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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 dic 2022
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Un'azienda americana ricicla i gas delle fabbriche, che diventeranno anche dei vestiti

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 dic 2022

Nelle decine di barattoli del laboratorio dell'azienda LanzaTech, alla periferia di Chicago, bolle di continuo un liquido beige: miliardi di minuscoli batteri si imbottiscono di gas, che ingeriscono per riciclarlo.

DR


Grazie alla tecnologia sviluppata qui, tre fabbriche cinesi stanno già utilizzando questi microrganismi per convertire in etanolo i gas serra che emettono.
 
Quindi, grazie alle partnership con grandi marchi come Zara o L'Oréal, questo etanolo viene a sua volta trasformato in prodotti di uso quotidiano: bottiglie, prodotti per la casa, pantaloncini sportivi o persino vestiti.

“È chiaro che non avrei pensato, quattordici anni fa, che avremmo immesso sul mercato abiti da sera ricavati dalle emissioni delle acciaierie”, ride Michael Köpke, entrato in LanzaTech quasi agli esordi.

Questa azienda è l'unica americana tra i quindici finalisti del premio Earthshot, creato dal principe William per premiare le iniziative a favore del clima.

Dal suo lancio, LanzaTech e i suoi 200 dipendenti affermano di aver evitato di rilasciare nell'atmosfera 200.000 tonnellate di CO2, producendo invece circa 190 milioni di litri di etanolo.

Una “goccia d'acqua” rispetto alle quantità necessarie per combattere il cambiamento climatico, ammette Michael Köpke, microbiologo.

Ma dopo aver impiegato quindici anni a sviluppare questa tecnica e a dimostrarne la fattibilità su larga scala, l'ambizione odierna è quella di aumentare il numero delle fabbriche che vi partecipano. “Vogliamo arrivare a un punto in cui utilizzeremo solo il carbonio già estratto dal suolo, per mantenerlo in circolazione”, invece di estrarre sempre più petrolio e gas, spiega Köpke.

Batteri “atleti”

LanzaTech paragona la sua tecnologia alla creazione della birra: invece di far fermentare lo zucchero, la materia prima qui sono i gas serra e il prodotto finale è l'etanolo.
 
Il batterio commercializzato è stato identificato decenni fa nelle feci di coniglio. L'azienda lo ha portato in condizioni industriali per ottimizzarne le prestazioni, “un po' come allenare un atleta”, afferma Michael Köpke.

Questi batteri vengono poi inviati sotto forma di polvere liofilizzata alle fabbriche, che si occupano della costruzione di reattori alti diversi metri dove verranno riversati. Le aziende clienti raccoglieranno in seguito i frutti della vendita dell’etanolo.

I siti cinesi sono un impianto siderurgico e due impianti di ferroleghe. Altri sei siti sono in costruzione, tra cui uno in Belgio, per uno stabilimento di ArcelorMittal e un altro in India, della Indian Oil Company.
 
Poiché i batteri possono ingerire CO2, monossido di carbonio o idrogeno, il processo è molto “flessibile”, più di “qualsiasi altra tecnologia di conversione del gas”, spiega Zara Summers, vicepresidente scinetifica di LanzaTech.
 
La materia prima può essere “spazzatura”, che viene gassificata, "rifiuti agricoli, oppure i gas rilasciati da qualsiasi industria pesante”, spiega.
 
Le varie partnership instaurate hanno già permesso di creare, da questi gas, prodotti per la casa venduti sugli scaffali della grande catena di supermercati Migros, o addirittura due collezioni di abiti per Zara. Venduti a circa 90 dollari, sono realizzati con poliestere ricavato per il 20% da questi gas catturati.

Secondo Zara Summers, l'umanità “avrà sempre bisogno di carbonio”, ma “in futuro, l'idea è che non andrà più perso (...). Invece di rilasciarlo nell'atmosfera, mettiamolo nei prodotti!”.
 
Carburante sostenibile

LanzaTech ha anche fondato una società separata, Lanzajet, per utilizzare l'etanolo generato come carburante per l’aviazione (“Sustainable Aviation Fuel”, SAF). Aumentare la produzione globale di carburante sostenibile costituisce un’immensa sfida per questo settore, che cerca di “ecologizzare” se stesso.

L'obiettivo dell'azienda è produrre circa 3,8 miliardi di metri cubi di carburante all'anno entro il 2030. A differenza del bioetanolo prodotto da grano, barbabietole o mais, quello da gas non prende il posto delle coltivazioni.

Per LanzaTech, la prossima sfida è commercializzare batteri che producono prodotti diversi dall'etanolo. Migliaia di ceppi diversi vengono così testati nei suoi laboratori.
 
“Abbiamo già dimostrato di poter produrre più di 100 sostanze chimiche”, spiega Michael Köpke, il quale è particolarmente entusiasta dell'idea, ancora in fase di sviluppo, di poter trasformare i gas direttamente in etilene, “il prodotto chimico più utilizzato al mondo” (per bottiglie, imballaggi, ecc.), la cui produzione genera oggi “quasi altrettanta” CO2 dell'aviazione.

Attualmente, l'etanolo di LanzaTech deve essere trasformato in polietilene, ma così questo passaggio potrebbe essere saltato - e risparmiare ancora più energia.

Con AFP 

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