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Versione italiana di
Laura Galbiati
Pubblicato il
12 dic 2019
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Toni Ruiz, DG di Mango: "Il 20% dei nostri ricavi proviene dall’e-commerce"

Versione italiana di
Laura Galbiati
Pubblicato il
12 dic 2019

"A solo 5 settimane dalla fine dell’esercizio, posso già dirvi che le vendite sono state fiorenti, sin dall’inizio dell’anno”, si rallegra Toni Ruiz, Direttore Generale di Mango, in occasione dell’inaugurazione del nuovo centro di distribuzione del colosso spagnolo del fast fashion a Lliçà d'Amunt, a qualche chilometro da Barcellona, lo scorso 27 novembre. Con una superficie di 190.000 metri quadrati, il gigantesco centro logistico, costato ben 230 milioni di euro, si inserisce nella nuova strategia di Mango, come previsto dal DG Toni Ruiz.

Toni Ruiz, DIrettore Generale di Mango, e Antonio Pascual, Direttore della catena di approvvigionamento - Mango


Gli ultimi esercizi sono stati complicati per Mango. Un piano di ristrutturazione aggressivo ha fatto scivolare la società in rosso nel 2016. E se in seguito il marchio è riuscito a controllare le perdite, fatica ancora a generare profitti. “Abbiamo passato diversi anni difficili”, prosegue il DG, salito alla guida di Mango nel 2018, dopo aver diretto la divisione finanziaria. Ci siamo trasformati da cima a fondo. Le vendite sono state molto buone quest’anno; speriamo di confermare la crescita e di annunciare risultati positivi tra qualche settimana”, ha dichiarato Toni Ruiz.
 
“Nel 2016 abbiamo registrato un debito netto di 617 milioni di euro. Nel 2018 l’abbiamo ridotto a 315 milioni, un miglioramento significativo”, ha precisato il DG. “Abbiamo chiuso lo scorso anno con un tasso di indebitamento migliore e per quest’anno ci aspettiamo un miglioramento a livello di debito netto e di vendite”.

Lo scorso anno Mango ha raggiunto un accordo con i suoi creditori per rifinanziare 500 milioni di debito attraverso un prestito sindacato quinquennale. “Ciò ci permette di ristrutturare il nostro debito a monte dei prossimi esercizi e di essere al contempo in grado di rimborsare i nostri impegni a breve termine”, ha precisato Ruiz. “Ovviamente, ci sono progetti più profittevoli di un rimborso rapido del proprio debito, ma tra qualche anno Mango si sarà completamente sbarazzato del suo”.
 
A quali progetti ad elevato ritorno sugli investimenti sta lavorando l’azienda? “Operiamo in un settore in costante evoluzione. La priorità è di rimodellare il nostro network di negozi e di investire nella tecnologia”, ha affermato Ruiz. Mango intende trasformare la propria distribuzione retail migliorando l’omnicanalità, attraverso l’apertura di centri regionali per migliorare le consegne. “Investiamo anche nel trattamento dei dati. Per un’azienda di moda, come la nostra, è ancora più importante sfruttare i dati per migliorare la nostra offerta, le nostre operazioni e la nostra strategia di marketing… Abbiamo molti progetti e idee per trasformare Mango in una grande azienda a livello mondiale”.

I due manager hanno presentato il nuovo polo logistico di Lliçà d’Amunt, vicino a Barcellona - Mango


Inoltre, lo scorso novembre la società ha annunciato l'emissione di 200 milioni di euro di titoli di debito, per la prima volta nella sua storia, sul mercato spagnolo dei titoli a reddito fisso alternativo (MARF, Mercado Alternativo de Renta Fija). “Vogliamo utilizzare altre fonti di finanziamento (…). Si è trattato di una somma piccola, raccolta per ridurre i costi del nostro capitale circolante. Non abbiamo altri progetti di questo tipo, non ne abbiamo bisogno”, ha specificato Toni Ruiz, mostrandosi rassicurante agli investitori.
 
Per quanto riguarda il nuovo centro di distribuzione di Lliçà d'Amunt, a Barcellona, Mango fa sapere che sarà ampliato di altri 90.000 metri quadrati prima del 2023. “Questa espansione ci aiuterà soprattutto a mettere in piedi un sistema più fluido, per spedire i prodotti ai nostri negozi con le stesse tempistiche degli ordini particolari”, ha spiegato il Responsabile della logistica Antonio Pascual. Attualmente, la piattaforma serve solo i negozi e i depositi.
 
Ma Mango ha ancora un lungo percorso da fare in termini di RFID (radio-identification), soprattutto se vuole far concorrenza al suo principale competitor, Inditex. Il gruppo proprietario di Zara intende applicare tale tecnologia di controllo degli stock a tutti i suoi brand entro il 2020, mentre Mango dispone oggi solo di 20 store attrezzati. “Stiamo conducendo un progetto pilota, che vogliamo estendere a tutti i negozi”, ha rivelato Antonio Pascual. “In questo momento non sappiamo ancora quanto investiremo, ma sappiamo che vogliamo portare avanti il progetto e che concentreremo i nostri sforzi sulla tecnologia RFID l’anno prossimo”.
 
“Abbiamo migliorato considerevolmente la nostra gamma di prodotti, oggi molto più appealing. Vi dedichiamo molto impegno”, ha proseguito Toni Ruiz, aggiungendo che il network dei negozi sarà rivisto per “ampliare la superficie di vendita”, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza d’acquisto, l’offerta e i servizi in store.
 
Oggi l’insegna di fast fashion Mango è presente in 110 Paesi, con una superficie di vendita complessiva pari a 800.000 metri quadrati. “Nel corso degli ultimi sei esercizi abbiamo continuato a estendere il nostro parco negozi, aumentando al contempo le loro dimensioni medie del 50%”, ha affermato il DG.
 
Mango, che ha aperto un centro di innovazione digitale a Barcellona lo scorso aprile, “sta facendo progressi nella sua trasformazione digitale”. “Attualmente, il 20% delle nostre vendite sono generate dall’e-commerce”, conclude Ruiz. Una percentuale che dovrebbe raggiungere il 30% nel 2020. “Per il futuro, vogliamo che la nostra azienda sia più focalizzata sull’analisi dei dati, utilizzando tutte le conoscenze di cui disponiamo per progredire”. Queste ambizioni si realizzeranno? Il rapporto annuale, che sarà pubblicato prossimamente, potrebbe dare una prima risposta.

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