9 gen 2019
Svevo Parma vuole rafforzarsi in Italia e punta a USA e Giappone
9 gen 2019
Svevo Parma, brand di maglieria made in Italy nato a Bari nel 1955 e dal 2007 detenuto per il 60% da Kiton (il restante 40% è della famiglia fondatrice), punta nel prossimo biennio a un rafforzamento della propria presenza sul mercato domestico e allo sviluppo estero, in particolare negli Stati Uniti e in Giappone.

“Quando i miei genitori hanno fondato il marchio avevamo come punto di riferimento il brand milanese Avoncelli”, ha raccontato a FashionNetwork.com Mario Somma, figlio dei fondatori di Svevo Parma. “Il caso ha voluto che nel 1994 rilevassimo proprio lo stabilimento produttivo di Avoncelli a Fidenza, dove oggi produciamo le collezioni Svevo Parma e la maglieria di Kiton”.
Prima dell’acquisizione della maggioranza da parte della società napoletana, il marchio Svevo Parma era stato dato in licenza per circa quattro anni e l’azienda si era concentrata sulla produzione conto terzi. “Realizzavamo la maglieria per tutte le griffe francesi e per qualche italiano; ancora oggi produciamo per una delle principali griffe del lusso d'oltralpe”, ha spiegato Somma. “Con Kiton abbiamo deciso di rilanciare il nostro brand, la prima collezione è stata presentata nel gennaio 2008 ed è stata subito ben accolta soprattutto nei Paesi dell’ex Unione Sovietica, attratti dalla qualità made in Italy”.
Oggi Svevo Parma, oltre che nell’ex URSS, è distribuito in Estremo Oriente, in particolare Giappone e Corea, in multibrand di alto livello, ed è presente da Barneys negli Stati Uniti.

“Per il biennio 2019-2020 abbiamo in programma di rafforzarci in Italia, dove oggi siamo presenti solo in qualche punto vendita alto di gamma e alla Rinascente di via del Tritone a Roma, e di affrontare in ottica di sviluppo un mercato estero all’anno, partendo dagli USA e in seguito dal Giappone, dove stiamo cercando un agente distributore”, ha precisato Somma.
Svevo Parma, che oggi conta 55 dipendenti ed è specializzato nella produzione di maglieria fine in cashmere, lane fini, cashmere-seta e cotoni per l’estate, ha un fatturato di circa 5 milioni di euro e prevede una crescita del 5% per il 2018.
“Per una produzione artigianale e made in Italy come la nostra, per noi le risorse sono tutto: salvo rare eccezioni, ci impieghiamo circa un anno a formare un dipendente perché sia in grado di lavorare secondo i nostri standard qualitativi”, ha concluso Somma. “La nostra crescita, dunque, non può che essere lenta e organica”.
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