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Pubblicato il
6 mar 2023
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Schiaparelli, Roseberry e gli 'eterni' codici di Elsa

Di
Ansa
Pubblicato il
6 mar 2023

Schiaparelli debutta nel pret-à-porter parigino, con una collezione per l'Autunno/Inverno 2023/24, in cui Daniel Roseberry, direttore creativo della maison, rende omaggio alla sua fondatrice, rileggendone i codici, i simboli e le tecniche sartoriali.

Schiaparelli FW 23/24


"Di tutte le straordinarie eredità di Elsa Schiaparelli”, spiega lo stilista, “l'unica non ancora replicata, dai brand di oggi come il suo di allora, è il connubio tra arte e moda. Elsa è diventata famosa per la sua sartoria, che non va dimenticata come parte decisiva del suo 'regno', ma il suo debutto come stilista è stato con maglie trompe l'oeil, allora rivoluzionarie. Puro sportswear, erano allora da considerarsi come una decisa pulizia da tutto ciò che era volgare e fluttuante. Una maglieria facile da indossare e da togliere (si può pensare a quei maglioni come ad un abbigliamento athleisure dell'epoca). Il successo di quei pullover è stato il primo dei suoi tanti interventi virali nel corso della sua breve ma influente carriera nella moda. In un certo senso, i tratti distintivi del suo lavoro che oggi chiameremmo codici, come l'icona della serratura, i riferimenti anatomici, i dettagli del nastro di sarta, sono rilevanti eppure fluidi".

"Fa parte dell'universo Schiaparelli”, prosegue, “anche questo genere di eleganza, che non ama esercizi di puro branding. Anche allora la maison era rinomata non solo per i suoi simboli, ma soprattutto perché i suoi abiti non assomigliavano a nient'altro in circolazione. I suoi segni, Elsa li declinava in modo piuttosto presente ma altrettanto sottile". "Una delle sfide del creare abiti in un'epoca di branding dilagante”, aggiunge Roseberry, “in questo caso è onorare i suoi codici e allo stesso tempo non ridurli a loghi".

Schiaparelli FW 23/24


L'attenzione dello stilista si concentra sugli abiti: elementi essenziali di un guardaroba che aiuta una donna a sentirsi più se stessa. In questo senso, di nuovo guardiamo ad Elsa, le cui fantasie più sfarzose erano sempre compensate e sublimate da silhouette semplici e realistiche. Il risultato è uno chic che non nasce da espedienti, ma da qualcosa di autentico e personale. "Questa stagione”, ricorda il couturier, “segna la nostra prima sfilata di prêt-à-porter. Un passo a lungo pianificato e fondamentale nel nostro continuo richiamare e rinnovare il mondo di Elsa. La nostra missione per questa stagione è stata semplice: presentare un intero guardaroba, completo di tutto, dalle camicie bianche in popeline agli abiti corti da cocktail in velluto, infondendo in questi classici l'arguzia, l'irriverenza e la controllata teatralità che contraddistinguono Schiaparelli".

Il nuovo guardaroba rappresenta una sorta di risposta alla clientela globale. La "tranquillità" non funziona per le donne Schiaparelli, sedotte dalla sartoria irriverente, dalla maglieria grafica, dal denim giocoso, dai preziosi capi in pelle, dagli arricchimenti dei trompe l'oeil e dagli ornamenti anatomici in oro. Mix di tessuti maschili e colori neutri. Infine tra gli accessori: oltre all'iconica Face Bag, sfila un nuovo modello di borsa denominato Schiap, come gli amici intimi chiamavano la stilista: una baguette trapunto arricchita da dettagli presi in prestito e deviati dalla celebre fragranza Shocking, presentata da Schiaparelli nel 1937. La nuova Schiap Bagè in pelle imbottita, arricchita dalle linee a metro di misurazione che esaltano il rilievo grafico. La chiusura con l'iconico buco della serratura evoca il mistero. La fodera in pelle rosa shocking, il simbolico lucchetto in ottone martellato rivestito finitura oro 24k. I manici in ottone a catena sono fatti a mano, un anello alla volta.

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