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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
10 set 2021
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Una Fashion Week di Berlino con al centro l’ecosostenibilità

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
10 set 2021

Al momento, l’attualità tedesca ruota principalmente intorno alla politica, perché si avvicinano le elezioni in cui i cittadini sceglieranno il successore di Angela Merkel.

 


Ma questa settimana al centro dell’attenzione in Germania c’era anche la moda, con la Mercedes-Benz Fashion Week, durata tre giorni ed organizzata in una Berlino tappezzata di manifesti politici che annunciavano un'elezione dal risultato così serrato che gli esperti rinunciano a pronosticarne l'esito.
 
Sotto il regno di Angela Merkel, rimasta al potere per 16 anni, la Germania ha assunto una posizione dominante in Europa. Tuttavia, lo stesso non vale per la moda: è difficile capire perché la cultura tedesca, che esercita un’influenza importante sul mondo delle belle arti, dell'architettura o della fotografia, nel campo della moda sotto l'era Merkel si è come ripiegata su sé stessa.

Quando la Cancelliera saliva al potere, Karl Lagerfeld organizzava le più grandi sfilate del mondo per Chanel, il marchio più importante nel settore della Haute Couture, Jil Sander aveva fondato e conduceva la moda femminista, e Berlino stava vivendo un boom nei suoi locali notturni e nella sua moda urbana. Oggi, i pochi giovani designer del Paese - Luke e Lucie Meier di Jil Sander, GmbH fondata da Serhat Isik e Benjamin Huseby, recentemente reclutati da Trussardi, o designer indipendenti come Lutz Huelle - si stanno tutti facendo strada all'estero.
 
Quale giovane designer tedesco è mai arrivato in finale nel Premio LVMH, il più prestigioso riconoscimento del pianeta per i talenti emergenti della moda?

La collezione di airbag riciclati Mercedes-Benz x Heron Preston - DR


Proviamo a dare una spiegazione: nell'ultimo decennio, i tedeschi si sono mostrati piuttosto ostili al cambiamento. In un mondo incerto, la loro economia ha prosperato e hanno rieletto la Merkel quattro volte. Ma la moda prospera solo in un contesto di costante cambiamento.
 
In questa stagione abbiamo potuto scoprire i primi semi di una rinascita in un campo particolarmente importante per la Germania: l'ambiente. Il movimento ecologico globale è nato con i Verdi tedeschi. Le loro idee su sviluppo sostenibile, riciclo e approvvigionamento locale ed equo-solidale hanno permeato molte collezioni presentate al Kraftwerk, un'ex centrale elettrica situata nell'ex Berlino Est, il centro nevralgico della Fashion Week. Una concept car Mercedes-Benz prodotta in collaborazione con il DJ e designer Heron Preston, che ha anche progettato una capsule collection di airbag riciclati provenienti da rimanenze del costruttore automobilistico, occupava un posto di rilievo nello spazio in cemento grezzo.
 
Si è fatta notare l'etichetta Lutz Morris, guidata da Tina Morris, sorprendente designer di accessori tornata a Berlino dopo aver lavorato per due decenni a New York per marchi come Calvin Klein e Issey Miyake. Autoproclamatosi marchio di lusso Made in Germany, Lutz Morris acquista quasi esclusivamente pelli tedesche (le sue bag sono realizzate nella Foresta Nera), lavora con artigiani locali e vende il 90% delle sue bellissime borse su Internet.

Fassbender, Primavera-Estate 2022 - FASSBENDER


O ancora MOOT, che significa “Made Out Of Trash” (“Fatto di spazzatura”, ndr.), il cui fondatore Michael Pfeifer si è unito proprio a Tina Morris nell'ambito di una tavola rotonda organizzata al Kraftwerk, insieme a Julia Leifert e Mira von der Osten di Cruba, per “Create Revolutions in the Berlin Argument” (“Creare rivoluzioni nella disputa di Berlino”, ndr.), un marchio che utilizza la tecnologia 3D. La loro conversazione ha ruotato attorno alla moda e al passaggio al digitale, ed è stata moderata dal direttore della rivista Der Spiegel, Philipp Löwe. Michael Pfeifer è arrivato vestito con una maglietta tagliata da un vecchio lenzuolo, pantaloni ricavati da vecchie tende e una giacca - piuttosto elegante – realizzata partendo da una vecchia coperta di lana.
 
Sono stati organizzati molti dibattiti al Kraftwerk, in modo da permettere ai leader del settore di definire la propria strada da seguire. Tutti gli incontri si sono svolti sotto gli auspici del Fashion Council Germany, il cui presidente, Christiane Arp, è l’ancora stimatissima ex direttore dell’edizione tedesca di Vogue.
 
L'anno scorso, dopo una decisione a sorpresa che ha scioccato l'intero settore, l’inventivo salone professionale Premium si è trasferito nella capitale finanziaria del Paese, Francoforte, con i suoi organizzatori che hanno lamentato pubblicamente la mancanza di sostegno alla moda da parte dell'amministrazione locale - di sinistra - a Berlino.
 
Tuttavia, la Berlin Fashion Week, ora supportata dal Senato di Berlino, è riuscita a organizzare una dozzina di sfilate, tra cui quelle di William Fan e Fassbender. Quest'ultimo ha mescolato la superbia dell’aristocrazia anseatica con il brio delle Isole Baleari in una collezione ispirata a Ibiza.
 
Audaci pantaloni a righe blu scuro e gilet abbinati, fluenti cappotti di alpaca provenienti da allevamenti che rispettano gli animali e abiti da flamenco blu, vorticosi ed eleganti: è la qualità complessiva della collezione che ha fatto di questa sfilata un successo.
 
Fiona Bennett

Fiona Bennett


Poca azione sulle passerelle allora, ma c'era molto da vedere altrove, a cominciare da Fiona Bennett, la modista più famosa della città, il cui arioso negozio nel quartiere di Schöneberg è una tappa obbligata quando si visita Berlino.
 
Nata in Gran Bretagna e cresciuta a Brighton, Fiona Bennett si è trasferita con la sua famiglia a Berlino prima della caduta del muro. Lì ha appreso le tecniche classiche della creazione di cappelli, che si possono ancora percepire in questi superbi fedora in feltro da uomo, che ricordano i dipinti di Otto Dix e i ragazzacci di Cabaret.
 
Ma ciò che sarà particolarmente ricordato sono i suoi spettacolari cappelli di paglia conici, realizzati in Ghana.
 
“Questa è la definizione stessa di sviluppo sostenibile: i cappelli sono realizzati da veri esperti di tessitura, un gruppo di paesani che vive in un villaggio in campagna”, sorride Fiona Bennett, le cui creazioni hanno già sfilato alle sfilate di Wolfgang Joop e Michael Michalsky.
 
Osservando le sue meravigliose composizioni degne di My Fair Lady e i suoi delicati fiori di paglia ideali per i matrimoni estivi, bisogna arrendersi all’evidenza: Fiona Bennett non ha usurpato il suo posto nella cerchia delle più grandi modiste del mondo.
 
Working Title

Foto: Working Title


Working Title è uno di quei brand che catturano l'eleganza urbana della Berlino contemporanea. L'etichetta è stata fondata da una coppia molto trendy, composta da Antonia Goy e Bjoern Kubeja.
 
Il duo lavora in un laboratorio estremamente funzionale, uno spazio condiviso con artisti plastici e grafici a due passi dall'ufficio della Cancelliera Merkel.
 
“La nostra principale influenza è la città di Berlino, la sua energia e la sua architettura, i suoi giardini e i laghi circostanti”, spiega Bjoern Kubeja.
 
Concentrandosi su tessuti di lusso unici - come lane perfettamente pieghettate o cotoni organici - Working Title propone un guardaroba sofisticato per professionisti urbani, con una vestibilità impeccabile. Ricordiamo in particolare le magnifiche camicie mascoline da donna. Ogni look sembra fatto su misura per un vernissage, un ristorante chic o una serata trendy.
 
Natascha von Hirschhausen

Foto: Natascha von Hirschhausen


Natascha von Hirschhausen, che ha abbracciato il concetto di confezione a rifiuti zero, è fermamente impegnata nel campo della moda sostenibile.
 
Su un esempio di taglio assistito da computer (CAD/CAM) che la designer ci ha mostrato, capiamo che l'industria generalmente spreca fino al 20% dei suoi tessuti. La stilista berlinese, invece, perde solo lo 0,5% coi suoi tagli, e trasforma i suoi minuscoli scampoli in orecchini.
 
“Quando ero studente, ho fatto uno scambio in Bangladesh, un Paese che amavo per la sua bellezza e la sua gente, ma dove sono rimasto scioccata dai piccoli brandelli di tessuto che ricoprivano il terreno ovunque. È stato allora che ho deciso che qualcosa doveva cambiare”, racconta Natascha von Hirschhausen, durante una visita al suo appartamento-studio nel quartiere residenziale di Wedding, a Berlino Ovest.
 
La sua proposta: una collezione intelligente, dove le plissettature aggiuntive del tessuto aggiungono volume alle sue bluse in seta argento con vita regolabile, ai suoi vaporosi pantaloni da lavoro in denim organico e alle sue superbe felpe con intagli, perfette per uscire nei fine settimana. La designer ha vinto il premio federale dell’ecodesign nel 2017, poco dopo aver fondato la sua casa di moda.
 
William Fan: la moda come cerimoniale

William Fan, Primavera-Estate 2022 - Foto: FashionNetwork.com


William Fan è un cittadino cinese che si è stabilito a Berlino. Per la sua ultima collezione si è ispirato agli abitanti hippie della capitale tedesca.
 
Nel quadro di una delle rare sfilate del calendario berlinese, William Fan ha presentato la sua collezione in un'enorme fabbrica abbandonata, una delle tante in questa città un tempo industriale.
 
William Fan apprezza l'eleganza e taglia i suoi abiti in grandi jacquard, broccati floreali e lane twill scure. Le forme sembrano concepite per una cerimonia, sia da uomo che da donna.
 
Ma la sua idea migliore è stata senza dubbio il cotone dentellato color cemento, utilizzato su abiti che ricordano grembiuli, trench o giacche. I suoi uomini e le sue donne sono vestiti con abiti molto simili: pesanti mantelli sacerdotali di seta o broccato.
 
William Fan padroneggia l'arte della sartoria alla perfezione: lo vediamo nelle giacche militari a mantella, indossate con pantaloni da harem aderenti, o nei cappotti da cardinale in tela di cotone.
 
Nato a Hong Kong, William Fan si è trasferito in Europa per studiare moda, prima di trasferirsi a Berlino e lanciare la propria etichetta nel 2015. Molto noto sulla scena locale, lo stilista non manca di fiducia. La sua ispirazione? Il quartiere in cui vive, il centralissimo Mitte, il cui nome significa "Mezzo" in tedesco.
 
“Siamo rinchiusi da più di un anno. Le persone che mi hanno ispirato di più sono i giovani che vedo camminare nel mio quartiere”, spiega William Fan.
 
E infatti, il suo cast “selvaggio” includeva modelli presi dalla strada, mescolati a professionisti.
 
Marcel Ostertag
 
Ma forse l'evento più strano è stato quello di Marcel Ostertag, la cui sfilata di fronte all'elegante e fatiscente chiesa di Santa Elisabetta è stata in parte sponsorizzata da Opel, una delle marche rivali di Mercedes-Benz.

Marcel Ostertag - Foto: FashionNetwork.com


Svelata in un'atmosfera un po' di maniera, la collezione è stata spesso realizzata negli stessi colori delle auto e ogni ospite ha ricevuto un paio di calzini Opel in un sacchetto regalo. Non sappiamo con certezza come si traduca in tedesco l’aggettivo "fasullo", ma questo termine riassume comunque bene la situazione.

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