Settimana della Moda di Milano: da Ermenegildo Zegna, Alessandro Sartori rivela il suo giardino segreto
È stato all’insegna di una baldanzosa disinvoltura e fiducia nei propri mezzi lo show di Ermenegildo Zegna, nel quale una serie di giovani modelli ha sfilato in un bellissimo chiostro all’interno della Università di Milano, ricreato come se ci si trovasse un deserto rosso al tramonto.
Storni e rondini sono volati via all’improvviso creando strane forme nel cielo, allarmati dalla dozzina di percussionisti che hanno dato il via alla sfilata, tambureggiando dal piano superiore di una messinscena molto teatrale. La forma delle arcate del chiostro e i toni color ‘mattone polveroso’ del luogo sono stati tra le fonti di ispirazione del direttore artistico di Zegna, Alessandro Sartori.
"Ero uno studente della scuola di design di Milano, non in questa università, ma adoravo venire qui. Era il luogo ideale per disegnare. Tutti i colori e le linee della mia collezione vengono da questo giardino magico. Amo questo posto”, ha confidato lo stilista.
Il risultato è una silhouette piuttosto classica, che esplora nuove proporzioni in modo radicale, attraverso l'uso di tessuti speciali, su dei bomber oversize e dei lunghi cappotti.
“I capi si gonfiano e aumentano di volume quando sono indossati, perché il loro tessuto in lino-cotone-seta è molto leggero, circa 100 grammi per metro. Quando il modello si ferma, il vestito riprende la sua linea. Questa è l’idea principale: una trasformazione grazie al movimento”, ha spiegato Sartori dopo la sfilata.
Défilé che ha rappresentato la misura di quanto Sartori sia riuscito ad imporre il proprio stile a Zegna, casa famosa per produrre raffinati abiti per riunioni d’affari, alla quale è riuscita a far realizzare una collezione totalmente priva di camicie e cravatte. Ma soprattutto, lo stilista italiano ha sviluppato una linea davvero notevole, caratterizzata da piumini leggeri che ondulavano gonfiandosi seguendo i movimenti dei modelli, sia in pelle traforata che in seta a righe. La collezione è attraversata da uno stato d’animo artistico molto bohémien, segnatamente in alcuni cappotti di jeans molto, molto slavati.
Sebbene la sua idea più forte siano state le giacche di pelle, i cappotti e le borse realizzati con un pattern stile marmo incrinato non erano da meno. Sartori ha anche proposto degli splenddi blazer in tessuto bianco molto fluido, dei pantaloni da pigiama in seta schiacciati in vita e delle giacche da chirurgo confezionate in un tessuto tecnico molto crespo. Il mood dello show forniva un’impressione generale di un uomo Zegna nomade e sofisticato, riassumendo bene il senso generale di avventura, apertura e tolleranza della Milano odierna, in un’Italia che sembra finalmente cominciare ad uscire da un periodo di recessione economica durato ben 8 anni.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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