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Ansa
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Pubblicato il
4 ott 2011
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Tutto ancora tace da Dior dopo la deludente collezione disegnata da Bill Gaytten
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Ansa
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4 ott 2011
4 ott 2011
Chi si aspettava grandi novità sulla scena di Dior, è rimasto deluso. Non solo e non tanto dalla collezione, appena dignitosa (nessuno pretendeva granché, dato che la maison è senza direttore artistico), quanto piuttosto dal silenzio assoluto intorno al nome del successore di John Galliano. Chi invece immaginava, ragionevolmente, che mai la maison avrebbe annunciato, proprio oggi, la nomina del nuovo stilista, ha visto confermata la sua previsione.
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Marc Jacobs resta il nome più probabile, ma non c'è niente di ufficiale e perfino i rumors non rumoreggiano. Tutto tace. Intanto, alla fine della non indimenticabile sfilata di Christian Dior, sulla passerella è comparso Bill Gaytten, lo stilista inglese che ha lavorato molto a lungo accanto a Galliano. L'inaspettato protagonismo di Gaytten ha sconcertato coloro che conoscono i riti della moda. Poco prima, infatti, l'ufficio stampa aveva anche sottolineato che "la collezione è frutto del lavoro dello staff".
Comunque, con quel gesto, lo stilista si è assunto, senza ipocrisie, la responsabilità di aver guidato seppur temporaneamente l'équipe, il che gli fa onore. Un motivo in più per dire "non sparate sul pianista", ovvero non prendetevela con chi fa il suo lavoro in una situazione molto difficile. La cacciata di John Galliano era stata traumatica, l'esito giudiziario della clamorosa vicenda invece è risultato minimo: alla fine tutto si è ridotto a una multa per aver insultato alcuni avventori di un bar con frasi razziste, ma sotto l'effetto dell'alcol. Di conseguenza, il gruppo LVMH dovrà in qualche modo arrivare a un accordo economico con lo stilista inglese. Forse anche per questo - ma possiamo essere smentiti da un momento all'altro - c'è silenzio sul futuro sia di Dior sia della griffe John Galliano, dove sembrava certo l'insediamento ufficiale - almeno lì - di Gaytten.
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Tutto invece è rimasto sospeso e c'è chi è convinto che John Galliano, come transazione, riavrà la piena proprietà del suo marchio eponimo e continuerà a lavorare nella moda. Sono solo ipotesi, intanto la sfilata di questa Fashion Week parigina è un fatto. E non è un caso che ne parliamo solo alla fine. Eleganza un po' stantia, prudente, senza colpi di genio. Il giorno chic rivisita la giacca bar, in pied-de-poule bianco e nero, stretta in vita da una cinturina, con la gonna di gazar rosa carne morbidamente arricciata.
Le maniche sono appena sotto il gomito, c'è un taglio a chimono che richiama un modello di Monsieur Dior. Lo scollo a cratere un po' d'antan è giocato in contrasto con la modernità della camicia di tulle nero trasparente chiusa fino all'ultimo bottone. Un mosaico di fiches in plastica colorata e madreperlata guarnisce le spalle a mantellina e gli orli, con un gradevole effetto grafico. Gli abiti da sera, lunghi e di perfetta esecuzione, non lasciano il segno: la tunica 'nude', plissettata e con tante ruches verticali, ricorda molto Valentino, altri vestiti sembrano attinti dall'archivio di Dior. Nel complesso nulla rimarrà indelebile nella memoria.
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