AFP
Gianluca Bolelli
23 mar 2019
Tiffany registra vendite annuali deludenti, il titolo ne soffre
AFP
Gianluca Bolelli
23 mar 2019
Il gioielliere statunitense Tiffany ha reso note venerdì vendite annue deludenti a causa di una domanda debole nel periodo delle feste, legata alle minori spese sostenute dai turisti cinesi e dai clienti europei e americani, il che ha provocato una netta discesa del valore del titolo azionario della società. Il titolo era in calo di quasi il 4% negli scambi elettronici prima della sessione di Wall Street.
Il rallentamento economico in Cina, accentuato dalla guerra commerciale fra Pechino e Washington, è fonte d’inquietudini per i grandi nomi della distribuzione e del lusso. Tiffany fa molto affidamento sui clienti cinesi per compensare la relativa diminuzione di interesse per i suoi ciondoli, braccialetti e anelli che sta registrando in America e in Europa. “L'indebolimento della dinamica [delle vendite] nella seconda parte dell’anno riflette in parte ciò che crediamo siano delle questioni esterne e delle incertezze”, ha tenuto a sottolineare il CEO Alessandro Bogliolo, citato nel comunicato.
Il fatturato è sì aumentato del 6,5%, a 4,4 miliardi di dollari, durante l’esercizio 2018/19 concluso in gennaio, ma è al di sotto delle aspettative, che stimavano 4,46 miliardi. Anche le vendite sono calate, dell’1%, a 1,32 miliardi, nel quarto trimestre dell'esercizio, risultando nettamente inferiori alle attese, che erano per 1,34 miliardi. Lo stallo delle vendite è stato registrato soprattutto nella regione delle Americhe, che da sola rappresenta quasi la metà dei ricavi, mentre sono diminuite del 3% in Asia-Pacifico.
Tiffany attribuisce questa controprestazione alle minori spese sostenute dai turisti cinesi in tutto il mondo, e a una domanda debole nelle Americhe e in Europa. Questi venti contrari sono, secondo il gruppo, il risultato di “eventi esterni, incertezze e volatilità dei mercati finanziari”.
Per quanto riguarda la redditività, questa è stata alimentata da un'aliquota fiscale molto più bassa rispetto all'esercizio precedente, ha spiegato Tiffany. L’utile netto annuo è stato di 586,4 milioni di dollari, in aumento del 58,4% in un anno, con 204,5 milioni accumulati nel quarto trimestre.
L’utile per azione rettificato dalle voci eccezionali, dato considerato un riferimento base in Nord America, è di 4,75 dollari sulla totalità dell’esercizio e di 1,67 dollari nel quarto trimestre. In entrambi i casi, è più alto delle previsioni, che erano rispettivamente di 4,69 dollari e 1,61 dollari.
Nell’insieme, questi “risultati non sono buoni”, ha valutato Neil Saunders, analista di GlobalData Retail.
Per il nuovo esercizio fiscale, Tiffany anticipa un calo degli utili nel primo semestre, ma “continuo a pensare che Tiffany abbia grosse opportunità di crescita”, sottolinea Alessandro Bogliolo.
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