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Pubblicato il
4 dic 2020
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Stop nei weekend, monta la protesta dei centri commerciali

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Ansa
Pubblicato il
4 dic 2020

La chiusura dei centri commerciali nei fine settimana del periodo natalizio "è un grave errore", penalizza 80mila negozi, introduce un "elemento distorsivo della concorrenza" e avvantaggia l'e-commerce. Ma aldilà del danno economico, si rischia un effetto boomerang proprio sul fronte della sicurezza sanitaria.

Ansa


Monta la protesta fra tutte le organizzazioni del commercio contro le misure previste nel nuovo Dpcm. Federdistribuzione, Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Confesercenti, Alleanza delle Cooperative, Confimprese e Coop chiedono al Governo di fare marcia indietro.

"Si tratta innanzitutto di una questione di sicurezza”, afferma Federdistribuzione, “se non si consente ai consumatori di accedere ai negozi nelle periferie urbane, si rischia di favorire gli assembramenti nelle vie delle città e dei centri storici, soprattutto in vista del prossimo fine settimana con ben quattro giorni festivi e prefestivi".

Un allarme rilanciato da tutte le altre organizzazioni del settore che puntano il dito anche contro i contraccolpi economici di chiusure dei negozi per 13 giorni sui 28 rimanenti di dicembre. Per garantire la salute dei consumatori nello shopping natalizio, "la ragionevolezza avrebbe imposto di sfruttare al massimo le potenzialità di tutta la rete commerciale esistente" osserva l'Associazione nazionale cooperative di consumatori e l'Alleanza delle Cooperative, sottolinea che "oltre ad impedire l'utilizzo di tutta la rete commerciale, si determina una disparità di trattamento tra esercizi all'interno di strutture dedicate, che vengono penalizzati, e quelli collocati in altri contesti urbani".

Confesercenti avverte che chiederà "subito la sospensione cautelativa della misura" bocciando una "scelta che infligge un colpo durissimo ai circa 80mila negozi non alimentari dei centri commerciali per i quali, oltre al danno, c'è la beffa: nella zona gialla e nella zona arancione, non hanno diritto a ristori". Per di più si introduce un "elemento distorsivo della concorrenza" perchè, spiega Confesercenti, "negozi della stessa tipologia, all'esterno dei centri commerciali, potranno rimanere aperti".

Il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali parla di situazione di gravissima difficoltà e chiede al governo di "tenere conto di un settore che contribuisce in modo determinante all'economia del Paese".

A dare le cifre è Confimprese nel rimarcare che "qui c'è in gioco molto più di quanto si possa pensare: il commercio vale 445 miliardi di euro con 3,4 milioni di addetti. Chiudere nel fine settimana i centri commerciali significa spingere i consumatori a fare i propri acquisti di Natale sui canali online, con buona pace di chi ogni giorno investe sui territori, crea occupazione, sviluppa indotto".

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