Entrano in prigione trattenuti da camicie di forza e trascinati da aitanti secondini e ne escono ripuliti come dei bravi ragazzi i modelli che sfilano sulla passerella di Dsquared, nel quarto e ultimo giorno di Milano Moda Uomo.

"C'è bisogno di disciplina", scherzano gli stilisti Dean e Dan Caten nel backstage, ma l'idea dell'istituto di pena non convince il pubblico, che applaude a stento. Bella, comunque, la collezione, con i giubbini trapuntati in arancio fluo, il colore delle divise correzionali americane, sul pantalone nero corto portato con l'anfibio, il jeans a vita bassa come si usa in prigione, il blazer profilato in denim, che ritorna nelle maniche del cappotto classico, la camicia sempre di tela denim con le cinghie di pelle stile contenitivo.

Fin qui il cattivo ragazzo, ma quando si aprono le porte del carcere è il momento del giubbino in cashmere cammello, del cappotto in pelle bianca, del biker matelasse', della felpa con il pantalone sartoriale, del trench da sera in lana e seta bordeaux.