L’Igedo nel 2012 volta una pagina importante della sua storia. Sarà la prima volta in più di 60 anni che non si svolgerà alcun salone di moda alla fiera della metropoli renana. La società organizzatrice di saloni di moda si separa anche dallo stesso nome Cpd e mette in campo un nuovo concept chiamato The Gallery.

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Come abbiamo anticipato l'altroieri, The Gallery organizzerà la sua prima edizione a Berlino in gennaio. Il salone, che sarà collocato al Café Moskau vicino ad Alexanderplatz, sarà dedicato alla moda femminile d'avanguardia, sicuramente molto tedesca, e disporrà di 11.000 metri quadrati di superficie espositiva. In luglio scomparirà il Cpd a Düsseldorf per lasciare spazio a The Gallery Düsseldorf. Fine della fiera espositiva, del nome storico e degli anni di conflitto con gli showroom. Bisogna dire infatti, che i pesi massimi della moda tedesca nel corso delle stagioni hanno progressivamente abbandonato la fiera in favore di vari showroom. Gerry Weber, dopo il complesso del padiglione 29 dedicato all'uomo, inaugurerà alla fine dell'anno il padiglione numero 30 per la moda femminile.

«La parte più difficile è stata quella di negoziare con gli azionisti», conferma una fonte vicina al dossier. In effetti, l’Igedo è posseduto da Messe Düsseldorf, vale a dire un'emanazione delle autorità locali e regionali. The Gallery Düsseldorf si svolgerà dal 21 al 23 luglio prossimi, in una vecchia fabbrica ammodernata. Il Cpd Signatures conoscerà la sua ultima edizione nel febbraio 2012. «Il mercato della moda in questi anni è completamente cambiato. Bisognava reagire! E ciò significava: fornire alla nostra clientela di marchi ben calibrata la possibilità di essere a Berlino presentandosi all'inizio di stagione e di venire ad esporre a Düsseldorf su uno spazio formidabile, godendo di eccellenti condizioni lavorative, con in più i mezzi per estendere, se necessario, la durata al di là dei 3 giorni“, commenta Mirjam Dietz, direttrice generale dell'Igedo. La questione in sospeso resta quella di sapere dove andranno i marchi più tradizionali.

Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)