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15 feb 2023
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Tessuti di Sondrio: vola il fatturato, nasce l’innovativo tessuto ibrido per sport-couture “Metropolis”

Pubblicato il
15 feb 2023

Dopo un 2022 chiuso con un fatturato di oltre 45 milioni di euro, dato che supera il pre-Covid, l’azienda tessile Tessuti di Sondrio ha lanciato “Metropolis”, tessuto ibrido pensato per lo stile sport-couture, frutto della collaborazione con Eurojersey e Tintoria Emiliana.

Come appare il tessuto "Metropolis" - Tessuti di Sondrio


Si tratta del primo tessuto double face e double color destinato alla tintura in capo, che si presenta da un lato elegante e naturale - in cotone, in cotone e lino o in cotone e tencel firmato Tessuti di Sondrio - e dall’altro tecnico - con tessuti in nylon Sensitive Fabrics, brevetto esclusivo di Eurojersey. In occasione dell’ultima edizione del salone Milano Unica, il giovane designer milanese Marcello Pipitone, utilizzando i tessuti Metropolis, ha fatto dialogare sartorialità, performance e modernità realizzando un total look che ha beneficiato nella sua progettualità delle zip funzionali di YKK. Obiettivo: creare tessuti tecnici realizzati a partire da materie prime naturali, come il cotone.
 
La crescita di fatturato di Tessuti di Sondrio è “figlia sia dell’aumento dei prezzi delle materie prime, che del recupero dei volumi generati nel 2019”, ha spiegato a FashionNetwork.com Fabio Mariotti, da circa due mesi nuovo direttore generale di Tessuti di Sondrio e Nuova Tessilbrenta, marchi con una produzione incentrata sui cotoni, i lini, l’abbigliamento maschile e i capispalla, che fanno parte di Marzotto Lab, una delle tre divisioni che a loro volta fanno capo alla holding Marzotto SpA - le altre due sono Marzotto Wool Manufacturing che cura la sua attività laniera dalla sede storica di Valdagno e da Biella, e Ratti SpA, controllata per la maggioranza da Marzotto SpA, che rappresenta il mondo delle stampe e della tradizione serica comasca.

All’interno di Marzotto Lab compaiono anche Linificio e Canapificio Nazionale, la principale filatura europea di lino e canapa, il mondo del velluto di Redaelli Velluti e Marzotto Interiors, con base nel lecchese, che realizza i tessuti per arredamenti o imbottiture e comprende i brand Prosetex e Lanerossi. Quest’ultimo marchio si rivolge anche ai consumatori finali coi suoi plaid e altri articoli per la casa.

Capi finiti in tessuto Metropolis disegnati da Marcello Pipitone - Tessuti di Sondrio


I primi mercati di Tessuti di Sondrio, che vanta diverse centinaia di clienti, sono l’Italia con oltre il 30% del fatturato, la Germania e la Spagna, ma il volume d’affari è cresciuto “in maniera importante anche negli Stati Uniti”, ricorda il direttore generale, che proviene dall’azienda comasca di stampe Fasac. Il dato di fatturato comprende le performance di Nuova Tessilbrenta - che ha lo stesso stabilimento produttivo di Tessuti di Sondrio e un prodotto più tecnico, in quanto abbina il cotone a nylon, viscosa o tencel, e vi aggiunge una sfumatura della produzione sul mondo donna. “Per il gruppo Marzotto posso anticipare solamente che è salito in doppia cifra nel 2022”, dice Mariotti, “ma dobbiamo aspettare la chiusura ufficiale di bilancio per fornire dati precisi”.
 
Tornando a Metropolis, l’idea del progetto “nasce dalla volontà di sviluppare una serie di prodotti innovativi affini alle necessità del cittadino di una metropoli. Il risultato è un outfit tecnico, agile, leggero, resistente ed elastico dal design d’avanguardia, per soddisfare esigenze e personalità di una città dinamica”, ha detto il designer Marcello Pipitone. “Secondo me, Marcello è il nuovo Jil Sander”, s’inserisce Fabio Grazioli, Brand Manager di Tessuti di Sondrio. “Lui sta interpretando un mondo che in questo momento non esiste. Jil Sander, parlo dei suoi anni storici, del periodo anni ’70-’80, ha preso il motociclismo e l’ha portato nell’abbigliamento. Fu una rivoluzione. Marcello sta facendo la stessa cosa con Metropolis, che consente la contaminazione tra – per fare un esempio – lo sportswear alla Cucinelli e l’activewear/streetwear alla Adidas. Un incontro che fino ad oggi ritengo non sia stato interpretato da nessuno”, puntualizza.
 
“Noi di Tessuti di Sondrio, azienda attiva dal 1895, ci troviamo in un territorio inusuale per questo tipo di prodotto, fra il Lago di Como e Sankt Moritz, un posto in cui non c’è un distretto tessile, perciò non subiamo l’inquinamento del distretto di Biella o di Prato, o della stessa Como”, racconta Grazioli. “La nostra collezione Primavera-Estate 2024 parte da concetti che interpretano i quattro elementi: aria, acqua, fuoco e terra, che si manifestano sotto forma di tessuti naturali e colori tenui. Una parte della collezione l’abbiamo chiamata “Heart for Earth”, e dentro vi sono tessuti, in materiali come lino, canapa, bambù, ortica, in mischia col cotone per dare vita ad un’ampia gamma di articoli eco-friendly ecrù. Questi prodotti testimoniano il nostro DNA, che parla di sostenibilità, territorio, storia. Qui non c’è finissaggio, è tutto materia prima”, assicura Grazioli.

Tessuti di Sondrio, uno dei tessuti creati insieme ad Orange Fiber


Da notare anche la collaborazione con la siciliana Orange Fiber, che ha brevettato e produce la prima fibra tessile al mondo ad essere estratta dagli scarti degli agrumi. Per Tessuti di Sondrio è stato realizzato un tessuto di origine 100% naturale e completamente sostenibile, che deriva dai sottoprodotti dell’industria di trasformazione degli agrumi. Con Orange Fiber viene infatti data seconda vita allo scarto umido che resta al termine della produzione di succo d’arancia (tolto il quantitativo che viene impiegato e riutilizzato in cosmetica), che viene lavorato e trasformato in cellulosa per il tessile e, successivamente, in filato. Nasce così un tessuto neutro, in mischia con cotone e lino, per capi pregiati. “È la nuova viscosa. La mano è la stessa ed è straordinaria”, afferma Grazioli. “Mi piace molto perché è una start up che parla di sostenibilità e territorio come noi”.
 
“Inoltre, abbiamo evoluto il progetto “Herbarium”: una collezione di tessuti realizzati a partire da filati di cotone organico tinti naturalmente grazie all’impiego di piante, fiori e radici. Nessuna sostanza chimica e nessuno spreco: sono particolari tinture ottenute dal decotto delle sole parti commestibili di indaco, edera, diverse tipologie di legno o melograno. E da oggi anche di campeggio e tannino”, spiega ancora Grazioli. È un bagno di colore autentico quello in cui vengono immersi questi filati biologici certificati GOTS, che dà vita a tessuti in 100% cotone dalle tonalità uniche e naturali. Un metodo tanto innovativo quanto semplice. “Permette di tingere i tessuti come se ci si preparasse un tè o una tisana”, conclude Fabio Grazioli.

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