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1 dic 2020
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Smi apre la trattativa per il rinnovo del CCNL del tessile abbigliamento

Pubblicato il
1 dic 2020

Il 1° dicembre si è formalmente aperta la trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro del settore tessile abbigliamento, scaduto il 31 marzo 2020, che riguarda circa 45.000 aziende italiane, per un totale di 400.000 addetti.

Marino Vago, Presidente di SMI

 
“Con l’apertura della piattaforma odierna inizia un percorso complesso per affrontare la gravissima crisi della filiera del tessile e abbigliamento, per la quale occorrono soluzioni straordinarie. È indispensabile un piano di interventi specifici a livello istituzionale, per accompagnare la mutazione profonda che caratterizzerà il sistema per i prossimi tre anni”, ha dichiarato il Presidente di SMI, Marino Vago.
 
Durante un incontro svoltosi in video conferenza per le limitazioni imposte dalla pandemia, SMI ha presentato alle organizzazioni sindacali Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil la situazione del settore sulla base dell’indagine realizzata dal Centro Studi di Confindustria Moda e relativa al terzo trimestre 2020.

Lo studio evidenza che per il 2020 è previsto un calo di fatturato di settore pari a circa il 30%, che equivale ad una riduzione del volume d’affari di oltre 16 miliardi di euro (sui 55 miliardi del 2019). Sulla base di questi dati, si prevede che anche il 2021 sarà un anno complicato, visto che difficilmente la domanda potrà tornare a livelli normali in breve tempo. E questa situazione, ribadisce SMI, riguarda tutte le aziende della filiera, da quelle a monte fino alla produzione dei capi finiti e alla distribuzione a livello mondiale.
 
“In questa situazione eccezionale, con l’apertura della trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro, SMI ha accettato la sfida di condividere i grandi problemi del settore con le organizzazioni sindacali, per definire una piattaforma di proposte comuni, specifiche e concrete, da sottoporre al Governo: il settore moda, infatti, risulta secondo tutte le statistiche di gran lunga il più colpito, tra tutti i settori industriali, dagli effetti della pandemia, al pari di settori non industriali come il turismo e i servizi. Merita perciò un’attenzione e interventi particolari anche da parte di tutte le istituzioni, perché il Paese intero non può permettersi di abbandonare al suo destino il secondo settore manifatturiero italiano, che esporta in tutto il mondo la qualità della vita e dei prodotti del made in Italy”, sottolinea SMI nel comunicato stampa diramato”, dichiara SMI.

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