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6 mar 2013
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TheMicam: visitatori in calo, ma crescono i buyer stranieri

Pubblicato il
6 mar 2013

«Meglio del previsto». Questo il commento più frequente raccolto presso gli espositori del salone internazionale della calzatura TheMicam, che si è svolto a Milano Rho Fiera dal 3 al 6 marzo 2013. Come nella sessione precedente di settembre e quella di marzo 2012, questa 75esima edizione accusa un leggero calo di presenze con 35.389 visitatori totali rispetto ai 36.049 di marzo 2012, di cui 19.181 operatori internazionali provenienti da oltre 100 Paesi, tra i più importanti Russia, Paesi dell’ex Unione Sovietica, Francia e Far East.

Una precedente edizione di Micam


“Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti in questa 75esima edizione di theMicam. Coerentemente con il forte calo della domanda interna, abbiamo registrato una diminuzione delle presenze italiane, ma un aumento degli operatori stranieri”, afferma Cleto Sagripanti, presidente del salone e dell’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani (ANCI). “La presenza di operatori che rappresentano le più importanti insegne di distribuzione a livello mondiale, come Barneys, Isetan e Tsum, conferma la centralità di questo appuntamento per il sistema moda calzature”, sottolinea la nota.

«Al contrario di quello che mi aspettavo, questa fiera è stata positiva, sia per i risultati di vendita, che per gli input che abbiamo avuto per la prossima stagione, con nuovi clienti provenienti in particolare dall’Africa, Medio Oriente e dall’America del Sud”, si rallegra Giuliano Puccini del Calzaturificio Nuovo Nicar, produttore toscano specializzato nei sandali. «Questo successo è dovuto a un’offerta più abbordabile, puntando sulla flessibilità sia del prodotto che del prezzo», spiega.

Anche da Paciotti 4US, la linea sportiva di Cesare Piaciotti, presente per la seconda stagione al Micam, il bilancio è più che soddisfacente. “È andata molto bene, oltre le aspettative! Con clienti soprattutto dalla Russia e dall’Ucraina”, indica uno dei responsabili. “È andata un po’ meglio di marzo e anche di settembre”, rincara Delio Giustozzi, specialista della calzatura per bambino e titolare del marchio Chérie. “Il settore del bambino soffre particolarmente della crisi. Le nostre vendite ne risentono già da due, tre anni. Siamo penalizzati in particolare da altri italiani che importano scarpe fatte in Cina senza certificazioni”, si rammarica l'imprenditore.

Per Remo Latini, product coordinator del marchio di calzature per donna Alberto Fermani, questa edizione di Micam “non è stato un successo, ma siamo abbastanza soddisfatti, siamo nello standard medio”. Presente da oltre 20 anni in fiera, Alberto Fermani, che realizza un fatturato da 15 milioni di euro, può contare su una clientela fedele. "Ma i compratori sono più attenti. Anche i tedeschi che di solito spendono di più, stanno rivedendo i budget. La Russia si riaffaccia. I giapponesi sono meno presenti, perché lo yen è salito", nota.

L’espositore di un piccolo marchio, che partecipa a numerose fiere europee, fa un bilancio più severo: “I compratori stranieri non vengono più a Milano. Preferiscono andare a Parigi”, dice. Per Stefano Cappelletti, responsabile commerciale del Calzaturificio Cappelletti, che produce in licenza il brand di calzature da montagna tedesco Bogner, questo Micam è andato “discretamente». «Si sente la crisi soprattutto in certi Paesi come l’Italia, dove abbiamo ridotto la presenza. In questo contesto abbiamo deciso di andare alla prima edizione cinese di Micam a Shanghai dal 9 all’11 aprile prossimo. Ci proviamo perché se stiamo fermi, non troveremo mai nulla. Solo così si possono trovare degli sbocchi”, conclude.

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