13 set 2019
Umbro festeggia i 95 anni con una mostra a Milano
13 set 2019
95 sono gli anni di Umbro, ma anche le sue maglie di calcio in mostra al Base di Milano, dal 12 al 14 settembre. Sintomo di una ritrovata vitalità per il marchio inglese di sportswear fondato nel 1924 dai fratelli Humphreys che, grazie a New Age (licenziatario Diadora, Laura Biagiotti, Solo Soprani e Paul Martin), si sta rilanciando sul mercato italiano.
L’azienda pugliese, che l’anno scorso ha acquisito la licenza del brand per l’Italia, sta lavorando a ritmi serrati per impostare “un progetto commerciale su tutti i segmenti distributivi e tutte le categorie di prodotto, in contrasto con la politica dei precedenti licenziatari”, ha raccontato a FashionNetwork.com il country manager Umbro Italia, Francesco Montanaro.
“L’Italia è considerato un k-market in Europa e pensiamo, nel medio termine, di acquisire una significativa quota di mercato sull’area geografica di riferimento”’, ha aggiunto Montanaro.
L’esposizione al 34 di via Bergognone, realizzata da Nss Sports e Classic Football Shirts, ripercorre la storia del brand attraverso le sue iconiche divise, che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del calcio europeo: dal colletto alzato di Eric Cantona al Manchester United ai pattern stravaganti di USA 94 fino all’eleganza della Nazionale inglese, insieme alle maglie di Inter, Lazio e Napoli di inizio anni ’90.
La mostra è accompagnata da talk con esperti del settore, un workshop di jersey custom e un’area gaming dal sapore nostalgico. Umbro è oggi presente in circa 500 punti vendita multimaca, mentre a gennaio 2020 aprirà il suo primo store di vendite online, “prevalentemente B2C, che impegnerà notevoli energie finanziarie da parte di NewAge”, ha rivelato Montanaro.
Dal prossimo anno, infine, “saremo in grado di incominciare a valutare nuove aree di investimenti in marketing e comunicazione che riteniamo possano permetterci di approcciare il tema dello sponsoring in maniera più impattante soprattutto per quanto riguarda l’ambito del calcio”, conclude Montanaro.
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