Soffre la moda junior italiana: -1,8% a valore tra gennaio e agosto 2019

Di

Laura Galbiati

Pubblicato il
25 nov 2019

Secondo le rilevazioni di Sita Ricerca, effettuate per conto di SMI, nel periodo da gennaio ad agosto 2019 il sell-out di moda junior italiana è sceso del -1,8% a valore e del -0,8% a volume. In particolare, il segmento bambino ha registrato una flessione del -2,5%, la bambina del -1,4% e il neonato del -1,9%. Le performance peggiori sono state registrate nel periodo primavera/estate, con un calo del -2,5%.

 
Analizzando nello specifico il comparto dell’abbigliamento per neonati, le elaborazioni effettuate dal Centro Studi di Confindustria Moda per SMI evidenziano, sempre tra gennaio e agosto, un decremento dell’export del -22,9%, a 107,3 milioni, dopo un balzo del +32,8% nello stesso periodo del 2018.
 
I mercati che nei primi 8 mesi dello scorso anno avevano registrato crescite notevoli, più che raddoppiando il proprio valore, registrano nel 2019 significative perdite: Regno Unito a -56,4%, Francia a -52,5% e Germania a -65,4%. La Spagna, cresciuta di oltre il +30% nel gennaio-agosto 2018, perde il -17,7% quest’anno, mentre la Russia, primo sbocco del childrenswear italiano dal 2010 al 2014, prosegue il proprio trend negativo (-17,6%).

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Risultati positivi invece in Austria (+134,6%), Hong Kong (+54,7%) e USA (+37,0%); il Qatar registra un incremento del +20,8%, mentre calano Emirati Arabi (-16,6%) e Arabia Saudita (-20,6%). La Svizzera si conferma principale hub logistico del segmento di mercato, passando da un +5,9% degli otto mesi 2018 a un +60,2% del 2019.
 
Le importazioni frenano del -0,9%: la Cina, primo supplier con un’incidenza sul totale importato del 24,6%, cala del -5,6% e il Bangladesh, secondo supplier, cede il -8,0%. La Spagna, in salita del +48,7%, passa al terzo posto superando la Francia, in flessione del -24,5%. L’India archivia un aumento del +1,8%, risultando il quinto fornitore di comparto con un’incidenza del 7% sul totale importato. Crescono nell’ordine del +7% i flussi provenienti da Paesi Bassi e Belgio; in aumento anche l’import di moda bébé da Turchia (+18,7%) e Romania (+22,0%).