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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 lug 2022
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Ultime sfilate dell’alta moda di Parigi: Fendi, Vetements, Yuima Nakazato e Franck Sorbier

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 lug 2022

Giovedì, con Fendi si è abbassato il sipario sulle principali sfilate della stagione parigina dell'alta moda per l’Autunno-Inverno 2022/23. I cinque giorni di défilé hanno anche mostrato un'orgogliosa e incisiva collezione di prêt-à-porter di Vetements l'ultimo giorno.
 
Fendi: l’Oriente incontra l’Occidente
 
Il couturier di Fendi, Kim Jones, ha guardato a est in questa stagione, molto lontano da Roma, oltre i confini dell'Impero Romano, e persino nell'antica città di Kyoto, per trovare ispirazione.

Fendi - Autunno-Inverno 2022/23 - Haute Couture - Parigi - © PixelFormula


Una sfilata, allestita all'interno dell'ex Borsa di Parigi, segnata dai nuovi brillanti gioielli disegnati da Delfina Delettrez Fendi, che fa parte della famiglia fondatrice, e che invece ha fatto riferimento all'Antica Roma.
 
Lo show è certamente iniziato con eleganza, con un quartetto di abiti color caramello dal taglio impeccabile, che comprendeva un meraviglioso tailleur pantalone nella vigogna più cremosa impreziosito da un abbagliante collier, e un abito molto fine abbinato ad alcuni orecchini delle dimensioni di una stalattite. Anelli di diamanti a forma di tirapugni sulle dita, e in mano pochette in visone caramello. Il proprietario di Fendi, il sempre impassibile CEO di LVMH, Bernard Arnault, ha apprezzato così tanto questo debutto che lo ha filmato col suo iPhone.

Quasi tutto il resto della collezione era dedicato agli abiti da sera. La grande idea di Jones è stata sposare elementi di tessuti per kimono, stampe a mano Kata Yuzen, pannelli di seta tradizionali e molteplici immagini di foglie.
 
Nelle sue note al programma, Jones ha affermato di voler tracciare paralleli “tra Oriente e Occidente, maschile e femminile, naturale e artificiale, tradizione e modernità, proprio attraverso l'Autunno-Inverno”.

Fendi - Autunno-Inverno 2022/23 - Haute Couture - Parigi - © PixelFormula


I risultati sono stati incostanti, anche se a volte molto raffinati, come nel caso dei luminosi abiti da cocktail realizzati brillantemente con fiori di cristallo, e clutch e scarpe a tacco alto abbinate. Tuttavia, una serie monocromatica di abiti a colonna in giallo canarino o menta piperita lasciava molto a desiderare. In una stagione che continua a fare riferimento agli anni '30, questi abiti sembrano risalire a 30 anni fa. E mentre il finale fatto di outfit in maglia di rete a multi-cristalli funzionerà bene in fotografia, la trasparenza dei look li ha resi difficili da indossare per la maggior parte delle donne.

A volte, sembrava che la vera protagonista del défilé fosse la scintillante pioggia di pavé e diamanti baguette bianchi e gialli di Delettrez Fendi. E il virgulto della famiglia fondatrice ha anche proposto il logo F rovesciato inventato da Karl Lagerfeld nel 1965.
 
Tutto sommato una collezione lussuosa, ma una dichiarazione di moda non molto significativa. Non importa se cinque dirigenti di LVMH hanno passato la sfilata ad annuire con compiaciuto entusiasmo melodrammatico.
 
Vetements: da Barbie a Barbès
 
Per un gentiluomo che una volta era considerato un dirigente d’azienda, la collezione di Goram Gvasalia per Vetements era dannatamente buona.

Vetements - Autunno-Inverno 2022/23 - Haute Couture - Parigi


Piena di tutto il glamour gotico oversize grazie al quale suo fratello Demna ha reso famoso il marchio. Ma tagliato con meno esagerazione, e quindi più alla moda che grottesco.
 
La scelta dei modelli ha aiutato - quello che i francesi chiamano “un casting sauvage” - con molti punk teatrali dai capelli a punta e un dongiovanni hipster i cui capelli erano stati gelatinizzati fino a farli diventare un'asta alta mezzo metro. E, con qualche acclamazione è apparsa anche Ireland Baldwin. Goram ha rivelato nelle sue note del programma che all'età di cinque anni, con sgomento dei suoi genitori, ha speso tutti i suoi risparmi per acquistare la casa di Barbie Malibu di sua cugina, spinto dalla sua ossessione per Kim Basinger, la mamma di Ireland.

Le creazioni sono state presentate ad alta velocità all'interno di quel che resta del tanto deplorato negozio discount dell’insegna Tati nel quartiere cheap di Barbès. I seguaci del filosofo economico Joseph Schumpeter avrebbero adorato questa tempesta di “distruzione creativa”. Lo sgombero di un tempio dell'establishment, rimpiazzato da un Giovane Turco della moda.
 
Per la prossima primavera, aspettatevi che le seguaci di Vetements indossino camici da chirurgo con power shoulders su jeans denim super larghi; e poi tailleur zebrati da grand guignol con gonne enormi e stivali giganti da supereroina.
 
Per i ragazzi, blazer a righe gessate da banchiere con revers larghi otto pollici indossati su jeans elefantiaci in blu ossidiana o nero inchiostro; e stupendi spolverini in micro-paillette.
 
Tante felpe – sulle quali si legge, ad esempio: “I’m not doing shit today” (“Oggi non faccio un cazzo”, ndr.). E un sacco di coordinazioni cromatiche da epoca sovietica: un abito a tre pezzi color limone e un formidabile cappotto indossato da una modella dai capelli color limone.
 
Franck Sorbier: stile da saltimbanco
 
Ci sono pochi couturier indie più indie di Franck Sorbier, i cui tre decenni trascorsi nei métiers sono stati segnati da momenti meravigliosi, come è avvenuto in questa stagione con il suo chic ispirato alle acrobazie.

 


La location scelta - il Conservatoire National des Arts et Métiers - dice tutto di Sorbier, che ancora cuce personalmente molti dei capi più importanti delle sue collezioni d’alta moda.
 
Con un attore che impersonava un sassofonista jazz intento a suonare, uno stallone nero ha cominciato a gironzolare sui gradini quando è apparso il primo outfit. L'amore di Franck per il saltimbanco, o acrobata di strada, è parso evidente in una serie di ottimi abiti da cocktail, le cui curve e balze imitavano le sagome slanciate dei funamboli francesi.
 
Composti da guipure cuciti con punti dalla grande densità e completati con frammenti di pizzo, nastri, velluti e broccati, i capi sono parsi tutti fantastici. Seppur sembrassero più adatte a un cocktail party che a una cena, le creazioni di Sorbier erano comunque ammirevoli dichiarazioni di moda da parte di un couturier eternamente giovane.
 
Yuima Nakazato: la terra e il mare in movimento
 
Una forma semplice unita a una ricca immaginazione ha portato alla realizzazione di un'impressionante collezione d’alta moda da parte di Yuima Nakazato, un giovane couturier giapponese che crea onde nella haute couture.

Yuima Nakazato - Autunno-Inverno 2022/23 - Haute Couture - Parigi


Ispirato dalle nostre preoccupazioni contemporanee sulla salute del pianeta, il set era costituito da una serie di gigantesche onde di carta e il suo colore chiave era il blu oltremare.
 
Una collezione basata sul rettangolo, la classica forma semplice di un kimono. Che Yuima ha utilizzato come piattaforma per alcune creazioni altamente sperimentali.
 
E le ha realizzate utilizzando giacenze di magazzino, rifiuti industriali e materiali tecnologici che in realtà sono artificiali. Usando il punto smock giapponese per chiudere i vestiti.
 
“Sono preoccupato per lo stato in cui versa il nostro mondo. Quindi, usando un kimono, non c'è spreco di tessuto. Sembra complicato ma non lo è”, ha spiegato Nakazato, nato a Tokyo, ma che ora vive fuori città, in campagna.
 
Comunque non un brutto posto per accendere l'immaginazione, a giudicare da questa collezione.
 
La Francia attira ancora una volta la grande immaginazione della moda perché si mostri nella prova finale dell’universo fashion: sfilare nella haute couture di Parigi.

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