Un’odissea sciistica pop nel 2018 per Calvin Klein
Ancor prima che il pubblico si radunasse presso l'edificio della Borsa statunitense, Raf Simons, un tipo spiritoso, aveva anticipato le sue intenzioni per Calvin Klein in questa stagione presentando un invito molto particolare.

Una busta di popcorn nascosta dentro un sacchetto metallizzato argentato con – sorpresa, sorpresa – immagini di Andy Warhol.
Per questa stagione, Simons ha pensato ad uno dei crash paintings dell’artista pop americano, che raffigura un uomo morto fuori da un’ambulanza. Ma sul lato del sacchetto si leggeva “More and More and More” (“Di più, di più e ancora di più”).
Nel pre-show, il feed live-stream presentava anche immagini di una bancarella di popcorn in azione. Il set era qualcosa di diverso: i resti di tre stalle del New England con tanto legname distrutto, ponteggi e ferro contorto. Le sue enormi pareti dipinte facevano in qualche modo pensare alla Factory, il famoso studio di Warhol su Union Square, con su un muro il volto di Ingrid Brant-Sischy, l’ultima direttrice di “Interview”, la celebre rivista di Warhol.
Si è sentito il suono del vento che sibila nella campagna del New England prima che l’azione cominciasse con un pulsante ritmo techno. Poi il buio, e quindi la luce; è apparsa per prima una ragazza con un passamontagna di lana che cammina su neve popcorn mentre indossa un gilé in stile giubbotto da aviatore ed enormi stivali di gomma. La modella è stata seguita da Liya Kebede in un cappotto di finto leopardo. C’era addirittura un hijab leopardato che incontra il cappellino da sci. I copricapi rappresentavano da soli metà della nuova visione creativa. Durante la sfilata si sono potuti ammirare caschetti da vigili del fuoco in metallo argentato, passamontagna lavorati a maglia e persino cappellini metallizzati retrofuturisti.
A Raf piace sempre fare tagli ampi – come nei soprabiti chesterfield con enormi spalline per uomini e donne a quadretti, fatti di tweed e, anche in questo caso, metallizzati. Il set evocava una fredda notte d’inverno, e una dozzina di ragazze erano vestite come per fare un party al calduccio di casa, tra completini da insegnante di scuola (ma proposti con varie fessure fino quasi a rivelare il seno), e completati da passamontagna di maglia rossa; suggestivi abiti da ballo a braccia nude indossati con guanti argentati lunghi fino al gomito; oppure abiti con maniche in stile tonaca di gesuita fatti di tartan rosso o lamé argenteo.
Simons ha ripreso la sua originale tasca a contrasto sulla camicia Western, sebbene indossata sopra colli da polo, e qualche volta persino con un hijab. Lo stilista ha poi presentato una volpe pazza che ballava su un maglione blu a forma di guscio d'uovo e ha terminato il défilé con alcuni abiti stampati in stile Delaunay e una fanciulla che indossava un falso cappotto di coyote. Anche se il colore principale di questa collezione autunnale è stato l'argento. Proprio come il sacchetto dei popcorn.

Simons è uscito a prendere l’applauso finale facendo il suo saluto tipico, vestito con un maglione dopo-sci oversize, e godendosi l’ovazione. Sebbene, in verità, i vestiti mancassero della finezza sartoriale e dei tagli audaci presenti invece nella più incisiva collezione di menswear che lo stilista belga ha proposto per la sua stessa etichetta lo scorso mercoledì. "Questa collezione è un’evoluzione della mia idea di Calvin Klein, di una visione sulla società americana, ma ora più ampia, universale. È un'allegoria per un incontro tra vecchi mondi e nuovi mondi, riferita alla scoperta dell'America, alla corsa allo spazio degli anni '60, e all'era dell'informazione del ventunesimo secolo", ha spiegato il designer.
Simons ha chiaramente riportato nuova emozione in Calvin Klein. Il modo in cui ha riarredato il flagship del brand su Madison Avenue (portandolo dal sembrare un tempio minimalista bianco al diventare un’installazione d’arte giallo canarino strapiena delle toste opere d'arte di Sterling Ruby) ha chiaramente funzionato. Prima lo spazio era vuoto come una cattedrale cattolica a Shanghai; ora è sempre pieno di pubblico, fra curiosi e fashion victim.
Ed è molto coerente e sul pezzo quando comunica un messaggio. La sua ultima campagna pubblicitaria per la primavera-estate mostra una gioventù irsuta fotografata da Willy Vanderperre dentro un fienile abbandonato. Intelligente e fresca, anche se alcuni credono (quelli ci sono sempre) che il brand e il suo team non siano ancora riusciti a raggiungere quello stesso tipo di energia prodotto dalle grandissime e famosissime campagne del passato co-ideate all’epoca dallo stesso fondatore Calvin Klein.
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