ShowroomPrivé rivede le proprie ambizioni al ribasso per il 2019
Profit Warning sui risultati di ShowroomPrivé. Il gruppo francese ha annunciato nella serata del 26 giugno che quest’anno non sarà in grado di raggiungere il livello di redditività indicato nel suo piano “Performance 2018-2020”. La società anciticpa infatti un Ebitda negativo compreso tra -12 e -15 milioni di euro nel primo semestre, pur mostrandosi comunque fiducioso per il secondo, tradizionalmente il suo periodo di vendita più attivo.
Il management spiega la revisione degli obiettivi con “uno sfasamento nella performance economica semestrale rispetto al programma triennale”. Il sito ha effettivamente vissuto un semestre di fiacca stagnazione, in linea con un primo trimestre segnato da un calo del 2,3% del fatturato netto. E il driver di crescita previsto da SRP Media non si è concretizzato, per mancanza “di campagne pubblicitarie di rilievo”. L’implementazione del dropshipping (delega della spedizione a un distributore) e alcuni malfunzionamenti nella gestione dei resi avrebbero poi contribuito a generare tale situazione.
Una situazione che non metterebbe però in discussione gli assi strategici del piano “Performance 2018-2020”, indica l’azienda, che il 27 giugno ha tenuto la sua assemblea generale. Showroomprivé mantiene invariato l’obiettivo di diventare nuovamente redditizio nella seconda metà dell’esercizio, scommettendo su una ripresa che si baserà sul forte engagement della propria base di 9 milioni di acquirenti, ma anche su scorte riequilibrate nella loro portata e costi logistici controllati. I risultati definitivi del primo semestre saranno pubblicati il prossimo 25 luglio.
L’azienda transalpina lo scorso anno era riuscita a ridurre leggermente le perdite, scese a 4,4 milioni di euro, contro i 5,2 milioni di un anno prima. Il fatturato era invece progredito del 2,6%, a 672,2 milioni di euro. Specialista delle vendite-evento temporanee e posizionato soprattutto nel segmento della moda femminile, ShowroomPrivé genera ormai l’85% del traffico e il 68% del fatturato tramite i dispositivi di telefonia mobile. L'azienda è entrata in Borsa nell'ottobre del 2015.
Il valore del suo titolo azionario, già in sofferenza, è crollato nelle contrattazioni del 27 giugno dopo questo avvertimento sui risultati, cedendo quasi il 33% del proprio valore, a 1,14 euro per azione.
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