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Gianluca Bolelli
Pubblicato il
25 lug 2021
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Unilever: l’utile del primo semestre ridotto da cambi e costi

Di
AFP
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
25 lug 2021

Il gigante dei cosmetici e dell'alimentazione Unilever ha registrato una diminuzione del proprio utile nel primo semestre a causa di effetti di cambio negativi e di una inflazione dei costi.

Hourglass


Nei primi sei mesi dell'anno, l'utile netto parte del gruppo è sceso del 5% anno su anno, a 3,1 miliardi di euro, secondo un comunicato di giovedì scorso.
 
Il fatturato di Unilever è cresciuto solo dello 0,3%, a 25,8 miliardi di euro, in gran parte a causa di effetti valutari sfavorevoli, con il gruppo che sostiene che questo dato sarebbe stato molto più alto a tassi di cambio costanti.

I margini hanno risentito molto anche degli investimenti nei marchi effettuati dal gruppo, ma anche dell'inflazione nei costi delle materie prime, degli imballaggi e della distribuzione.
 
I costi dei trasporti, in particolare, sono in aumento, e i prezzi del petrolio e del carburante sono rimbalzati in alto in modo significativo nell'ultimo anno.
 
Ad agosto sono aumentati anche i costi fissi legati al covid-19, che così hanno pesato sui margini.
 
L'amministratore delegato Alan Jope ha affermato che le vendite online del gruppo sono aumentate del 50% su base annua nei primi sei mesi dell'anno e che questa modalità di commercializzazione rappresenta ora l'11% del totale.
 
Il gruppo sottolinea nel proprio comunicato che l'ambiente operativo nei suoi vari mercati “ha mostrato dei miglioramenti, ma resta cangiante. Le restrizioni alla vita quotidiana continuano in tutto il mondo, con un impatto sui canali di distribuzione, la ripartizione delle vendite e il comportamento dei consumatori".
 
Unilever nota che le restrizioni in India hanno pesato molto nel secondo trimestre, ma sono meno stringenti rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, mentre in Cina “la normalizzazione è continuata, ma la crescita è ancora inferiore rispetto al pre-Covid”.
 
I mercati in Nord America ed Europa hanno perso rispetto alla prima metà dello scorso anno, poiché le prime e rigorose misure di contenimento avevano aumentato la domanda di prodotti per l'igiene o di cibo.
 
Il gruppo osserva un aumento delle sue vendite in Sud America, ma rende note difficoltà nel sud-est asiatico, in particolare in Indonesia, dove “ampie zone del Paese sono in lockdown” a causa dell'impennata dei casi di coronavirus.
 
“Siamo convinti di poter generare una crescita delle vendite di base nel 2021 (...) entro i nostri obiettivi pluriennali dal 3 al 5%, nonostante gli effetti di confronto sfavorevoli nel secondo trimestre”, aggiunge Jope.
 
La volatilità dei costi è un altro fattore di incertezza, ma “la stiamo gestendo in modo dinamico e speriamo di mantenere un margine operativo stabile nel 2021”, conclude Jope.
 
Unilever, casa madre dei prodotti per la pulizia Cif o Omo, dei deodoranti Axe, dei gelati Magnum e dei tè Lipton, “ha sperimentato fortune diverse e alterne nei Paesi che hanno affrontato la pandemia in modo diverso”, osserva Richard Hunter, analista di Interactive Investor.
 
Hunter ha salutato con favore la decisione di separare i tè e alcuni prodotti di marchi di skincare in una branca societaria a parte, “che consentirà al gruppo di concentrarsi sui suoi segmenti chiave”.

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