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5 feb 2019
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Tessile: fatturato 2018 stabile a 7,86 miliardi, bene l’export extra UE (+2,9%)

Pubblicato il
5 feb 2019

Il comparto tessile nazionale dovrebbe archiviare il 2018 a quota 7,86 miliardi di fatturato, in leggero calo (-0,3%) sull’anno precedente, in primis a causa di un rallentamento della produzione registratosi nel secondo semestre dello scorso anno. A dirlo sono le stime del Centro Studi di Confindustria Moda, che nel dato includono i comparti laniero, cotoniero, liniero, serico e a maglia.

Facebook/Vitale Barberis Canonico


Volano le esportazioni verso le aree extra-UE (+2,9%), mentre il settore registra un calo (-3,4%) dell’export verso i Paesi del Vecchio Continente. Nei primi 10 mesi del 2018, la Cina (+3%), assieme a Hong Kong (+6,1%), si conferma il primo mercato di sbocco per i tessuti Made in Italy.
 
Si muovono in territorio positivo anche Giappone (+8,6%), Bulgaria (+7,2%), Polonia (+4,9%), Turchia (+3,1%) e Francia (+0,2%), mentre risultano in calo USA (-12,6%), Spagna (-9,8%), Regno Unito (-7,5%), Romania (-5,3%) e Germania (-2,1%).

Crollano, invece, le importazioni di tessuti, in primis da Cina (-2,9%) e Turchia (-9,4%), che concorrono per oltre il 45% del totale importato, con quote di mercato rispettivamente del 24,7% e 20,4%. Fanno male anche Pakistan e Germania. In controtendenza, invece, i flussi da Romania (+36,8%), Giappone (+15,5%) e Repubblica Ceca (+2,5%).
 
La bilancia commerciale del comparto risulta in attivo assestandosi sui 2,45 milioni di euro. Il tessile nazionale concorre per il 24,6% del saldo commerciale della filiera tessile-moda nel suo complesso, pur rappresentando la tessitura solo il 14,3% del fatturato totale.
 
Analizzando il dato per linee di business, la tessitura laniera, liniera e serica sono attese archiviare il 2018 in area positiva. Previsto un trend negativo, al contrario, per la tessitura cotoniera e la tessitura a maglia, dopo la parentesi favorevole del 2017.
 
Nei primi 10 mesi dell’anno sono cresciute le esportazioni di tessuti lanieri (+4,4% i pettinati a quota 738,4 milioni di euro, +2,9% i cardati a 392,5 milioni di euro) e linieri (+8,6%). Calano, invece, le vendite oltreconfine di tutti gli altri segmenti: dai tessuti a maglia (-3,2%) a quelli di cotone calano (-3,8%), passando per i tessuti in pura seta (-0,6%).
 
Buone notizie, infine, sul fronte occupazionale, dato che il lieve rallentamento non sembra aver avuto alcuna ricaduta in questo senso; e anzi, si registra un moderato incremento degli addetti per il comparto laniero.

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