Sourcing: chi sono i principali clienti dell’abbigliamento dell'Africa subsahariana?
Nella prima metà del 2022, i Paesi dell'Africa subsahariana hanno esportato vestiti per un valore di 6,307 miliardi di dollari. Giordania, Kenya, Lesotho, Mauritius ed Etiopia costituirebbero il quintetto leader dell'Africa subsahariana, secondo Fibre2Fashion, che quantifica le esportazioni destinate ai mercati americano ed europeo.

Gli Stati Uniti arrivano al primo posto tra i principali clienti dei produttori di abbigliamento africani. Nella prima metà dell'anno finanziario 2022, hanno importato vestiti per un valore di 1,416 miliardi di dollari, ovvero il 22,45% delle esportazioni totali della zona. L'Unione Europea non è da meno, con 1,28 miliardi di dollari, e il 20,3% del totale.
Nel dettaglio, le analisi fanno della Spagna, trainata da gruppi come Inditex (Zara) e Mango, il primo cliente europeo dell’abbigliamento africano, e il secondo cliente mondiale. Segue la Francia con 923,3 milioni di dollari di abbigliamento importato (14,64% del totale delle esportazioni africane). Terza e quarta l'Italia e la Germania con rispettivamente 414,6 e 391,5 milioni di dollari di vestiti provenienti dall'Africa.
Ma i numeri mostrano anche che, oltre ai quattro Paesi che annovera nella Top 5 dei maggiori clienti di abbigliamento africano, il Vecchio Continente è ben rappresentato anche nella Top 10. Il Regno Unito (347,1 milioni di dollari), i Paesi Bassi ( 179 milioni) e il Belgio (104,7 milioni) occupano rispettivamente il 5°, 6° e 9° posto. L'ottavo è invece occupato dagli Emirati Arabi Uniti (153,6 milioni), subito seguiti dal Sud Africa (146,8 milioni).
L'Africa subsahariana è stata per dieci anni al centro di investimenti crescenti da parte delle società asiatiche, e più in particolare di quelle cinesi. Un interesse alimentato dalla crescente produzione di cotone africano, di cui la Cina è un cliente chiave, ma anche da bassi salari che potrebbero diventare alternative ad altri paesi asiatici a basso costo. Tuttavia, le relazioni Cina-Africa devono ora affrontare una situazione di stallo sulle importazioni illegali di vestiti provenienti dalla Cina. Il che ha spinto i sindacati africani del settore a riprendere ad interessarsi della questione durante l'estate del 2021.
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