Adnkronos
10 mag 2010
Unioncamere, in 2010 aumento assunzioni ma saldo resta negativo
Adnkronos
10 mag 2010
Sono 830mila le assunzioni previste dalle imprese italiane nel 2010 (50mila in più di quelle messe in conto nel 2009), e le uscite in linea con quelle dello scorso anno.
Il risultato è negativo (173mila posti di lavoro in meno, -1,5% il calo atteso per l'occupazione), ma la contrazione dei posti di lavoro dovrebbe essere inferiore a quella del 2009 (quando la flessione prevista ha toccato il -2%). Buone le previsioni formulate dagli imprenditori manifatturieri e commerciali, che al secondo trimestre del 2010 guardano con atteggiamento positivo. Questi alcuni dei dati principali che emergono dalla lettura del Rapporto Unioncamere 2010, il dossier sullo 'stato di salute' del sistema Paese, diffuso in occasione della 8a Giornata dell'Economia.
Registriata una lieve ma apprezzabile ripresa delle assunzioni: 50mila unità in più, con la particolarità che di queste assunzioni aggiuntive, il 42%, oltre 21mila, è destinato a figure ad alta specializzazione professionale. Come dire che le imprese che si stanno rimettendo in moto nel 2010 sono già in cerca di personale, da inserire soprattutto nelle funzioni aziendali che servono a governare i processi più complessi. La qualità da sola, però, non basta più. I nostri campioni del made in Italy si rendono conto che la qualità può garantire competitività.
Secondo le elaborazioni sui dati dichiarati dalle prime 40mila imprese interpellate nell'ambito del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro, il tasso di entrata si attesterà nel 2010 poco sopra il 7% (era il 6,8% nel 2009), mentre il tasso di uscita si colloca all'8,6% (era l’8,7% lo scorso anno), arrivando a un saldo del -1,5%.
A ridursi sarà soprattutto l'occupazione delle imprese industriali (-2,5%) rispetto a quelle delle attività terziarie (-0,7%). All'interno della manifattura, il picco più negativo dovrebbe essere quello dell'edilizia: -3,7% la flessione stimata rispetto all'anno scorso.
Ancora in difficoltà le imprese del made in Italy come il 'sistema moda', l'arredamento, i beni per la casa e il tempo libero, interessate da riduzioni comprese tra -2,7% e il -3%. In linea con la media dell'intero settore manifatturiero dovrebbe, invece, collocarsi la lavorazione dei metalli e della meccanica, mentre inferiore alla media dell'industria (intorno al -1%), è la flessione rilevata in settori che si sono mostrati più al riparo dalla crisi internazionale, come la filiera dell'energia e la chimica e farmaceutica.
A livello territoriale, sembra essere il Centro l'area in cui la flessione occupazionale dovrebbe essere più contenuta (-1,3%). Al Nord, invece, dovrebbe attestarsi intorno alla media nazionale (-1,5%), mentre dovrebbe aumentare leggermente nel Mezzogiorno (-1,6%). Piccole e piccolissime imprese, comprese quelle artigiane, mostrano infine la più intensa contrazione di posti di lavoro (-2,4%), soprattutto tra le unità manifatturiere (-4%).
In questa fase congiunturale difficile, osserva Unioncamere, le imprese comunque continuano a puntare a una maggiore efficienza, possibile elevando la qualità delle assunzioni. Nel 2010, infatti, la contrazione occupazionale prevista per operai e personale non qualificato sembra superare il 2% (-2,1%), mentre quella relativa alle professioni 'medium e high skills' scenderebbe sotto all'1% (-0,9% per i dirigenti e -0,6% per impiegati e tecnici).
Copyright © 2024 AdnKronos. All rights reserved.