12 gen 2023
Testoni: 2022 in volata a 20 milioni di fatturato (+30%)
12 gen 2023
Testoni vede rosa nel prossimo biennio dopo un 2022 chiuso in volata a quasi 20 milioni di euro di fatturato (+30%). “Il vero jump sarà nel 2023-2024, guidato da Usa, Milano e Asia, quando arriveremo ad un totale di 54 punti vendita”, spiega a FashionNetwork.com il Ceo Massimo Bettio in occasione della kermesse fiorentina di moda Pitti Uomo.

Testoni vanta una presenza globale con focus sull’Asia, “dove abbiamo cinque filali e 40 negozi, tra Hong Kong, Cina, Corea, Giappone e in Thailandia”, prosegue Bettio. “A febbraio 2023 apriremo un nuovo negozio ad Hong Kong e stiamo riposizionando un paio di negozi in Corea del sud a Seul e a Tokyo per maggiore visibilità”.
Il brand entrerà a breve negli Usa in partnership con Saks Fifth Avenue e valuta un nuovo opening a Parigi al 2025. Sul fronte domestico, in programma l’apertura di uno store a Milano di 100 metri quadrati in Via del Gesù entro fine marzo 2023. Tra gli obiettivi anche Torino e, soprattutto, Roma e Bologna. La sede dell’azienda è stata spostata da Funo di Argelato a Imola su circa 3.000 metri quadrati.
Il business aziendale rimane focalizzato sulla pelletteria, ma con incursioni sempre più frequenti nell’universo sneaker. “Abbiamo voluto dare voce al consumatore, che vuole un abbigliamento più comodo e confortevole, ma senza perdere il nostro Dna nella scarpa artigianale”, aggiunge Bettio.

Cresce anche il peso della Donna. “Il 40% del nostro fatturato è composto da calzature e pelletteria femminili. Ha anche un design più contemporaneo perché è destinato anche ad un consumatore più giovane, ma abbiamo prodotti anche molto più istituzionale che riprendono la lavorazione a treccia”.
Novità, infine, sul fronte del logo. “Dopo due anni abbiamo cambiato il logo corsivo e aggiunto la data ed il luogo di nascita, Bologna. Il nome, difficile da pronunciare in alcune aree geografiche centrali per il business, è stato semplificato con la ‘T’, che esiste dal 1994 ed è anche stata oggetto di un catalogo fotografato da Peter Lindbergh”, conclude Massimo Bettio.
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