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19 feb 2023
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Ugo Pancani (docente FHH Academy): “L’Italia è stata protagonista della nascita dell’orologeria”

Pubblicato il
19 feb 2023

“L’orologeria italiana è rinata. Dalle mie ricerche negli ultimi mesi ho scoperto tanti fatti particolari e indiscutibili. L’Italia è stata protagonista della nascita dell’orologeria, e tutt’ora è al centro di questo settore”. Lo ha affermato perentoriamente il professor Ugo Pancani, docente di orologeria meccanica ed elettronica alla FHH Academy di Ginevra, intervenuto a Vicenzaoro January 2023 alla conferenza ‘L’orologeria italiana e i suoi segreti’.

Ugo Pancani - IEG/Vicenzaoro


“Anche oggi è difficile stabilire con esattezza quando e dove sia nato il primo segnatempo. Alcuni documenti ci danno però un indirizzo chiaro: in Italia l’orologio meccanico era già presente nel 1300. Lo dimostrano alcuni versi di Dante Alighieri, nel Paradiso della Divina Commedia, in cui il Sommo Poeta vede le anime ruotare ciascuna a una velocità differente, in base al maggiore o minore merito in vita, che a lui ricordano i congegni ordinati degli orologi (orioli)”, prosegue il professore. Ma il termine orologio è già presente nel X canto, sempre del Paradiso, in cui Dante fa riferimento alle ‘suonerie’ degli svegliatori monastici dell’epoca.
 
E come cerchi in tempra d'orioli
si giran sì, che 'l primo a chi pon mente
quieto pare, e l'ultimo che voli;
così queste carole, differente
mente danzando, de la sua ricchezza
mi facieno stimar, veloci e lente
(Paradiso - Canto XXIV - La Divina Commedia).

Probabilmente dal 1275, secondo alcune fonti, i primi orologi monastici erano attivi, ma mancano documentazioni certe, e soprattutto è difficile stabilire se queste fonti, quando parlano di segnatempo, si riferiscano a clessidre o meridiane, o invece ad orologi meccanici con ruote, come li intendiamo noi oggi. L’Astrario del Dondi del 1364 fu considerato un miracolo della meccanica, mentre Filippo Brunelleschi nel Quattrocento, per costruire la Cupola del Duomo di Firenze, utilizzò tecniche che aveva ricavato dal suo lavoro come orologiaio. Per questo uso di ruote dentate come nei meccanismi dell’orologeria, i suoi cantieri ebbero pochissimi morti. Tanti artisti italiani hanno collaborato con l’orologeria, come Paolo Uccello, che ha costruito un bellissimo quadrante nel 1441 per il Duomo fiorentino. E poi altri contributi rilevanti sono giunti da Leonardo Da Vinci, dai Barocci di Urbino, dagli studi di Galileo Galilei, che intuì per primo l'isocronismo e l'importanza del pendolo come organo regolatore (anche se non brevettò il suo progetto – lo fece l’olandese Christiaan Huygens), o nei secoli successivi dai capolavori d’orologeria di Mascarone o dai famosi orologi notturni di Campani.
 
Si arriva dunque al Novecento e allo sviluppo di marchi come Panerai, che nel 1935 utilizza un orologio di provenienza Rolex e lo trasforma per il reparto di incursori della Marina, che l’utilizzavano in condizioni estreme. Nel 1937 Domenico Morezzi fonda la OISA, che in 50 anni realizzerà 10 calibri e costruirà 4 milioni di orologi con movimenti di precisione – ed oggi tornata con il movimento meccanico per orologi d’alta gamma Calibro 25-50 Cinque Ponti. Benedetto Perrotta, odierno presidente e amministratore di OISA ha rivelato alla conferenza che in progetto, per l’estate del 2024, c’è lo sviluppo e la realizzazione di un movimento automatico. “Produciamo 200 unità al mese, ma vorremmo arrivare nel 2024 a produrre 500 pezzi mensili”, ha detto.
 
Senza dimenticare Palmiro Monti, che nel 1969 acquista Eberhard, o l’importatore Carlo De Marchi che ha spinto moltissimo Audemars Piguet perché realizzasse un orologio in acciaio sportivo-chic, sovvertendo ogni schema del tempo, da cui è nato il modello “Royal Oak”. In questo secolo nascono anche marchi nostrani come Wyler Vetta, Breil, Paul Picot, Locman, ed è un italiano (Carlo Crocco) a fondare Hublot. Mentre nel 1992 Luigi Macaluso compra Girard Perregaux e nel 1993 Dino Zei ottiene l’autorizzazione dalla Marina a togliere il segreto militare sull’orologio Panerai iniziandone la produzione per uso civile. Da ricordare anche che in Italia, nel 2003, è stato realizzato (da Locman) il primo orologio con cassa in carbonio.
 
Insomma, una ricerca citata da Pancani ha permesso di stabilire che gli italiani che hanno dato un contributo allo sviluppo e alla conoscenza dell’orologio, connubio di meccanica e arte, sono stati circa 700.
 
In questo primo quarto di XXI secolo sta crescendo il numero di marchi italiani protagonisti del settore. Oltre a nomi come Zanetti, U Boat, Mazzuoli o – naturalmente – Bulgari, si distinguono anche Mondia, Altanus, Margi, Perseo, Philip Watch, mentre sono state identificati come italiani i brand Lorenz, Memphis Belle, Gagà Milano, TCM, D1 Milano. Negli ultimissimi anni si sono lanciati, con riscontri sempre crescenti, marchi italianissimi, spesso dotati di complicazioni, lavorazioni o una storia molto originali, come Venezianico, Ichnos, Squale, Novecento Meccanografiche, Ennebi, Unimatic, Allemano, Echo/Neutra, Fathers, OOO Out Of Order, Kienzle, Sante Castignani, Marc & Darno o Gravithin, mentre per la produzione degli orologi da torre, Ugo Pancani ha segnalato Trebino a Genova, fornitore ufficiale del Vaticano, e per gli orologi da parete GB Ballardini Milano.
 
Queste evoluzioni hanno fatto sì che in Italia, a Tortona, in provincia di Alessandria, sia persino nata una nuova fiera, Watches of Italy, ideata ed organizzata per la prima volta nel 2020 da Fabrizio Dellachà, che nel 2022 ha avuto oltre 4.000 visitatori e i cui espositori hanno costituito buona parte della nuova area “Time” all’interno di Vicenzaoro January 2023. La prossima edizione si svolgerà il 15-16 ottobre, sempre presso i locali del Museo delle Macchine Agricole “Orsi”. “Basta campanilismi o personalismi, ora è il momento di stare uniti, coordinandoci tutti insieme per esportare la nostra abilità tecnica e il nostro stile, senza avere complessi d’inferiorità nei confronti dei maestri orologieri svizzeri, francesi, anglosassoni o giapponesi”, ha affermato alla conferenza Fabrizio Dellachà. “Perché quello che fa una squadra non lo farà mai anche il migliore dei singoli. Mi sono trovato in sintonia d’intenti con Italian Exhibition Group e siccome siamo stati bravi con il B2C, ho pensato al proporci nel B2B a Vicenzaoro, con un successo notevole”. 
 
“Dunque, il fermento in atto nell’orologeria italiana è ormai palese ed importante. Spero che sia l’inizio di un rilancio, anzi di un Rinascimento di questo comparto in Italia”, ha concluso Ugo Pancani.

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