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6 lug 2009
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Sfilate parigine: Dior apre le danze

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Ansa
Pubblicato il
6 lug 2009

PARIGI, 6 LUG - Primo giorno di haute couture a Parigi: da Christian Dior c'é tutta l'eccitazione indaffarata di un atelier d'altri tempi, quell'atmosfera febbrile che coinvolgeva sempre la maison quando stava per cominciare il defilé (che non si chiamava 'sfilata', perché la lingua ufficiale della moda era il francese). La grande couture firmata dall'effervescente John Galliano è pronta per rivelarsi al pubblico.

Dior
Christian Dior - autunno-inverno 2010

In sala risuonano le risate nervose delle mannequins mentre ci si immagina i gesti esperti delle habilleuses che le vestono: rivive, con abile regia, un piccolo mondo ormai sostituito dal gigantismo dei moderni fashion-show dove nel back-stage si muovono designer e stylist (l'inglese ha sostituito il francese) in attesa che il regista dia il segnale al tecnico delle luci e a quello dei suoni. L'invito della maison di Avenue Montaigne è di dimenticare tutto questo immergendosi in un piccolo spettacolo intitolato "febbre da camerino": le indossatrici (così si traduceva il termine mannequin quando ancora non erano comparse le top model) non hanno finito di vestirsi, qualcuno le ha spinte in scena anzitempo e loro sfilano ancheggiando, con la mano sul fianco, con tanto di cappello, ma in giacca e sottoveste, gonna e reggiseno.

Fucsia, viola, giallo, arancio, rosa carne: questa alta moda non teme i colori e usa il nero solo per velare di organza le giacchine 'bar' (il corto modello avvitatissimo che fu lanciato da Monsieur Dior). Questa haute couture non vuole i pantaloni: solo gonne oggi da Dior, ricamatisime e lavoratissime, rigonfie di drappeggi incrociati e poi strette al ginocchio, stratificate di tulle come dolci millefoglie, ondeggianti di cannoni 'godet' e più sexy che mai. Adesso per le sfilate si cercano 'location' grandi e sempre più scenografiche, capaci di riunire anche duemila persone: cinquant'anni fa le passerelle si svolgevano sinuose tra le sale delle case di moda mentre sulle seggioline (in genere le 'chiavarine' dorate) ogni invitato trovava il suo nome sul cartellino legato con un nastro di seta.

Dior
Christian Dior - autunno-inverno 2010

E Dior, che con Galliano è stato tra i primi a ingigantire i meccanismi della moda (indimenticabile una passerella chilometrica a Versailles) oggi torna alle origini: forse è la crisi che spinge a ridurre lo show con relativi costi, ma dato che la moda non può permettersi di mostrare queste volgarità da bilancio, ecco l'escamotage di riportare la sfilata nella sede della maison riducendo gli invitati (da 800 della scorsa stagione a 200) ed esaltandone la fantasia con guepiere, corsetti e reggicalze, portati estrosamente su tailleur costosissimi (le cifre di questa moda hanno quattro e anche cinque zeri) e magistrali abiti da sera.

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