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19 feb 2013
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Sourcing tessile: totale rimescolamento delle carte

Pubblicato il
19 feb 2013

Fra aumento del prezzo del cotone, incremento dei salari, delocalizzazione verso Ovest, riorganizzazione del sourcing ad Est, i prossimi due anni saranno caratterizzati dall'emergere di nuovi Paesi produttori. E' ciò che segnala il rapporto il Worldwide Sourcing versione 2013, presentato al salone Zoom by Fatex dalla Fédération de la Maille et de la Lingerie (Federazione della Maglieria e della Lingerie, ndr.).




Mentre il 2011 era stato segnato per il tessile-abbigliamento in Europa da un sourcing del Bangladesh che aveva ormai superato quello della Turchia, i prossimi due esercizi sperimenteranno altri cambiamenti, secondo il rapporto. Dopo il calo dell'India, il report prevede l'emergere della Cambogia, il rafforzamento del Bangladesh, dello Sri Lanka e del Pakistan, ma anche, più vicino all'Italia, la crescita della Bulgaria e soprattutto la forte presenza della Turchia.

Quest'ultima è una delle nazioni che più si avvantaggeranno delle nuove collocazioni geografiche delle fasi di sourcing, come anche il Portogallo. "Il Paese si è chiaramente ben posizionato. E recupera una buona quantità di quote di mercato, soprattutto sul mercato della maglieria", spiega Anne-Laure Linget, responsabile internazionale della Fédération de la Maille et de la Lingerie.

"Sull'insieme della zona Pan-Euromed, la situazione è in chiaroscuro", per Anne-Laure Linget. Le conseguenze delle 'Primavere Arabe' si fanno ancora sentire e si traducono da una parte nel crollo delle esportazioni egiziane e siriane e dall'altra nella flessione causata al Maghreb dall'instabilità politica tunisina, che si riflette anche sul Marocco. "Un'opportunità per i Paesi dell'Est", indica il rapporto.

Dal canto suo, l'India potrebbe contrastare le previsioni fatte da diversi anni. "Il Paese era programmato per diventare la nuova Cina nel tessile", precisa Anne-Laure Linget. "E non lo sarà mai". In questo caso, è il Bangladesh che trae il maggior vantaggio dalla situazione. Tanto che il Paese si avvantaggia in più dei rapidi incrementi dei salari in Cina, mentre "la fabbrica del mondo" si rivolge gradualmente verso la domanda interna, e abbandona sempre più la produzione di capi basici.




Ma i salari non sono i soli costi ad attirare l'attenzione. Con una domanda 2013 di cotone che crescerà, mentre la produzione è calata, presto dovrebbe essere realizzato un incremento dei costi. "Nei prossimi 3 mesi", avverte Anne-Laure Linget. Dopo lo spettacolare boom del 2011 e la stasi del 2012, "il problema del cotone rimarrà irrisolto".

Rimane il fatto che questi parametri potrebbero evidenziare l'emergere dell'Africa come nuova destinazione del settore. Fatto che la Cina sembra avere ben compreso, incrementando del 12% le sue esportazioni verso il Paese. Una maniera per approfittare dell'accordo Agoa, e delle esportazioni a tariffe preferenziali che esso consente verso l'America. Ma non solo: la Cina intende garantire il suo approvvigionamento di cotone tramite le culture africane.

Numerose evoluzioni attendono dunque il mercato del tessile-abbigliamento. Sono piuttosto positive le previsioni di Anne-Laure Linget. "Certo, i costi delle materie prime e del lavoro aumenteranno", spiega quest'ultima, "ma abbiamo il vantaggio di avere una certa visibilità".

Matthieu Guinebault (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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