare il necessario salto di qualità.

Primo deal del nuovo corso è il recente accordo di licenza quinquennale con il brand di abbigliamento donna Nolita. “Partiamo da Nolita con un progetto che vuole rendere più compatte le collezioni primarie e rinnovare il prodotto, in modo continuativo, attraverso micro capsule all’interno del punto vendita. Il debutto di questo percorso, che si concretizzerà già da aprile prossimo, vedrà la capsule Primavera/Estate 2021 composta solo da 14 capi mirati e con una proposta precisa e concreta” ha precisato Lorenza Chiavarini, direttore artistico di Nolita. L'accordo tra Nolita e Unique Concept Wear segna il rilancio del brand sul mercato italiano oltre al debutto della piattaforma e-commerce. Nel 2022 lo sviluppo sarà concentrato sui mercati oltre confine, grazie a una selezionata rete di agenti e distributori, con focus su Spagna, Nord Europa e Paesi Arabi. L'obiettivo è quello di raggiungere, a regime, una quota export di circa il 65%. UCW ha anche una possibile opzione d’acquisto del marchio Nolita.
 

Nolita SS2021


“Oltre a Nolita, stiamo portando avanti altri due progetti: la licenza per la produzione e distribuzione, sempre worldwide, del brand di footwear Cult Bolt, per il quale abbiamo fatto una capsule per l’AI 2021 di 25 capi di abbigliamento genderless in modo da ampliare l’attuale proposta che era focalizzata solo sulle calzature, e poi Virtus Palestre, per cui produciamo l’adulto e il bambino. Pensiamo sempre ad un ragionamento con più drop, con il lancio di un paio di capsule a stagione all’interno della main collection”, ha precisato Francesco Pizzuti.

Unique Concept Wear continuerà, poi, a portare avanti un piano di espansione per le linee junior di Patrizia Pepe, prodotte in licenza. Si concluderà, invece, con la PE 2021 l’accordo di licenza kids con Marcelo Burlon, a causa di un cambio di strategia dopo la vendita dell’azienda e con l’AI 2021 quello con Douuod, anche in questo caso per motivazioni legate all’assetto azionario della casa madre.

UCW, che ha sempre venduto più del 60% delle sue collezioni all’estero, è riuscita ad archiviare il 2020 con un calo di fatturato contenuto, che si è attestato ad un -20%. “Il 2021 è tutto da giocare, pensiamo di chiudere in linea con il 2020, anche perché l’azienda sta cambiando pelle per cui la qualità dei numeri che svilupperemo sarà diversa e tutto in divenire”, ha concluso Francesco Pizzuti.

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