21 dic 2022
Sartoria Trinchese: la terza generazione porta l’alta artigianalità partenopea in tutto il mondo
21 dic 2022
Una storia tipicamente italiana, che affonda le sue radici nell’alta sartorialità partenopea, quella di Sartoria Trinchese, le cui origini risalgono al 1958 con una piccola bottega aperta a Visciano, vicino a Napoli. E ancora oggi, la terza generazione della famiglia fondatrice porta la tradizione artigianale del più vero made in Italy in tutto il mondo.

“All’inizio degli anni ’60 la bottega artigianale è stata aperta da mio zio Gianni. Mio padre, Giovanni, dopo alcuni anni trascorsi in Etiopia dove ha aperto una sua sartoria, è rientrato a Napoli e si è unito allo zio per portare avanti l’impresa di famiglia”. Giovanni Trinchese all’eta di 74 anni gestisce ancora l’antica sartoria con dedizione e grande passione insieme ai suoi tre figli e alla famiglia, racconta a FashionNetwork.com Michele Trinchese, che oggi guida la società insieme ai fratelli Francesco e Valerio.
Ancora oggi, tutti i capi di Sartoria Trinchese sono realizzati completamente a mano, utilizzando tessuti di grande pregio, a partire da quelli di Zegna, Loro Piana e Cerruti. “Oggi produciamo circa 200 capi all’anno. Per fare una giacca ci vogliono 3 o 4 giorni; solo per stirarla impieghiamo dalle 6 alle 8 ore. Lavoriamo direttamente con l’interlocutore finale e abbiamo clienti in diverse parti del mondo, tra cui numerosi personaggi famosi. Un nostro abito parte da 1.800/1.900 euro; una giacca in cashmere dai 3.000 in su”, ci spiega Trinchese, che si definisce “uomo di prodotto”. “Il nostro core business è ancora l’abbigliamento maschile, ma la donna, che oggi rappresenta circa il 7/8% del fatturato, sta crescendo molto, abbiamo tantissime richieste”.
Un’assoluta eccellenza, dunque, che da Napoli si è fatta conoscere sia in Italia che all’estero:“Oltre alla sede di Napoli abbiamo uno showroom in via Montenapoleone, a Milano, e siamo presenti con una nostra sartoria all’interno di uno dei negozi di tessuti più storici di Trento, con cui abbiamo fatto una sorta di fusione. Abbiamo inoltre diversi clienti negli Stati Uniti e per il prossimo futuro, oltre a continuare a crescere in Italia, vorremmo approcciare gli Emirati Arabi, dove vorremmo aprire una nostra “bottega” a Doha, e anche i Paesi africani in via di sviluppo, dove ci sono molte persone abbienti che desiderano un abbigliamento su misura”, prosegue Michele Trinchese.

Sartoria Trinchese realizza oggi circa il 60% delle vendite in Italia (con un 40% concentrato al nord e un 10% in Campania), mentre il secondo mercato sono gli USA, che generano circa il 30/40% del fatturato.
Per il prossimo anno, la società sta preparando un importante ampliamento della propria offerta: “Inseriremo una proposta di calzature fatte a mano, realizzate da un laboratorio artigianale che lavora solo per noi; in base al materiale, i prezzi partiranno da 1.800/1.900 euro”, ci anticipa Trinchese. “Stiamo andando sempre più verso un total look: oltre a pantaloni, giacche e camicie, abbiamo realizzato anche cravatte in velluto e seta abbinate alle giacche”.
Nel frattempo, Sartoria Trinchese ha collaborato con un’altra eccellenza campana, la Pasticceria Guarracino di Battipaglia (SA), per realizzare un panettone artigianale in edizione limitata che celebra la tradizione e l’artigianalità delle due aziende, frutto di un saper fare che si rinnova di generazione in generazione. Il classico dolce natalizio è proposto, oltre che nella versione tradizionale con uvetta e canditi, con ingredienti tipici del territorio: pistacchio, mela annurca, limone, pera e cioccolato, fichi e albicocche.
“L’azienda è solida e realizza un buon fatturato. Oggi siamo in 10 persone, ma l’anno prossimo vorremmo arrivare a 18/20 persone, dando spazio in particolare ai giovani che vogliono intraprendere questo bellissimo mestiere", conclude Michele Trinchese. “La cosa importante è ricordarsi che il lusso non ha tempo, un mio motto: ai nostri livelli, capita che i clienti in viaggio all’estero chiamino a qualsiasi ora e bisogna essere sempre sul pezzo; altrimenti, che lusso sarebbe?”.
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