Settimana della Moda di New York: Public School e i "Dreamers"
Apparentemente c’è vita dopo LVMH, e nessuno sembra apprezzarlo più di Public School, marchio che ha fatto sfilare una miscela notevolissima di streetstyle, materiali innovativi e tagli coraggiosi in un vicolo malridotto di Chinatown.

L'invito era un sacchetto di plastica rosa da discount, lo stesso materiale utilizzato per delle T-shirt che spuntavano da vestiti più eleganti – tipo una giacca della tuta trasformata in mini-abito da sera. Ma la materia prima principale era un tessuto a quadri molto grafico, il cui aspetto crudo aggiungeva molto all'energia della collezione dandole una spinta in più: lo si trovava su delle mini-canotte, nelle borse a banana e in abiti dalla foggia sportiva. Una collezione innovatrice anche dal punto di vista dei tagli - dei trench in nylon bianco traslucido tagliati come abiti da cocktail, delle felpe trasformate in mini-abiti, con un mix di colori kaki-bianco e un nuovo logo, utilizzato grazie a una partnership con Nike: la famosa silhouette di Michael Jordan che salta al di sopra delle iniziali PSNY.
La coppia di stilisti, Dao-Yi Chow e Maxwell Osborne, ha percorso la passerella di commiato finale al ritmo di scroscianti applausi per tutti gli 80 metri di lunghezza del vicolo malandato. Lo scorso dicembre avevano lasciato Donna Karan, dove condividevano la direzione artistica, dopo che LVMH ha venduto la griffe al gruppo G-III. Oggi sono riusciti a riprendersi con la collezione più audace della loro carriera.
“Ci siamo ispirati ai sacchetti di plastica. Gli oggetti di tutti i giorni vengono abbandonati e spesso trascurati. Così come il contributo degli immigrati è altrettanto trascurato. Della plastica trasparente, della tela a scacchi e delle borse cinesi per la biancheria da lavare. Abbiamo rivisto le funzioni di tanti oggetti per creare questa collezione”, spiega Dao-Yi, che indossa un cappellino da baseball con su scritto ricamato lo slogan “DACA Dreamers”, come omaggio ai giovani immigrati ora minacciati di espulsione dall’amministrazione Trump.
Dietro di lui, Maxwell Osborne indica con orgoglio un negozio nelle vicinanze. “Il logo con Michael Jordan è una collaborazione con Nike e il risultato è questo negozio temporaneo. Che apre subito!”, esclama, indicando una porta in compensato molto danneggiata, dalla quale pendono delle magliette bianche con stampato il messaggio “Canal Arcade” per celebrare la collezione. Già prima dell'inizio della sfilata, più di 200 giovani amanti della moda e fan del marchio aspettavano pazientemente l’apertura dello store.
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