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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
5 giu 2019
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Sergio Tacchini vuole accelerare all’estero e aumentare la sua visibilità

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
5 giu 2019

Sergio Tacchini mette in mostra ambizioni importanti. Dopo il suo rilancio del 2013 tramite una nuova struttura ed organizzazione, il famoso marchio italiano di abbigliamento sportivo, essenzialmente maschile, che in questi ultimi anni è riuscito a consolidare il proprio modello di business, ora vuole accelerare l’espansione verso nuovi mercati, come gli Stati Uniti e la Russia, rafforzando la sua visibilità attraverso collaborazioni e nuovi progetti.

Due look della collezione Primavera-Estae 2019 - Sergio Tacchini


Fondato nel 1966 dal campione italiano di tennis Sergio Tacchini, il marchio è diventato famoso in tutto il mondo appoggiandosi sull'immagine delle tante superstar di questo sport che ha sponsorizzato, come John McEnroe, Jimmy Connors e Pete Sampras, sviluppandosi con successo. Ma con la crisi dei mercati e la crescente concorrenza che ha dovuto subire da parte dei colossi dello sportswear, l'etichetta ha gradualmente perso terreno e nel 2007 è stata venduta all'imprenditore e finanziere cinese Billy Ngok.
 
Dopo un periodo critico, e dovendo operare in un mercato le cui condizioni erano sempre più difficili, l'uomo, che ancor’oggi possiede il marchio, ha deciso di trasformarlo in “brand company”. Nel 2013, si è associato con altri investitori privati nell’entità Wintex Hong Kong, che controlla Wintex Italia, società creata in Italia lo stesso anno per gestire il marchio Sergio Tacchini e le sue licenze attraverso una formula di affitto di ramo d'azienda.

Con una quindicina di dipendenti Wintex si è insediata a Milano, e della vecchia azienda di Bellinzago Novarese, in Piemonte, ha conservato solamente la parte più sana e redditizia, vale a dire l’ufficio stile con gli archivi, lo sviluppo prodotto e la comunicazione. Via dunque l’area commerciale e la produzione con una buona parte del personale, nonché tutti i negozi, che sono stati chiusi. Oggi Sergio Tacchini sviluppa internamente le collezioni, che poi vende ai suoi 13 partner distributivi attraverso delle licenze. Le linee sono disegnate da uno studio interno guidato dal capo del design Gaetano Simeone, al timone creativo da dicembre 2013.
 
L'offerta è basata su una linea casual sportiva con polo vendute fra i 50 e i 60 euro e tute intorno ai 100 euro, che rappresenta la quota più importante delle vendite. C’è poi una linea sportiva, dedicata al tennis, che viene distribuita attraverso i circoli tennistici e i negozi specializzati, e infine una linea più alla moda e ricercata, battezzata Archivio, che si ispira appunto agli archivi e riproduce anche i modelli originali degli inizi, ovvero quelli che hanno determinato il successo del marchio fino ai giorni di gloria del periodo degli anni ‘80. Nella linea è stata anche recuperata la grafica molto in voga degli anni '90.
 
Per la produzione, è la società che sceglie i fornitori, principalmente localizzati in Asia, Cina e Turchia, prendendo gli ordini per tutti i suoi licenziatari contemporaneamente. Ciò gli consente di giocare sui volumi, ottenendo prezzi migliori. È a carico dei suoi partner pagare e recuperare la merce direttamente dai produttori.
 
A parte il suo sito di e-commerce, che gli serve soprattutto da vetrina, Sergio Tacchini/ Wintex non possiede negozi in proprio e basa la propria attività esclusivamente sulle vendite all’ingrosso, ovvero su una serie limitata di prodotti altamente identificabili e non su un vero total look. Un modello che potrebbe essere cambiato con l’ingresso sul mercato asiatico, e in particolare in Cina, che Sergio Tacchini intende concretizzare entro i prossimi 5 anni. I suoi prodotti sono venduti sia nelle catene di articoli sportivi (Intersport, JD Sport, Tennis Point, Foot Locker) che nei grandi magazzini e nelle boutique top, come Antonia o LuisaViaRoma in Italia.

Un look della linea più ricercata "Archivio" dell'etichetta italiana - Sergio Tacchini


In Francia, per esempio, si può trovare Sergio Tacchini in un corner al Bon Marché con i prodotti di più alta gamma, ma anche presso il Citadium o nelle catene sportive. L’Esagono è un mercato importante per il brand, visto che pesa 6 milioni di euro sul totale delle vendite nel canale wholesale. L’Italia vale 13 milioni di euro.
 
In totale, le vendite all’ingrosso aggregate, vale a dire ciò che i distributori autorizzati vendono al canale wholesale, attraverso circa 1.500 clienti multimarca, sono passate da 35 milioni di euro nel 2014 a 50 milioni nel 2018, con un incremento del 10% rispetto al 2017. In Europa, la crescita è stata del 20%, mentre il brand ha sofferto molto in Sud America a causa della crisi finanziaria in Argentina. Nel 2019, le vendite dovrebbero crescere ancora del 10%, per raggiungere i 55 milioni, con l’obiettivo di raggiungere i 100 milioni nei prossimi 5 anni. Wintex realizza da solo, con le royalty percepite dai suoi licenziatari, un fatturato di 6,5 milioni di euro.
 
“Per approcciare Cina e Corea, stiamo puntando sulla nostra visibilità in Giappone, dove siamo venduti, fra gli altri, da Billy’s e Beams. Si tratta del nostro secondo sbocco di mercato, con il 26% delle vendite totali, dopo l’Europa, nostro primo mercato con una quota del 63%”, indica a FashionNetwork.com la General Manager Patrizia Bolzoni, arrivata in azienda nel 2012 dopo esperienze in Giorgio Armani e Dolce & Gabbana per pilotare il marketing e la comunicazione. Direttore generale dal 2013, la Bolzoni parla per la prima volta con la stampa.
 
“Nel frattempo abbiamo appena siglato un accordo di licenza con GMI USA per entrare nel mercato americano con la stagione Primavera-Estate 2019, mentre prevediamo di entrare sul mercato russo potenzialmente dalla stagione Primavera-Estate 2020. Siamo sul punto di concludere un accordo con United Brands Company (UBC), che è già nostro partner per la distribuzione delle calzature”, prosegue Patrizia Bolzoni. Per le scarpe, il gruppo può contare anche su una licenza con Tamurakoma per il Giappone e Latin Shoes in Argentina per l’America del Sud. Inoltre, con UBC, Wintex sta negoziando un accordo per distribuire il marchioo in Israele e negli Emirati Arabi Uniti.
 
Per spingere su questi nuovi mercati, Sergio Tacchini deve guadagnare visibilità e popolarità e porre l’accento sull’abbigliamento, che veicola meglio la sua immagine. Questa categoria rappresenta il 49% delle vendite complessive del brand e ha registrato un incremento del 30% nel 2018, superando per la prima volta il milione di pezzi venduti, mentre il resto si divide fra calzature e accessori. “Siamo molto focalizzati sull’abbigliamento, con più ricerca, più contenuti e maggiore visibilità sulle reti sociali. Rispetto ai grandi marchi come Fila o Lacoste, siamo più piccoli, e non possiamo fare dei piani d’investimento colossali”, sostiene la direttrice generale.
 
“Ma Sergio Tacchini genera incredibili passioni che ci hanno permesso di realizzare delle collaborazioni nel campo della moda con lo stilista russo Gosha Rubchinskiy, con Andrea Crews, Band of Outsiders o con il marchio Les Hommes. Queste partnership ci portano vera e propria visibilità, che ci rende più attraenti all’estero, generando un entusiasmo che si ripercuote sui nostri prodotti più sportivi”, sottolinea.

Patrizia Bolzoni dirige dal 2013 il marchio di sportswear - Sergio Tacchini


Il marchio svedese di orologi Triwa ha per esempio deciso di collaborare con il marchio italiano al lancio di un segnatempo speciale in novembre, mentre le capsule realizzate con l’etichetta francese Still Good e il brand californiano Stampd dovrebbero presto arrivare sugli scaffali.
 
Altro grande progetto è il lancio di una linea di occhiali, che sarà svelata il prossimo settembre al salone francese Silmo. L’accordo, annunciato all’inizio (nel 2017) con la società GEM Lunetterie, è stato ridefinito all’inizio del 2019 con Mondottica, che ha comprato il produttore francese di occhialeria cambiandone il nome in GEM Optics.
 
Di recente, Sergio Tacchini ha anche siglato un altro accordo con Hot Pink, suo partner in Portogallo e Spagna, per produrre e distribuire su licenza delle racchette da paddle tennis. Da poco tempo Tacchini ha cambiato il licenziatario per la linea bambino, lasciando l’azienda francese Sun City per firmare con l’italiana Marbel. Per il resto, il marchio ha lanciato già da qualche anno la biancheria intima con Igam, società pugliese specializzata nella produzione di intimo, ha affidato calze e polsini all’italiana Uniprod, ementre i profumi sono sviluppati da Perfume Holding.
 
“Oggi non vogliamo diversificarci ulteriormente nel prodotto. Il nostro obiettivo è di espanderci nel mondo”, conclude Patrizia Bolzoni.

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