Ansa
28 nov 2013
Si presenta alla stampa il nuovo AD di Camera della Moda
Ansa
28 nov 2013
Serata di presentazioni alla stampa, con cocktail in uno degli alberghi più blasé di Milano, per Jane Reeve, nuovo amministratore delegato della Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI). Nuova è lei per il settore moda (viene dalla pubblicità, era CEO di J.W. Thompson Italia) nuovo è il ruolo che finora non era mai esistito nella CNMI.
I vertici della Camera, rinnovati con un vicepresidente (Patrizio Bertelli di Prada) e un comitato strategico dove siedono, oltre al presidente Mario Boselli, Gildo Zegna, Angela Missoni, Renzo Rosso, Stefano Sassi di Valentino, Giovanna Ferragamo, aveva voluto dare questa svolta manageriale alla associazione che riunisce aziende a stilisti (è appena entrato anche Giorgio Armani, finalmente). C'erano state polemiche per il fatto che la signora Reeve è inglese, anche se sposata con un italiano, madre di due figli e da più di un ventennio residente in Italia. Oggi Jane Reeve, che s'insedierà il primo gennaio prossimo, ha voluto chiarire il suo rapporto con l'Italia: "Io volentieri ho scelto di vivere qui, lo dico perché continuo a credere in questo Paese e ne sono felice".
Si è detta "felice dell'opportunità di questo ruolo che mi è stato offerto e che recepisco con orgoglio, come un onore, non lo sento come un peso, ma come una responsabilità e non vedo l'ora di iniziare". Dovendo definirsi con una parola, la signora sceglie quella di "manager, orientata al business", che vuol dire "lavorare su obiettivi e strategie in modo veloce che non significa lavorare male, tutto cambia e bisogna stare al passo".
Gonna arricciata in pelle e giacchina di pizzo, disinvolta in mezzo alla stampa, Jane Reeve ha solo mostrato un po' di titubanza quando le è stato chiesto se Milano per lei è l'indiscussa capitale della moda: "La moda è l'Italia, Milano è una delle città importanti", ha risposto un po' spiazzata, mentre un assistente è subito intervenuto precisando che la signora parlerà da gennaio. Intanto avrà sicuramente modo di capire che l'Italia è divisa e complicata anche nella moda.
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