Settimana della Moda uomo di Parigi: l’Asia al centro dell’ultima sfilata della stagione, quella di Kenzo
Si fa fatica a pensare di calcolare il budget per i voli di questa stagione per la sfilata di Kenzo, vedendo come la metà del cast degli 80 modelli, tutti asiatici, è stato portato sul set arrivando in aereo dall’Oriente espressamente per partecipare solo a questa sfilata.
Coi suoi riferimenti a due nomi giapponesi iconici – il cantautore e attore Ryuichi Sakamoto e la famosa supermodella Sayoko Yamaguchi, un tempo la musa del fondatore Kenzo Takada – la performance è stata meravigliosa. Si aggiungano poi all'atmosfera animata alcuni temerari che oscillavano su corde elastiche davanti alla facciata del monumentale palazzo di sei piani Lycée Camille Sée, dove lo show era ospitato. E, prorio come questa collezione eclettica e multi-sfaccettata, l’edificio è costruito in una combinazione di calcestruzzo, granito rosa e graniglia di marmo.
Si è trattato anche dell’ultimo défilé della stagione europea lunga 17 giorni e un modo spettacolare per concludere quella che si è rivelata una stagione ottimistica, nella quale tutti i designer si sono dimostrati determinati a spazzare via le tenebre e l’angoscia derivanti da tutti gli attacchi terroristici avvenuti in Europa tra lo scorso anno e questo.
Quindi, gli stilisti Carol Lim e Humberto Leon hanno proposto dei mix esuberanti di righe calcistiche, fiori funky e audaci motivi paisley. Il tutto coadiuvato e sorretto da quello che alla data di oggi è probabilmente il loro miglior lavoro di sartoria per Kenzo – dalle giacche multitasche allungate ai pantaloncini di lana a vita alta – da quando hanno assunto la direzione creativa della casa di moda nel 2011.
“Abbiamo fatto venire appositamente alcune decine dei nostri modelli. Dovevamo farlo. Da Corea, Giappone, Cina, Taipei. Ma ne è valsa la pena”, ha affermato Leon nel post-show.
Per le signore, grandi, laschi pantaloni viola in stile college di Clongowes Wood; dei top-reggiseni con meravigliose grafiche a zig-zag; e top realizzati con tanti tipi di tessuti diversi coperti di frasi come “Future Mayhem”. Un finale appropriato per una stagione in cui la moda ha espresso un nuovo stato d'animo di tolleranza, convivenza e solidarietà tutto all’opposto rispetto a quello mostrato anno fa, se paragonato al dissenso, alla discordia, alla rabbia e allo sciovinismo diffusisi dopo il voto per la Brexit e l’elezione di Trump del 2016.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
Copyright © 2024 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.