Pubblicato il
19 lug 2012
19 lug 2012
Uniqlo punta a più di 1.000 negozi nella Grande Cina
Pubblicato il
19 lug 2012
19 lug 2012
La volontà del presidente di Fast Retailing, Tadashi Yanai, di fare di Uniqlo il numero uno mondiale della moda davanti a Gap, Zara ed H&M, passa sicuramente per gli Stati Uniti e l'Europa, ma anche e soprattutto per l'Asia. In un'intervista al “Financial Times”, il patron giapponese ha annunciato di voler aprire più di 1.000 negozi nell'area della cosiddetta Grande Cina nei prossimi anni, dove ne conta già 136, e più di 1.000 anche nel resto dell'Asia, dove ne annovera 181.
Uniqlo a Tokyo |
Secondo questa intervista, Tadashi Yanai considera l'espansione vertiginosa in Asia come il miglior auspicio per il Giappone di superare il proprio declino. "E' quello che chiamo la febbre dell'oro", sottolinea, alludendo all'esplosione dei consumatori della classe media. "In Giappone ci sono 100 milioni di persone. L'Asia dispone di 4 miliardi di persone. Almeno un terzo, forse quasi la metà, diventerà la classe media e ciò costituisce una grande opportunità per gli uomini d'affari giapponesi".
L’espansione internazionale nelle maggiori capitali ha anche l'obiettivo di dare prestigio ad Uniqlo e al Giappone stesso. "Abbiamo cambiato molto in Giappone. Non siamo più una catena che propone vestiti scialbi e banali. Ma la vecchia immagine di Uniqlo continua a permanere", sottolinea.
Per il presidente di Fast Retailing, la realizzazione di aperture in location strategiche, a New York e a Parigi per esempio, significa che Uniqlo possiede la capacità di mettersi sullo stesso piano di marchi importanti, anche di brand di lusso, come Gucci e Tiffany. Sperando che questo si capisca fino a Tokyo.
Infine, Tadashi Yanai insiste sull'alto livello di qualità del savoir-faire e dunque dei prodotti giapponesi, che danno una grande opportunità ai marchi di questo Paese per far concorrenza con successo ai marchi occidentali. "Il livello di qualità che i consumatori si attendono è probabilmente il più alto al mondo", insiste. Lo stesso vale per lo stile. Per il presidente di Fast Retailing, i giapponesi conoscono bene la moda occidentale, ma non ne sono schiavi. "Noi possiamo portare delle nuove combinazioni, delle nuove scoperte", puntualizza. "Penso che sia qualche cosa che solamente i giapponesi possono fare".
Jean-Paul Leroy (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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