Settimana dell’Alta Moda di Parigi: Maison Margiela Artisanal, mai giudicare un libro dalla copertina
Se c’è uno stilista che ha avuto una settimana positiva, quello è sicuramente John Galliano, che il 5 luglio ha presentato una bellissima collezione di moda iper-decostruita per Maison Margiela Artisanal. La sfilata ha avuto luogo due giorni dopo l’inaugurazione della superba mostra “Christian Dior Couturier du Rêve”, che ha confermato Galliano come il più geniale successore di Monsieur Dior. Il tutto nella stessa settimana in cui Renzo Rosso, a capo della società che controlla Margiela, ha rivelato che gli affari non sono mai andati così bene per il noto brand.
Galliano è stato a volte criticato, talvolta ingiustamente, per essere un designer troppo teatrale per una maison come Margiela, tempio della moda concettuale. Con questa sfilata, invece, è stato totalmente in simbiosi con la tradizione storica di Margiela. Il suo punto di partenza è stato un libro, letteralmente, visto che il creativo nato a Gibilterra ha smontato i tomi di un’enciclopedia storica, cucendoli e assemblandoli per ottenere un allestimento incantevole.
Ha tagliato le maniche, separandole dalle spalle, e abbassato i cappotti fino alla vita; ha giocato con le proporzioni come un architetto un po’ folle, ma sempre in grado di realizzare immagini di grande bellezza. Ha tagliato abiti di chiffon trasparente in piccole bluse che rivelano bustini sportivi; aggiunto motivi tribali africani a una magnifica gonna lunga; sezionato redingote metalliche con cinture in argento da sollevatore di pesi.
Una geniale dimostrazione di leggerezza e arguzia, che con le sue trasparenze vivaci darà certamente il via a un nuovo trend nella moda.
La sfilata ha avuto luogo nel suo atelier, dove dei busti da sarto indossavano trench realizzati con nastri, pezzi di tessuto, tele e dove un manichino del XIX secolo era posizionato su un carretto pre-rivoluzionario. Lo staff dello studio, in giacca bianca, era orgogliosamente in piedi su una scalinata, mentre gli invitati lasciavano impressionati l’atelier.
La sede di Margiela è un vecchio convento di fronte alla chiesa Saint-Joseph-des-Nations, nome appropriato visto che non esiste designer tanto multiculturale quanto Galliano. Le sue azioni e creazioni possono essere estreme, ma il risultato è rassicurante.
La sfilata si è conclusa con un sorprendente cappotto a metà tra un trench e il kimono di un samurai “dandy”, realizzato in una seta dalle sembianze del cartone. “Bellissima!”, ha esclamato Renzo Rosso, in prima fila allo show, riservato a soli 80 ospiti.
Rosso ha rivelato a FashionNetwork.com che Maison Margiela ha messo a segno una crescita a due cifre lo scorso anno, raggiungendo un fatturato di 142 milioni di euro.
“Gli affari non potrebbero andare meglio. Tre quarti del fatturato di Margiela sono realizzati con il ready-to-wear e il resto con gli accessori; di solito succede il contrario. Vediamo quindi davvero un grosso potenziale di crescita con John”, ha dichiarato Rosso.
Versione italiana di Laura Galbiati
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