Tessile/Abbigliamento: la filiera europea mantiene la pressione su Bruxelles
L'industria europea dell'abbigliamento ha registrato un calo di fatturato del 17,7% nell'anno fiscale 2020, mentre l'attività tessile è scesa del 9,3%. Se il primo trimestre mostra qualche segnale di ripresa, la confederazione Euratex intende continuare a rafforzare la propria posizione, e continua ad avvisare Bruxelles sui pericoli di un sostegno troppo misurato e inadeguato al settore.
Nell'esercizio 2020, la bilancia commerciale del tessile-abbigliamento è aumentata del 30%, passando a 62 miliardi di euro contro i 47 miliardi del 2019. Un dato impressionante che va però messo in prospettiva: come ha sottolineato FashionNetwork.com, le importazioni di mascherine di protezione individuale monouso, contabilizzate dalla dogana come importazioni tessili, hanno ampiamente contribuito a gonfiare le cifre.
“Questi dati illustrano molto bene le attuali discussioni politiche sul futuro dell'industria europea”, sottolinea Euratex. “Molte aziende europee hanno compiuto notevoli sforzi per adattare la produzione alla pandemia, ma questo chiaramente non è stato sufficiente. Che il costo di produzione in Europa sia troppo alto o che l'UE debba adattare le sue regole di approvvigionamento, l'industria deve disporre di un piano coerente a lungo termine per diventare più competitiva e conquistare nuovi mercati”.
Per la soddisfazione del comparto, Bruxelles ha fatto dell'industria del tessile/abbigliamento uno dei 14 ecosistemi essenziali dell'economia europea. Euratex ha comunque messo in guardia da diversi mesi su una strategia europea di rilancio che la confederazione ritiene inadatta alle specificità della filiera. Una filiera che deve, secondo i suoi rappresentanti, puntare su innovazione, crescita di gamma e potenziamento delle produzioni per distinguersi dalle produzioni asiatiche. Ma, per Euratex, il progetto legislativo prioritario resta la standardizzazione delle normative.
“Dobbiamo costruire un percorso di transizione basato su un dialogo onesto tra industria e decisori politici, al fine di garantire parità di condizioni", insiste ancora Alberto Paccanelli, presidente di Euratex. “Sono anche felice che Teko, l'associazione svedese delle aziende tessili e della moda (di cui fa parte anche il gruppo H&M, ndr.), sia tornata ad essere uno dei nostri membri. È il segno che il settore è unito. Ora è tempo che le istituzioni europee mantengano le loro promesse”.
Euratex ha recentemente annunciato che terrà la nona edizione della sua European Textile and Apparel Convention (Convention del tessile e abbigliamento europei, ndr.) i giorni 8 e 9 novembre, in concomitanza con la trentaseiesima “World Fashion Convention” (Convention mondiale della moda, ndr.) organizzata dalla federazione internazionale dell’abbigliamento (IAF). Entrambi gli incontri si terranno ad Anversa.
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