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4 apr 2012
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Sguardi sulla Cina: "La vera questione qui resta quella della distribuzione"

Pubblicato il
4 apr 2012

Di passaggio a Pechino, Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, esprime la sua analisi del mercato e dei saloni cinesi.


Raffaello Napoleone

FashionMag.Com: Si festeggiano i primi 20 anni dello Chic. Qual è la sua impressione?
Raffaello Napoleone: Si tratta di un grande appuntamento cinese con una presenza internazionale. E' la terza stagione di seguito che lo visito (con Chic Young Blood, il salone di moda giovane lanciato a settembre 2011, ndr). La vera questione qui resta quella della distribuzione in Cina. Quest'ultima, per quanto riguarda i marchi occidentali, è concentrata ancora sulla rete di negozi monomarca e su alcuni department store. Esistono alcuni multimarca che conosciamo, perché vanno a Firenze. E poi allo stesso livello dei consumatori cinesi, il brand è una garanzia in termini di stile e qualità.

FM: Ma allora un salone ha senso oggi a Pechino?
RN: In Cina ci si deve andare. Ma bisogna lavorare bene sulla rete prima di partecipare al salone. Quanti buyer professionisti per questo motivo allo Chic? E ancora, a mio parere, è un grande mercato della shopping bag che bisogna far evolvere, è una cosa che si può fare in fretta e ha del potenziale. Prendete Intertextile, è chiaro che la sua professionalità è più elevata. Si tratta di industria. Da molto tempo fra l'altro i cinesi ricevono i tessuti dai loro committenti europei o americani. L'esperienza in qualche modo è già acquisita.

FM: Per lei, l'avvento di una distribuzione di medio-alta gamma multimarca si fa sentire?
RN: Sì. Questa può andar forte. La creatività europea, in compenso, deve avere una presentazione più qualitativa, però occorre esista un sistema di distribuzione più evoluto. Al Pitti Uomo, accogliamo più di 500 buyer cinesi, alcuni dettaglianti e dei gruppi che svolgono anche un'attività retail. Il cambiamento della distribuzione è per me inevitabile. Nel sistema umano degli affari, da quando esiste una possibilità di guadagnare dei soldi, un manager tenta di sfruttare la sua chance. Successivamente, deve svilupparsi ed evolvere la cultura consumistica. Oggi, il consumatore cerca anche dei brand. In pochi anni, sceglierà per esempio degli accessori o delle borse comprendendo il valore dei materiali usati e del design.

FM: Ancora nessun progetto per il Pitti in Cina?
RN: Per il momento, noi preferiamo accogliere ottimi buyer a Firenze.

Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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