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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
6 giu 2022
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Steven Stokey-Daley: il Premio LVMH, l’amore per il teatro e la sua città di Aintree

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
6 giu 2022

Pochi giovani designer sono stati catapultati in prima linea sulla scena mondiale così rapidamente come Steven Stokey-Daley. La scorsa settimana, lo stilista inglese ha vinto il Premio LVMH 2022, che premia i giovani designer.

Steven Stokey-Daley - Foto: Instagram


Solo due anni fa ha concepito e cucito la prima collezione del suo brand S.S. Daley nel soggiorno della casa dei propri genitori. Una piccola abitazione della classe operaia ad Aintree, un sobborgo di Liverpool, cittadina più conosciuta per le sue corse di cavalli (la famosa corsa ad ostacoli Grand National, ndr.) che per la sua cultura dell'alta moda.
 
Ma giovedì, Stokey-Daley è stato tra gli otto finalisti che hanno presentato collezioni e concept a sette designer del gruppo LVMH, in rappresentanza di marchi il cui fatturato annuo cumulato ammonta a oltre 20 miliardi di euro.

Nonostante le sue umili origini, l'élite britannica è onnipresente nelle collezioni di Steven Stokey-Daley. Una di esse è stata ispirata da Ritorno a Brideshead, il romanzo di Evelyn Waugh su una famiglia nobile maledetta; un’altra da Another Country – La scelta, cupa storia di omosessualità repressa in un collegio britannico. La sua moda mescola i codici delle grandes écoles del lusso, la sua sensibilità e le illustrazioni eleganti, come dimostrato dal trench kaki in cotone stampato con schizzi di oche e papere con cui è venuto a ritirare il premio.
 
Per il suo ultimo défilé, S.S. Daley ha coinvolto una compagnia di attori del National Youth Theatre. E in quel momento faceva già così tanto parlare di sé che l'ufficio di Anna Wintour ha chiamato per chiedere di assistere alle prove. Prima di studiare moda maschile all'Università di Westminster, e di laurearsi nel 2020, Steven Stokey-Daley ha fatto parte del National Youth Theatre dall'età (ancora innocente) di 16 anni. La sua scuola di moda si affacciava sui campi da gioco della molto elitaria Harrow School, la cui raffinata estetica fino ad ora ha ampiamente influenzato le sue creazioni.
 
In soli due anni, S.S. Daley è riuscito a costruirsi una base di clienti fedeli online, anche grazie al suo successo presso l'influente cantante Harry Styles. È stato il suo stylist, Harry Lambert, a scoprire Steven Stokey-Daley e a richiedere dei vestiti per l'artista: pantaloni larghi realizzati a partire da tende di lino a fiori e una camicia divoile blanche. A Styles sono piaciuti così tanto che ha scelto di indossarli nel videoclip del suo singolo “Golden”.
 
Subito dopo l’assegnazione del trofeo dorato di LVMH, abbiamo parlato con il 25enne Steven Stokey-Daley presso la sede della Fondazione Louis Vuitton. Il giovane stilista ci ha raccontato la sua visione della moda, le sue fonti di ispirazione e i progetti che l'assegno da 300.000 euro appena ricevuto gli permetterà di realizzare.

S.S. Daley, Primavera-Estate 2022 - Foto: Instagram


FashionNetwork: Come si sente ora che ha vinto il Premio LVMH, assegnato dal più grande gruppo di moda del mondo?
Steven Stokey-Daley: Sinceramente, all'inizio non me ne rendevo conto, sto cominciando solo ora a realizzarlo. Non ero uno dei favoriti, quindi è una grande sorpresa!
 
FNW: Come ha vissuto la presentazione davanti a una giuria molto competente composta da designer di talento?
SSD: Sono persone che mi ispirano personalmente nella mia vita, nella mia formazione e nella mia carriera. Ero intimidito, spaventato, eccitato. Sono stati adorabili e mi è davvero piaciuto poter presentare loro il mio mondo. È un grande onore fare questo genere di cose.
 
FNW: Cosa le hanno chiesto?
SSD: Bella domanda! Mi hanno fatto domande sul mio modello di produzione, sul reperimento dei materiali, sui miei punti di riferimento, sui miei progetti per il futuro, sulla mia visione della crescita...
 
FNW: Tra chi ha costituito questa giuria, quali designer l’hanno personalmente ispirata?
SSD: Mi sono formato a Londra e penso che Jonathan Anderson sia un’enorme fonte di ispirazione per me. Penso che abbia davvero aperto una nuova strada all'abbigliamento maschile. Probabilmente è grazie a lui che posso fare quello che sto facendo oggi. Lui ha in un certo senso aperto la strada.
 
FNW: Sua nonna la aiuta ancora con la produzione?
SSD: Sì, ha lavorato in una fabbrica tessile quando aveva 15 anni, vicino a casa mia a Liverpool. Che ora ha chiuso. Mia nonna è sempre stata la creativa di famiglia. È la solita storia, vero? Tutti sono influenzati dalla nonna.
 
FNW: Da che zona di Liverpool proviene esattamente?
SSD: Vengo dalla periferia di Liverpool, un posto chiamato Aintree. Ho anche lavorato all'ippodromo come cameriere durante le corse dei cavalli, ma all'epoca avevo 16 anni.
 
FNW: Le sue creazioni hanno un'estetica piuttosto sensibile. Come definirebbe questo DNA?
SSD: Mi ispiro a idee vecchie, superate e kitsch della tradizione britannica, che spesso sono riservate a una frangia specifica della società. Do loro una nuova vita, un nuovo respiro: le traspongo in un contesto moderno dalla mia prospettiva operaia, credo.

S.S. Daley, Primavera-Estate 2022 - Foto: Instagram


FNW: Cos’è successo con Harry Styles e il suo video musicale per “Golden”?
SSD: È stato un grande momento per me. Mi ha davvero dato l'opportunità di proiettarmi in avanti, di pensare come un marchio. Ha svolto il ruolo di trampolino di lancio, da cui prendere slancio per ideare un'intera collezione e poi presentare una sfilata. Harry Styles indossa una nostra maglietta e un nostro paio di pantaloni in quel videoclip, e da quel momento in poi li abbiamo offerti per essere preordinati sul nostro shop online. Questo ci ha dato il margine finanziario necessario per avviare una collezione. Styles indossa sempre i nostri vestiti e ordina molto da noi. È davvero fantastico, è un grande supporto. A livello personale, Harry è anche una persona davvero adorabile.
 
FNW: Diversi membri della giuria hanno affermato di essere rimasti colpiti dal suo spirito imprenditoriale. Hanno elogiato il fatto che lei abbia avuto il coraggio di lanciare il suo marchio nel bel mezzo di una pandemia.
SSD: È bello sentirlo. Continuiamo a lavorare nello stesso modo, operando a livello locale e utilizzando molte materie prime britanniche. Ciò si è rivelato molto interessante, perché durante il lockdown non abbiamo potuto rifornirci di risorse al di fuori del Regno Unito. Così ho preso l'iniziativa di fare ricerche sull'artigianato in Gran Bretagna. Abbiamo visitato una piccola filanda a conduzione familiare, attiva dal 1700. Ovviamente le macchine sono cambiate molto da allora, ma hanno archivi che ripercorrono tutta la loro storia dall'inizio. Abbiamo anche lavorato a stretto contatto con lanifici in Scozia e linifici in Irlanda.
 
FNW: Quando potremo scoprire le sue prossime idee?
SSD: A settembre, credo. A Londra, durante la prossima stagione del prêt-à-porter donna. Mi piacerebbe sfilare di nuovo. Abbiamo presentato degli show a febbraio e settembre. A settembre abbiamo in effetti collaborato con il National Youth Theater per allestire un evento basato su uno spettacolo teatrale, una decisione piuttosto coraggiosa, credo. Una sera ricevemmo una telefonata dall'ufficio di Anna Wintour, che voleva assistere alle prove. Mi sono detto, tipo: ‘Oh mio Dio, sono sicuro che non ha capito che questa è una pièce teatrale e non una sfilata’. Ma alla fine è andato tutto bene. Mi piace esplorare questa relazione con il modo di mostrare la moda e proporre nuove idee.
 
FNW: Non ha mai esitato a denunciare l'elitarismo di settore, la lotta di classe e a ricordare da dove proviene. Oggi arriva, a livello simbolico, accanto alle grandi maison. Come pensa di risolvere questa possibile contraddizione nei prossimi progetti e collezioni, rimanendo fedele ai suoi principi?
SSD: È interessante, perché non mi considero come un oppositore aggressivo di un gruppo di persone. Quando ho iniziato, mi sono dovuto confrontare con il mondo della Harrow School, la seconda scuola superiore più costosa del Regno Unito. Stavo alla finestra del mio studio e guardavo questo mondo diverso che si dipanava davanti ai miei occhi. Mi sono sempre posto come un osservatore, non come un agitatore. Ciò mi ha semplicemente fatto capire fino a che punto alcune persone siano benestanti, un universo che non conoscevo affatto.
 
FNW: Niente a che vedere con la lotta di classe, quindi?
SSD: No, e non sto cercando di cambiare il mondo. Capisce cosa intendo? Faccio osservazioni sociali. È così evidente, considerando i riferimenti con cui ho iniziato, basati su quelle grandi scuole. È interessante guardare questo universo che è così ammirato ed elogiato nella cultura elitaria britannica, e che non lo è per nulla nel contesto della classe operaia. Ho sempre amato il teatro ed è sempre stato la cosa per cui sono stato preso in giro a scuola, a Liverpool. Invece il teatro è visto in modo completamente diverso in queste grandi scuole. Trovo questo contrasto molto interessante da esplorare e studiare.

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