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27 mar 2023
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Tamborini (Smi): “Il tessile dovrà importare manodopera”

Di
Ansa
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27 mar 2023

"Abbiamo un'occasione di reindustrializzare, per quanto riguarda il tessile-abbigliamento, il sud dell'Italia", ma "l'occupazione bisogna averla anche disponibile", e dunque "dobbiamo abituarci anche a pensare che dovremo importare dei lavoratori". Lo ha affermato Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia, intervenuto all'evento 'Future for Fashion' a Firenze.

Sergio Tamborini


"L'immigrazione è un tema che conosciamo benissimo”, ha detto il numero uno di Smi, “però forse dobbiamo cominciare a importarla partendo da quei Paesi, o anche usando quei Paesi come base di produzione, soprattutto quelli del Nord Africa. In Tunisia ci sono più aziende italiane, soprattutto del tessile, che non aziende francesi: è un'ex colonia francese, ma in realtà è colonizzata dagli italiani oggi, ed è un bacino importante".

Secondo Tamborini è possibile portare nel Mezzogiorno d'Italia "un'industria leggera, la confezione, che può sostenere l'industria pesante, quindi la filatura, la tessitura, la nobilitazione, che sono le industrie presenti che stanno soprattutto al nord; e sono investimenti leggeri, ma che possono portare una quantità di occupazione particolarmente significativa".

Il presidente di Smi ha inoltre sottolineato quanto sia mancata per tantissimi anni, a parte il caso di isolato di Industria 4.0, una politica di sviluppo per l'industria: le piccole imprese "da sole rischiano di essere abbandonate, di non avere la forza di andare avanti, quindi abbiamo bisogno di una politica, e di una stabilità in questa politica, cosa che ci è mancata in questi anni".

Secondo Tamborini "in Europa siamo stati sempre abbastanza assenti, come imprenditori nei tavoli in cui bisognava dettare delle regole e fare delle lobby in modo corretto, e lo siamo stati anche come politica. Poi all'ultimo momento ci accorgiamo che c'è qualcosa che non va bene e proviamo a intervenire in qualche modo. Qualcun altro invece fa del metodo la sua presenza, e questo poi marca un po' le distanze in Europa".

Il presidente di Smi ha infine ricordato che "al centro della politica europea per anni c'è stato il consumatore, c'era la richiesta di avere sempre un prezzo allo scaffale che fosse il più basso possibile, e che ha innestato un processo poi di delocalizzazione e quant'altro. Il manifatturiero in quello non ci ha guadagnato. Poi ce ne siamo accorti dopo che, senza manifattura, il sistema non sta in piedi. Se l'avessimo detto un po' prima, o avessimo fatto la voce grossa prima, forse avremmo difeso qualche campione in più del manifatturiero italiano, anche nel nostro settore. Adesso si deve fare, o rischiamo ulteriormente".

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