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22 dic 2021
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Toma Italian Brands: inedito format multibrand in Oriente e nuove licenze

Pubblicato il
22 dic 2021

Il 2022 in arrivo si preannuncia ricco di tante novità per il gruppo pugliese di abbigliamento maschile Toma Italian Brands. Con un fatturato 2020 intorno ai 10 milioni di euro, 55% Italia, 45% estero, la realtà specializzata in menswear ha avuto una stagione estiva che “ha ridato fiducia, con un giro d’affari che comunque alla fine del 2021 si concluderà con un 70% generato sul mercato italiano”, dice a FashionNetwork.com Verdiana Toma, responsabile comunicazione e marketing e quarta generazione della famiglia fondatrice del gruppo di abbigliamento di Sava, in provincia di Taranto, creato dai fratelli Salvatore e Sergio Toma (loro rappresentano la terza generazione), di cui fa parte anche l’azienda Gruppo Sviluppo Tessile (GST), che comprende al proprio interno il marchio Havana & Co.

Verdiana Toma - Toma Italian Brands


“In Italia si è creato spazio nei punti vendita in cui eravamo già presenti, grazie alle defaillance di alcuni competitor e alla vicinanza dimostrata ai clienti”, continua Toma, “e si è entrati in nuovi punti vendita rimasti ‘abbandonati’ dai nostri concorrenti che non sono riusciti a rispettare i tempi delle consegne. Il nostro essere produttori al 100% italiani ci ha premiato anche perchè siamo riusciti ad effettuare consegne ai nosri clienti in tempi sempre molto rapidi. Speriamo comunque che l’estero riparta in fretta, perchè potrà darci ultieriori importanti margini di crescita”.
 
Nato nel secondo dopoguerra con i bisnonni di Verdiana Toma, e concretizzatasi nella fondazione nel 1994 di Gruppo Sviluppo Tessile, il gruppo Toma Italian Brands è orgoglioso del suo fortissimo ancoraggio al territorio della Puglia. “Abbiamo sempre creduto nel Made in Italy anche quando la tendenza generale era di delocalizzare le produzioni. Realizziamo un 100% fatto in Italia (e un 70% Made in Puglia)”, prosegue la responsabile marketing. “Del resto ci troviamo a 40 chilometri dal polo produttivo per eccellenza del capospalla di Martina Franca e a 40 chilometri dal Salento, dove le grandi griffe vengono a produrre. Un approccio rivelatosi premiante nel tempo, che ci ha anche consentito di mantenere in vita laboratori locali e professionalità che stanno purtroppo scomparendo, nonché rafforzare la credibilità del brand presso i clienti finali”. 

L'azienda punta molto sulle artigianalità locali pugliesi - Toma Italian Brands


Di proprietà del gruppo sono anche i brand Angelo Toma, linea di abiti da sposo e da cerimonia, e Angelo Toma Celebrity. “L’etichetta, che porta il nome di mio nonno, sta piacendo soprattutto sui mercati esteri. Nel 2012 abbiamo acquisito la licenza produttiva e distributiva del menswear di Alessandro Dell’Acqua e nel 2019 la licenza di produzione e distribuzione mondiale dell’abbigliamento maschile di Ungaro. Ogni brand per non cannibalizzarsi internamente si basa su fasce prezzi e mood stilistici differenti”, spiega Verdiana Toma, sottolineando i disagi derivanti dal problema generalizzato del rincaro dei costi di materie prime e trasporti subiti dal settore nel 2021. "Per la produzione della collezione Fall-Winter 2022 abbiamo assorbito i rincari che i nostri fornitori di materiali hanno subito e dovuto listinare, senza chiedere un euro in più ai clienti. Oggi, per il campionario invernale 2022 i nostri prezzi sono confermati fino al 31 dicembre. A gennaio ci possiamo solo augurare che i costi rimangano stabili o registrino aumenti minimi, perché altrimenti occorrerà ripensare i listini. Siamo consapevoli che questa crescita si fermerà, ci auguriamo avvenga presto. Abbiamo quasi annullato i nostri margini sulla Spring-Summer 2022 per non gravare sui nostri negozianti distributori, ma non potremo certo ripeterlo, per di più in un contesto di stipendi medi degli italiani rimasti stabili. Tante incertezze, ma anche segnali positivi si alternano, in questa fase congiunturale”.

Con tutte le sue label, Toma Italian Brands realizza dei total look da uomo. Con Havana & Co. l’azienda è stata sempre riconosciuta come produttrice di abiti maschili e capispalla, ma negli anni il gruppo ha via via inserito tutte le altre categorie di prodotti, dai pantaloni alle maglie, fino alla camiceria (per cui Ungaro è molto rinomato).

Havana & Co.


Comunque Toma Italian Brands sta pianificando l’acquisizione di altre licenze: una sarebbe in dirittura d’arrivo con un marchio estero. “L’idea del gruppo sul lungo periodo è di accrescere la propria capacità produttiva e awareness anche nei mercati internazionali”, dice Verdiana Toma. Dopo un primo tentativo nella donna agli inizi dell’attività e un altro più di recente con la label Julian Keen, Toma Italian Brands ha deciso di focalizzarsi esclusivamente sul menswear, “perché è sempre stato il nostro core e abbiamo ritenuto che specializzarci in un settore che offre maggiore spazio di manovra rispetto ad un abbigliamento femminile saturo di proposte fino all’inverosimile ci avrebbe dato maggiori risultati. E ciò è avvenuto”.
 
Havana & Co., che pesa per il 30% sul fatturato complessivo dell’impresa pugliese, attualmente è diffuso in maniera capillare sul territorio nazionale italiano, e ‘a spot’ nel mercato europeo, ed è ancora ben presente in Cina, Giappone e altri mercati asiatici. Circa 350 punti vendita lo distribuiscono in Italia e un centinaio nel resto del mondo, mentre Ungaro ha una diffusione al 50% in Italia e al 50% all’estero, con una distribuzione molto estesa in Europa (Francia in primis naturalmente) e Alessandro Dell’Acqua 60% Italia e 40% estero, con una presenza internazionale principalmente sui mercati asiatici. Angelo Toma, anche per il suo concept legato alla cerimonia, è invece label totalmente diffusa in Italia.
 
“Non crediamo particolarmente alla formula del classico negozio monomarca, coi suoi ingenti costi fissi”, spiega poi Verdiana Toma. “Tant’è che durante la pandemia abbiamo lavorato ad un format in cui Toma Italian Brands diventi un multimarca-contenitore dei brand di proprietà e in licenza in seno al nostro gruppo. Molti negozi nei mall in Cina, Russia, Emirati, con la pandemia hanno chiuso. Chi possiede questi spazi cerca di restituirli a nuova vita. In quest’ottica abbiamo pensato di riempire nuovamente tali ambienti con l’insegna Toma Italian Brands. Stiamo proponendo l’idea ad alcuni partner internazionali ed è in fase di valutazione. Città russe o l’effervescente Dubai sono i nostri primi target”.

La famiglia Toma - Toma Italian Brands


Circa 50 i dipendenti diretti di Toma Italian Brands, mentre l’indotto di laboratori del distretto locale si compone di quasi 400 unità. La fase pandemica ha anche spinto la società tarantina ad occuparsi in maniera più sostanziale di sostenibilità, modificando processi produttivi interni per riutilizzare gli sfridi di tessuto, studiando procedure per ridurre o eliminare l’utilizzo di plastica vergine o installando pannelli fotovoltaici.

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