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9 set 2014
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Sistema Moda Italia: migliorano le performance della tessitura italiana

Pubblicato il
9 set 2014

Secondo i dati diffusi da Sistema Moda Italia in occasione della cerimonia inaugurale di Milano Unica, la tessitura italiana evidenzia un miglioramento delle performance rispetto al 2013. Nei primi sei mesi del 2014, infatti, la produzione risulta in crescita del 7,6%. Nel primo quadrimestre cresce anche l’export del tessuto italiano di qualità (+4,2%) e l’import (+7,5%), rafforza lievemente anche la bilancia commerciale del comparto.

Silvio Albini, Presidente di Milano Unica


La XIX edizione di Milano Unica, Salone Italiano del Tessile, nella quale vengono presentate, dal 9 all’11 settembre a Fieramilanocity, le collezioni di tessuti e di accessori per la stagione Autunno/Inverno 2015-16 e che vede la partecipazione di 410 aziende espositrici, di cui 74 di altri Paesi europei, ha preso il via con l’ormai tradizionale inaugurazione che ha visto la presenza di autorità e rappresentanze istituzionali, giornalisti, espositori e dei componenti il Comitato di Presidenza di Milano Unica.

Nel corso dell’incontro hanno preso la parola: Silvio Albini, Presidente di Milano Unica, Mauro Parolini, Assessore al Commercio,Turismo e Terziario (Fiere e mercati) della Regione Lombardia, Cristina Tajani, Assessore alle Politiche per il Lavoro, Ricerca, Università, Moda e Design, Comune di Milano, Masahiko Miyake, Presidente di Japan Fashion Week Organization, Oscar Farinetti, Imprenditore, Ideatore di Eataly, Claudio Marenzi, Presidente di Sistema Moda Italia.

Nell’occasione sono stati presentati i dati congiunturali della tessitura italiana della prima parte del 2014 e le numerose novità che caratterizzanno la manifestazione. Novità che spaziano dagli eventi al nuovo momento espositivo dedicato alla filiera del capo lavato 'Denim Italiano – Italian Denim Makers', alla presenza di 'Osservatorio Giappone', alla sinergia con Lineapelle, tornata a Milano dopo molti anni e al tradizionale appuntamento autunnale con 'On Stage', il progetto nato con l’obiettivo di far dialogare le eccellenze della produzione tessile europea con i migliori stilisti emergenti della scena internazionale.

La filiera tessile è oggi composta da oltre 50.000 aziende, soprattutto piccole e piccolissime, che rappresentano però un inimitabile patrimonio di creatività. In 5 anni la crisi ne ha espulse oltre 10.000 dal mercato, ma la filiera è stata difesa anche grazie al contributo di Milano Unica, vero punto di riferimenti del comparto tessile. Oltre alle sinergie, anche i dati economici del comparto, all’interno del quale è necessario contestualizzare ogni attività, offrono segnali di incoraggiamento, pur nell’incertezza che caratterizza l’andamento complessivo dell’economia internazionale.

Nel primo semestre del 2014, secondo quanto diffuso da ISTAT, la tessitura italiana ha evidenziato, complessivamente, un incremento della produzione pari al +7,6% (esclusi i tessuti a maglia), facendo molto meglio dell’industria tessile a monte nel suo complesso, che mostra un aumento pari al +4,8%. Un cambio di passo manifestatosi già a partire dal secondo trimestre del 2013, confermatosi anche nel due primi trimestri del 2014, che presentano una dinamica positiva sia nel periodo gennaio-marzo sia nell’aprile-giugno, in grado rispettivamente di registrare un +9% e un +6,2%.

Analizzando il commercio con l’estero (i cui dati, al momento della redazione della Nota realizzata dal Centro Studi SMI, sono relativi al periodo gennaio-aprile 2014) si registrano dinamiche altrettanto favorevoli. In particolare, nei primi quattro mesi del 2014, l’export di tessuti italiani risulta in crescita del +4,2%, mentre l’import, tornato positivo già nel 2013, irrobustisce l’incremento al +7,5% nel periodo in esame. Un dato quest’ultimo che potrebbe anche segnalare una qualche ripresa della domanda interna.

A fronte dei sopra citati risultati, nel periodo gennaio-aprile 2014 il saldo commerciale della tessitura italiana raggiunge i 577 milioni di euro, in lieve miglioramento dunque rispetto al dato del corrispondente periodo del 2013.

Guardando alle diverse merceologie, si rileva una crescita a due cifre per l’export dei tessuti a maglia (+14,8%); nel caso dei tessuti in lana, si riscontra un aumento del +4,1% per i pettinati e del +3,2% per i cardati. Mentre l’export dei tessuti linieri assiste ad una variazione positiva del +6,1%, risultano, invece, ancora in calo le vendite estere dei tessuti di cotone, che flettono del -2,7%, come i tessuti in pura seta che cedono il -2,2%.

Analizzando i flussi di export sotto il profilo geografico, da gennaio ad aprile 2014 le vendite di tessuti destinati alla UE28 mostrano un ritorno alla crescita nella misura del +8,2%, mentre le aree extra-UE non vanno oltre un -0,5%, con di fatto la sola eccezione positiva degli USA (+14,9%), mentre soffrono Cina (-10,2%), Hong Kong (-7%) e Turchia (-8,1%). La UE28 pesa per il 55,3% sul totale delle esportazioni e continua ad essere il nostro mercato più importante. In Europa mostrano un risultato insoddisfacente solo la Germania (pur confermandosi primo mercato di sbocco dei tessuti italiani) che frena dello -0,6% e la Francia, terzo sbocco, che perde il -4%.

Guardando ai mercati esteri di approvvigionamento dei tessuti, nei primi quattro mesi del 2014 la Cina conferma il proprio primato come fornitore delle aziende italiane con un’incidenza del 26,3% sull’import totale di tessuti, risultando in crescita del +7,7%. La Turchia, secondo partner, presenta una dinamica pari al +12,8%, mentre il Pakistan, salito al terzo posto, mostra un incremento del +16,8%. Un aumento davvero preoccupante, frutto della sciagurata decisione dell’Europa di azzerargli i dazi di ingresso.

La filiera del tessile è risaputo, sia nella letteratura economica, sia nell’esperienza pratica, ha avuto, quasi sempre, una funzione anticipatoria nell’inversione del ciclo economico.

Il Centro Studi di Sistema Moda Italia prevede un andamento positivo anche per la seconda parte dell’anno. Avendo alle spalle la tenuta e anche la crescita delle esportazioni in presenza di un euro forte (e anche molto forte), che ne penalizzava la competitività, adesso con un euro un po’ meno forte, il settore può provare un certo ottimismo, sostenuto non solo dalla volontà, ma anche dalla ragione che vien fornita dai numeri.

Silvio Albini, Presidente di Milano Unica ha commentato: “A livello internazionale si assiste a una crescente attenzione nei confronti della qualità intrinseca dei tessuti italiani. Lo dimostrano recenti importanti acquisizioni e anche nuove modelli di business che si stanno affermando a livello internazionale nell’abbigliamento e che hanno il tessuto Made in Italy come elemento caratterizzante e distintivo. L’Europa e l’Italia, sia perché dotate di normative particolarmente stringenti finalizzate alla difesa della qualità dell’ambiente e dei prodotti, sia perché all’avanguardia nell’adozione di innovativi processi produttivi, hanno in questo campo un indubbio vantaggio competitivo che deve essere difeso e valorizzato, a partire dalle Istituzioni europee. Nel nostro settore ci sono aziende che non solo sono sopravvissute, ma che hanno grande successo nel mondo e sono punti di riferimento a cui tutti guardano”.

“Che insegnamenti ci danno? – si è domandato il Presidente - Innovazione in primo luogo: potrei elaborare molto su questo, ma in trent'anni anni che lavoro in questo settore, non ho mai visto come ora tanta voglia di innovazione sul prodotto, sul servizio, sugli stessi modelli di business da parte dei nostri clienti. Dimensioni più grandi: per avere quella massa critica necessaria per potere investire in tecnologia, sul prodotto, sulla qualità, sul miglioramento del servizio, sui tempi di consegna, sull’affidabilità. Integrazione verticale: a monte fino alla materia prima, per garantire qualità e tracciabilità, e a valle fino al presidio diretto delle filiali commerciali. A questo proposito io penso che oggi fra i migliori investimenti che possiamo fare ci sono quelli in nuove figure commerciali che, oltre alla conoscenza delle lingue e ai contatti con i buyer, abbiano la capacità di analizzare l'evoluzione dei modelli di business delle aziende clienti, di fare squadra con il prodotto, il marketing e la comunicazione e di leggere l'evoluzione della domanda del consumatore finale per essere propositivi e non solo reattivi nella relazione con il cliente. Politica di brand: per rendere, per così dire, l'invisibile visibile e sfuggire ad una competizione solo di prezzo, privilegiando quegli strumenti che permettono al consumatore finale di scegliere i nostri tessuti al momento dell'acquisto. Sostenibilità: oggi si parla delle 3 P (Profit, People, Place), un circolo virtuoso tra profitto, rispetto del pianeta e centralità della persona. L'etica nell'estetica. E' una richiesta sempre più forte del consumatore, che non vuole essere solo destinatario passivo di un prodotto, ma chiede, a volte esige, di condividere l'orientamento dell' impresa. Penso che dobbiamo esserne felici, perché ciò rappresenta una grande capacità di recupero di vantaggio competitivo per il vero Made in Italy. Infine forse più importante di tutto, la Centralità delle Persone: per governare un mondo così complesso, dinamico e competitivo, servono infatti competenze molto più variegate rispetto al passato”.

I prossimi appuntamenti di Milano Unica saranno il 20–23 ottobre a Shanghai e il 4-6 febbraio 2015 a Milano. “Ricordiamo, a quest’ultimo proposito, che Milano Unica e Munich Fabric Start, anche in questo caso in un clima di sinergia e collaborazione, hanno concordato congiuntamente le date per evitare disagi. La sovrapposizione sarà di un solo giorno, il 4 febbraio ultimo giorno di manifestazione per MFS e primo giorno di fiera per MU”, conclude Massimo Mosiello.

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