Trussardi cresce nel 2016 e smentisce le voci di vendita
Trussardi non è in vendita. L’omonima famiglia, che controlla il marchio di abbigliamento milanese tramite la holding Finos, afferma in un comunicato di poche righe “che non sono in corso trattative per la cessione dell’azienda”. Trussardi smentisce così le informazioni pubblicate da MF Fashion giovedì, secondo le quali sarebbe alla ricerca di “un partner strategico”.
Il quotidiano milanese, che cita fonti bancarie, evoca tra i potenziali investitori interessati il fondo italiano Investindustrial di Andrea Bonomi, che nel suo portafoglio conta in particolare il marchio di calzature di lusso Sergio Rossi.
“Tutte le attività industriali del gruppo Trussardi sono attualmente concentrate sul raggiungimento degli obiettivi di sviluppo previsti nel piano industriale”, sottolinea la casa di moda nel proprio comunicato.
L’azienda, che l’anno scorso ha ridefinito il suo azionariato - la firma è posseduta da fratello e sorella, Tomaso (50%) e Gaia Trussardi (25%), e dalla loro mamma, Maria Luisa Gavazzeni (25%) -, aveva lanciato in quell’occasione un piano quinquennale 2017-21 volto a riposizionare il marchio nel segmento del lusso accessibile concentrandosi su due linee principali: Trussardi, dallo spirito “Elegantly cool”, e Trussardi Jeans, una linea più giovane e sportswear.
Questa nuova strategia è stata accompagnata dal rinnovamento dell’80% della linea dirigenziale, e da una profonda ristrutturazione della rete vendita multimarca, ora più selettiva, e della rete di negozi monomarca, con la contestuale soppressione dei punti vendita meno performanti.
Trussardi si trova quindi in una fase di transizione, che riflette i risultati del suo esercizio finanziario 2016. Finos, che controlla il brand, ha chiuso il 2016 su un fatturato di 182 milioni di euro, in crescita del 27% rispetto al 2015. Tuttavia, la società accusa ancora delle perdite nel 2016, anche se si sono ridotte rispetto all’anno precedente. Infatti, la perdita netta è stata di 7,5 milioni di euro, mentre quella operativa è passata a 13,6 milioni di euro, contro i 25,7 milioni di un anno prima.
Il marchio italiano vanta una rete di 134 negozi monomarca.
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