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Pubblicato il
7 set 2012
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Tronconi a eurodeputati Italia: non abolite dazi da Pakistan

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APCOM
Pubblicato il
7 set 2012

Il presidente di Sistema moda Italia, associazione degli imprenditori del settore tessile-abbigliamento-moda aderente a Confindustria, Michele Tronconi, alla vigilia del voto della prossima settimana al Parlamento europeo sull'abolizione dei dazi per i prodotti tessili e abbigliamento provenienti dal Pakistan, ha scritto una lettera a tutti gli europarlamentari italiani esprimendo grande preoccupazione, perché il provvedimento rischia di pregiudicare ulteriormente e in modo irreparabile le prospettive del settore.

Il presidente di Sistema moda Italia Michele Tronconi

"E' purtroppo noto - scrive Michele Tronconi - infatti, come la situazione di difficoltà nella quale versa la nostra industria sia andata viepiù deteriorandosi, a causa di una crisi finanziaria ed economica senza precedenti". "Il Pakistan - continua il presidente nella sua lettera - resta uno dei principali competitor dell'industria tessile e abbigliamento europea e visti i successi già raggiunti in termini di penetrazione commerciale, non necessita certo di ulteriori aiuti per esportare in Ue".

"Per molti dei prodotti inclusi nella proposta di deroga ai dazi (waiver) che la Commissione propone come aiuto alle alluvioni di due anni fa - spiega -, il Pakistan ha già quasi il 40% della quota d'importazioni da Paesi extra Ue. In alcuni casi si trova addirittura in una posizione quasi monopolistica, perché la sua quota è ben sopra l'80%. La riprova di questi dati è che la bilancia commerciale Ue con il Pakistan è peggiorata in maniera consistente proprio negli ultimi anni. Inoltre, non sussistono più motivazioni valide per la concessione del beneficio del dazio zero".

Foto APCOM

Il rappresentante dell'imprese ricorda infatti che "non si può più parlare di emergenza, essendo trascorsi ormai quasi due anni dalle alluvioni; la Ue ha già per tempo stanziato oltre 400 milioni di euro di aiuti per far fronte all'emergenza; i benefici daziari non andrebbero a vantaggio delle popolazioni alluvionate, bensì di un gruppo di imprese estremamente competitive, alcune delle quali con fatturati superiori ai 200 milioni di euro, mentre in Italia la media del settore è venti volte più piccola".

"So bene - conclude Tronconi - quanto sia difficile scontarsi contro le rigidità di alcune posizioni preconcette, sostenute da Paesi del nord Europa, che in alcuni casi sono anche fuori dall'Euro e che hanno ormai abbandonato l'industria manifatturiera, ma continuo ad auspicare che nel corso del dibattito, ormai prossimo, si comprenda come non sia possibile salvaguardare posti di lavoro nella Ue, e contestualmente promuovere la crescita, se si continua ad aprire unilateralmente il proprio mercato, a vantaggio dei propri principali concorrenti. Soltanto conservando delle poste negoziali, anche in termini di concessioni daziarie, si potrà migliorare il nostro accesso ai Paesi terzi, attraverso gli accordi di libero scambio, sia bilaterali, che in sede Wto".

Fonte: APCOM