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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
24 gen 2022
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Una domenica a Parigi: Alaïa magnifico, Paco Rabanne emancipato

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
24 gen 2022

La stagione dell'abbigliamento maschile di Parigi non era ancora terminata e la stagione dell'alta moda non ancora iniziata. Tuttavia, domenica sera la città ha potuto assistere a due straordinarie sfilate di prêt-à-porter femminile, grazie a Paco Rabanne e Alaïa.
 
Alaïa
 
Dicono che la bellezza è negli occhi di chi guarda. Ebbene, c'era un intero pubblico di spettatori chez Alaïa ad assistere a uno show davvero magnifico di Pieter Mulier, autore della sua seconda collezione per la maison francese.

Alaïa, Autunno-Inverno 2022 a Parigi - Go Runway


Quando ha debuttato lo scorso luglio 2021, Mulier ha interpretato con rispetto molti dei codici chiave di Alaïa. Questa volta, ha coraggiosamente creato una collezione Autunno/Inverno 2002 splendida, sexy e sontuosa, che è stata un successo assoluto.
 
La sua capacità di lusingare e migliorare la figura ha fatto sembrare tantissime modelle del cast delle vere dee dei giorni nostri. Pochi designer hanno mai avuto più occhio di Azzedine per una grande modella, e questa tradizione continua con Pieter, che ha riunito un brillante cast di stelle giovani e mature.

C'era un forte senso di attesa nell’aria prima ancora che il défilé iniziasse, visto che personaggi del calibro di Naomi Campbell e Kim Jones hanno preso posto nella prima fila di questo show allestito sotto il quartier generale di vetro di Alaïa in Rue de Moussy, nel Marais, e fuori nel suo cortile.
 
Mulier ha aperto con valchirie e amazzoni in body monospalla con mega pantaloni svasati a una gamba, abiti da flamenco in pizzo bianco elasticizzati, e camicie da uomo dal colletto super alto abbinate a pantaloni da flamenco in denim.
 
Il designer ha avvolto il busto in un volume perfettamente equilibrato, per esempio in cappotti in pelle verniciata color rosa tenue e nero stropicciato.
 
Anche se il più favoloso era un cappotto da generale a doppio petto color blu notte, indossato dalla supermodel veterana Elise Crombez. Troppi volumi recenti nella moda sono stati bizzarri, questo è stato semplicemente straordinario.
 
“Penso ad Azzedine come alla figura paterna di questo luogo. E penso anche a mia madre. Con questa collezione ho voluto unire il nostro retaggio, le nostre storie. Dialogare con il passato. Le ispirazioni. Le arti. Scrivere insieme il futuro. Creare e sperimentare. Seguire una ricerca. Di bellezza e moda. Niente di più”, ha spiegato Mulier, in una nota di programma agli ospiti.
 
Anche quando ha preso le idee direttamente da Azzedine, come gli abiti da sera in pizzo elasticizzato, Peter ha aggiunto i suoi colpi di scena sexy e robusti, come l'aggiunta di stivali giganti in pelle o corsetti di pelle trapuntati.
 
Prima che apparisse un quintetto davvero sbalorditivo di abiti a V, ricamati a mano con schizzi metafisici che arrivavano fino ai colletti che coprivano la bocca, in un gioco visivo sulle mascherine anti-Covid. Mulier non ha nemmeno avuto paura di inserire un po' di umorismo, come nell’arruffato stivaletto da yeti in montone. Tutto anche molto commerciale, con jeans in denim con gamba a cilindro che si trasformavano in costumi da bagno neri a due pezzi, o sensazionali giubbotti da femme fatale in nylon nero.
 
Insomma, un successo inequivocabile. Non c'è da stupirsi dunque se abbiamo visto il CEO Myriam Serrano e Philippe Fortunato, presidente della divisione moda del gruppo del lusso Richemont, che possiede Alaïa, in uno stato d'animo così esuberante prima della sfilata.
 
Anche con le mascherine addosso, sembravano sempre sorridenti, come gatti davanti a enormi ciotole di latte.
 
Paco Rabanne
 
Forse è più facile scrivere di questa collezione di Paco Rabanne che indossarla, ma in qualche modo è stata comunque una grande dichiarazione di stile.

Paco Rabanne, Autunno-Inverno 2022 a Parigi - Go Runway


Il designer di Paco Rabanne, Julien Dossena, è sicuramente ricco di talento e vanta un'immaginazione estremamente fertile. Combina epoche e materiali con grande abilità e audacia per creare abiti sorprendenti che in ogni look urlano ai quattro venti di essere parte dell'alta moda francese.
 
Prendiamo due tra i suoi outfit d’apertura: una splendida giacca in crêpe maculata e drappeggiata, abbottonata in alto, che si apre con una cerniera lampo sotto la vita per rivelare una gonna frou-frou; o un audace maglia antracite da insegnante di scuola con colletto in pizzo, che si trasforma in una tuta aderente grazie ad un elemento grigio chiaro.
 
Seguono giacche e frac di seta perfettamente proporzionati abbinati a minigonne plissé; abiti con cappotti in bouclé di lana; e magliette arricciate con fiori fluttuanti. Tutto tagliato sopra la coscia.
 
Presentato a un pubblico di circa 160 ospiti, con il distanziamento sociale scrupolosamente applicato, lo show è stato messo in scena ad arte. La scelta è stata di trasformare una svettante ala del soffitto del modernista Palais de Tokyo in un tunnel lungo e stretto color malva con il soffitto illuminato. Però l'illuminazione è aumentata pochissimo quando sono apparse le modelle, e così si è assistito alla maggior parte dell’evento in una fosca penombra scarlatta o viola. Stranamente inefficiente.
 
In ogni posto c'era uno dei nove nuovi profumi della maison: una linea chiamata “PacCollection”, ciascuna delle quali termina con Me, con nomi come “Major”, “Blossom” e “Dandy”.
 
“Le fragranze PacCollection esprimono un senso di individualismo emancipato”, ha commentato Dossena nella sua breve nota di programma. Frase ottima anche per riassumere lo spirito di questi vestiti: emancipati al massimo.
 
Dossena è uscito per l’inchino di saluto sommerso da applausi fragorosi. Non si può criticare la sua audacia e coraggio. Ma non è certo un maestro del merchandising. È necessario il corpo di un modello giovane e agile per far funzionare questi vestiti, ma data la loro fascia di prezzo il loro mercato di riferimento è di una ventina d’anni più attempato.

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