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Ansa
Pubblicato il
13 gen 2013
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Sfilata Missoni in silenzio e rispetto

Di
Ansa
Pubblicato il
13 gen 2013

Tutto come se niente fosse, apparentemente: perfino la musica accoglie i 600 ospiti della sfilata Missoni, riservata - stavolta - soltanto a stampa e compratori. Intorno alla passerella nessuno che non sia strettamente addetto ai lavori della moda. Manca l'ampia famiglia Missoni, ed è la cosa che più colpisce, perché la famiglia qui non è mai mancata, unita sempre, solidale, dai nonni fondatori fino ai tanti nipoti. C'é Angela però, sorella di Vittorio e stilista della casa, ma è rimasta nel back stage a lavorare e ha preavvertito di voler essere lasciata sola con i suoi collaboratori.

'Normalita'' per andare avanti, tanti jeans

C'e molto rispetto, nessuno tenta di entrare dove non si può, tutti capiscono, del resto non è difficile. Lo staff e l'ufficio stampa all'ingresso mostrano, con uno stentato sorriso di saluto, che questa comunque non è una sfilata normale, anche se c'é un grande sforzo per non trasformarlo in un momento di lutto. Perché lutto non c'é, almeno non ancora. Tutta la famiglia rifiuta questa idea terribile e anche il comunicato di Angela parla di una ostinata ricerca che continua, che non si ferma, in quel lontano triangolo di Oceano Atlantico. Questa doveva essere la sfilata dei 60 anni della casa Missoni, anzi lo è, perché perfino la cartella stampa, che non é stata modificata, ricorda che è l'anno dell'anniversario. Questa normalità un po' sconcerta: la passerella è di sabbia, disegnata come le maglie colorate che hanno reso famoso lo stile Missoni, sui sedili per ogni posto c'e la cartelletta stampa fermata da un nastrino con un piccolo portachiavi, un geco fatto di perline. Un sussulto, inevitabile: troppi rimandi e coincidenze, difficile non pensare alla sabbia delle isole di los Roques, e quell'animaletto portafortuna non si sa come interpretarlo.

Il foglio che spiega l'ispirazione della collezione rinnova lo sconcerto quando parla del "blu scuro e dell'acquamarina che evocano l'Oceano Pacifico che si infrange contro la costa nordoccidentale". Certo la geografia è un'altra ma il pensiero finisce comunque laggiù. Ci si guarda e non si parla, tutto sembra inopportuno. Difficile parlare della collezione ma bisogna farlo per non vanificare tutto questo sforzo di normalità che sarà costato una pena enorme ai Missoni e ad Angela soprattutto, che sta vivendo il più tremendo momento della sua carriera di stilista. La collezione é bella e non lo si dice per simpatia.

Ci sono tanti jeans, in velluto o cotone, più del solito. Le maglie sono diverse dalle più note fantasie della griffe, sembrano create dai nativi americani, sono più rustiche, parlano di deserti e rocce, ma anche di alaska e di ghiacciai. Grigio ardesia e blu scuro, ma tanto color sabbia, un'aria e un sapore naturale che mescola cammello e seta e cashmere. Finisce la sfilata scatta l'applauso, il pubblico si alza in piedi, forse spera che Angela esca per dimostrarle solidarietà e affetto. Ma lei. - ci dicono - se ne è già andata via, come non capirla. Dopo Missoni c'é Prada ed è Miuccia con realismo di donna a spiegare con una frase tante cose: "Sarà schiacciata dal dolore ma ha anche una responsabilità verso l'azienda che deve andare avanti. La sfilata fa parte del lavoro e non del divertimento"

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