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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 feb 2022
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Tiffany & Co., l'ottimo affare di LVMH

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 feb 2022

Appena un anno dopo essere stata rilevata dall'azienda numero uno al mondo nei prodotti di lusso, Tiffany & Co. si sta rivelando strategica per LVMH. Come ha ricordato fin dall'inizio il Presidente e Direttore Generale del colosso francese, Bernard Arnault, in occasione della presentazione dei suoi risultati annuali, “l'evento dell'anno è stata l'integrazione di Tiffany”. Acquisito alla fine del 2020, l’iconico gioielliere americano, consolidato per la prima volta nei conti del gruppo nel 2021, ha chiuso un anno record, consentendo alla divisione ‘Orologi e Gioielleria’ di moltiplicare per 2,7 le vendite, passate da 3,35 miliardi di euro nel 2020 a 8,96 miliardi un anno dopo.

Il famoso diamante indossato da Beyoncé nella campagna "About love" - Tiffany & Co.


Divisione che nei conti del gruppo si trovava in fondo - dietro ai poli moda e pelletteria, distribuzione selettiva, profumi e cosmetici e vini e liquori - ma che ora è salita al terzo posto. Nel 2021 ha registrato una crescita organica del 40% (+7% rispetto al livello pre-pandemia 2019), mentre il suo risultato operativo corrente è esploso di oltre il 200% (+128% rispetto al 2019), a 1,6 miliardi, grazie proprio al contributo di Tiffany & Co., che nel 2020 non era compresa nel perimetro.
 
L’azienda di gioielli ha vissuto un anno record, sperimentando una fortissima crescita, e questo nonostante “il flagship di New York sulla 5th Avenue, il suo primo punto vendita al mondo, che realizzava diverse centinaia di milioni di fatturato, sia stato chiuso tutto l'anno per lavori. [Tiffany] ha largamente superato i suoi record assoluti, sia di fatturato che di redditività”, ha sottolineato Bernard Arnault.

A questo riguardo, il direttore finanziario Jean-Jacques Guiony ha indicato durante la conferenza dedicata ai risultati annuali che l'etichetta aveva “guadagnato più di 900 milioni di dollari (796 milioni di euro) di utile operativo lo scorso anno. Questo era solitamente il livello di Ebitda pubblicato da Tiffany. In questo caso è l'Ebit, quindi è comunque una performance reale”. Il contributo del gioielliere ha così consentito a LVMH di raddoppiare il suo attuale risultato operativo corrente, che nel 2021 ha raggiunto i 17,15 miliardi di euro (+107% rispetto al 2020, +49% rispetto al 2019).
 
Al di là dei prodotti, “che fanno il successo di Tiffany”, Bernard Arnault vede diverse altre ragioni che motivano queste prestazioni. La prima si spiega con il cambio di gestione attuato alla testa dell’azienda di gioielli sin dal momento della sua acquisizione. Oggi Tiffany & Co. è infatti guidato da due uomini forti di Louis Vuitton: Michael Burke (ex CEO del marchio) nominato presidente non esecutivo del consiglio di amministrazione di Tiffany e, nel ruolo di CEO, Anthony Ledru, fino ad allora vicedirettore generale incaricato delle attività commerciali globali del brand di punta del gruppo transalpino. Il boss di LVMH ha anche affidato al figlio, Alexandre Arnault, in precedenza a capo del marchio di valigie Rimowa, l'incarico di direttore esecutivo dei prodotti e della comunicazione.

Il gruppo ha beneficiato di un flusso di cassa eccezionale nel 2021 - LVMH


“Sono team che siamo riusciti a creare appena arrivati. Li conosciamo bene, visto che hanno esperienza sia di queste attività sia del gruppo. Squadre dinamiche di professionisti che hanno il senso del prodotto, della comunicazione e della distribuzione”, spiega il PDG, pur riconoscendo che l'acquisizione è stata effettuata in un momento favorevole per LVMH, poiché il gioielliere non era nella sua forma migliore. “In un periodo in cui il lusso si era sviluppato molto fortemente in modo alquanto generale, negli anni che si sono conclusi alla fine del 2019 Tiffany era rimasta stagnante. Per quasi cinque anni il suo fatturato era rimasto piatto, così come l'utile”, ricorda.
 
Un altro elemento chiave è la comunicazione, che ora è diametralmente differente a quanto l’azienda proponeva prima, con una forte enfasi sui social network e sulle celebrità. La campagna istituzionale “About love”, costruita attorno ai personaggi della cantante e star mondiale Beyoncé e del marito Jay Z, “ha fatto il giro del pianeta e attirato molti giovani”, ha esultato Bernard Arnault.
 
Il colosso francese del lusso si era impadronito del gioielliere statunitense per poco meno di 16 miliardi di dollari (13,4 miliardi di euro). Tale somma, dopo un anno, è stata quasi rimborsata dalla società grazie a risorse eccezionali, con un cash flow di 13,5 miliardi (il record precedente era di 6,2 miliardi nel 2019). “Nel 2021 abbiamo investito 13,3 miliardi di euro, essenzialmente nell'acquisizione di Tiffany. Abbiamo avuto un free cash flow di 13,5 miliardi. Se spingessi il ragionamento, vi direi che in un anno abbiamo ripagato l'acquisizione di Tiffany. Questo è non del tutto vero, perché abbiamo avuto ben altre preoccupazioni, ma è comunque un dato abbastanza eloquente”, ha spiegato il direttore finanziario.
 
“Tutti ci dicevano che l’avevamo pagato molto. Ma in realtà penso che in fondo non lo abbiamo pagato tanto. Forse è per questo che il signor Guiony è riuscito a rimborsare tutto così velocemente. Visti i risultati che abbiamo ottenuto. Penso che oggi, se fosse ancora quotata, Tiffany varrebbe il doppio”, ha detto Bernard Arnault, tutto sorridente, ammettendo di aver “probabilmente esagerato”. “Abbiamo fatto un'ottima acquisizione per il gruppo”, ha concluso.

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