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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
9 mar 2023
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ShowroomPrivé cala rispetto al 2021, ma fa comunque meglio del pre-Covid

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
9 mar 2023

Dopo aver raddoppiato i propri utili nel 2021 in piena crisi sanitaria, ShowroomPrivé ha presentato l'8 marzo un bilancio finanziario molto più contrastante per il 2022. Pur avendo previsto la carenza di scorte presso i marchi partner e l'aumento dei costi di trasporto, l'azienda ha visto arrivare l'inflazione a disturbare la domanda. E se il secondo semestre ha mostrato un previsto rimbalzo, è stato comunque inferiore alle aspettative.

Collezione IRL - ShowroomPrivé


Il gruppo ha visto il proprio volume d'affari tornare a 939,6 milioni di euro. Un calo del 6% rispetto a un anno prima, ma un aumento del 9,6% rispetto ai livelli pre-crisi.

Allo stesso modo, sebbene i ricavi siano diminuiti del 9,2% in un anno, a 657,4 milioni di euro, essi sono comunque cresciuti del 6,8% in tre anni. Quanto al margine lordo, pari a 244,7 milioni di euro, è in calo del 15,1% anno su anno, ma in crescita del 30,5% rispetto al 2019. E se il risultato netto scende a 300.000 euro contro i 27,3 milioni di un anno prima, va ricordato che è stato passivo per 70,5 milioni di euro prima della crisi.

Nel dettaglio, l'attività online in Francia, che rappresenta la stragrande maggioranza del fatturato (532,3 milioni di euro), è in calo del 10,5% anno su anno, ma in crescita del 5,6% rispetto a tre anni fa. Tuttavia, l'attività Internet internazionale non segue la stessa logica, con 117,5 milioni di euro, in contrazione del 2,7% su base annua e del 18,7% rispetto al 2019. Fatto che non impedisce all'estero di pesare ora per il 18% sull'attività. Il resto del business, vale a dire resi Internet e la vendita fisica di rimanenze di magazzino nel wholesale, è rimasto stabile a 7,5 milioni di euro.

“Il debutto di riuscito di The Bradery, la crescita del nostro marketplace e il successo delle nostre nuove offerte di servizi dimostrano i punti di forza di cui disponiamo per tornare molto rapidamente a una crescita dinamica e redditizia”, ​​ha affermato il CEO David Dayan. “Inoltre, non c'è dubbio che la nostra solida base finanziaria sia un grande vantaggio per l'implementazione dei progetti che abbiamo nel periodo attuale”.

Collezione IRL - ShowroomPrivé


Uno dei grandi interrogativi del 2022 erano le scorte disponibili. I brand avevano infatti regolato gli ordini piazzati nel 2021, stretti tra il timore di ulteriori chiusure di negozi fisici, i problemi produttivi in ​​alcuni Paesi fornitori, e i ritardi indotti da una crisi del trasporto marittimo ancora palpabile. Con, sullo sfondo, la volontà di limitare il più possibile il rischio di prodotti invenduti.

Una situazione di fronte alla quale ShowroomPrivé aveva concentrato gli sforzi per mantenere robusti i propri livelli di stock. La prima metà dell'anno ha visto una messa in sicurezza delle scorte più costosa del solito, prima di puntare su un'accelerazione della rotazione delle scorte stesse nel secondo semestre dell'anno. Il tutto seguendo una “strategia proattiva”, rifiutandosi di aumentare i prezzi di vendita, con i prezzi attraenti sui grandi marchi che rimangono la principale porta d'accesso all'offerta.

Oltre a guardare ai marchi, ShowroomPrivé deve anche adattarsi agli effetti dell'inflazione sui consumatori. Il carrello medio è aumentato del 7% lo scorso anno, a 51,5 euro, mentre il numero di ordini annuali per acquirente si è contratto dell'8,4%, a 3,9 acquisti.

In totale, nell'ultimo esercizio 3 milioni di iscritti hanno comprato almeno una volta nel corso dell'anno, contro i 3,3 del 2021 e i 3,2 del 2019. L'inflazione ha colpito anche gli “acquirenti fedeli” (che hanno acquistato almeno una volta nel 2022 e una volta nel 2021). Sono stati 2,3 milioni di loro ad ordinare nel 2022, contro i 2,5 del 2021 e i 2,4 del 2019.

“Sebbene il deterioramento della situazione economica nel 2022 abbia interrotto la nostra traiettoria di crescita, ci ha comunque consentito di riaffermare la solidità del nostro profilo finanziario”, osserva François de Castelnau, vicedirettore generale e direttore finanziario. “Sulla base del lavoro svolto per mantenere un rigoroso controllo dei nostri costi e lo sviluppo di servizi ad alto valore aggiunto, i nostri team sono riusciti a mantenere una redditività soddisfacente nonostante un secondo semestre in cui la situazione economica non è migliorata così rapidamente come previsto”.

ShowroomPrivé


ShowroomPrivé si basa su una tabella di marcia ACE, ovvero “Adattare, Consolidare ed Estendere”. L'aspetto “adattamento” comporta in particolare la proposta di un concept più premium per attrarre nuovi marchi, il rafforzamento dell'offerta permanente attraverso il marketplace o lo sviluppo del posizionamento CSR (responsabilità sociale d'impresa). Sul versante del “consolidamento” si tratta, tra l'altro, di “convertire” la base di acquirenti abituali e ad alto potenziale.

Per quanto riguarda la “estensione” e la diversificazione, la roadmap di ShowroomPrivé si basa in particolare sullo sviluppo del business dei viaggi e dei servizi offerti ai brand, senza dimenticare l'accelerazione di BeautéPrivé e The Bradery. Il gruppo punta anche a guadagnare quote di mercato in Spagna, Italia, Belgio e Portogallo. In più ha l'ambizione di “creare finalmente un universo permanente all'interno del marketplace che riunisca marchi premium”.

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