Ansa
9 apr 2019
Sandro Ferrone celebra 30 anni di attività con capsule arancio
Ansa
9 apr 2019
"La vestaglietta che Sofia Loren indossava nel film La Ciociara nella drammatica scena della violenza, era stata realizzata dalla LCF (Le confezioni di Ferrone), mio padre. Quella vestaglietta, che era stata pagata poche centinaia di lire dal costumista di De Sica, mi ha ispirato tutta la vita. I miei primi abitini da donna erano così: modelli facili, femminili, di jersey stampato a disegni floreali, molto sensuali. Quelli che piacciono tanto anche ad Antonella Clerici, mia grande amica ed estimatrice, che ha indossato tanti miei capi in tv. Se lei dovesse tornare ai fornelli mi ha detto che mi chiamerebbe anche a cucinare. Io sono molto bravo con il pesce. Sono imbattibile. Comunque la 'vestaglietta' mi ha portato fortuna ed è il capo simbolo della mia moda". Parola di Sandro Ferrone, 83 anni, da 20 cavaliere del lavoro, patron del marchio romano partito come centro di abbigliamento all'ingrosso in via Turati, a Roma, fino ad arrivare ad un fatturato 40 milioni di euro nel 2018, attraverso un retail di 110 negozi monomarca in Italia e all'estero e una produzione di circa 1.000 capi l'anno, divisi in due grandi collezioni l'anno, una per la primavera/estate e l'altra per l'autunno/inverno, e flash di 3-4 capi ogni 15 giorni.

"L'azienda di famiglia”, racconta l'imprenditore, “lavorava con i negozianti vendendo all'ingrosso. Eravamo sempre più forti. Così la S.r.l. è stata trasformata in società per azioni. Infine, 30 anni fa, è nato il mio marchio, Sandro Ferrone. Era il 1989 quando ho aperto in via Nazionale la prima boutique con il mio nome. In vetrina c'era una collezione di abiti arancione. Così per celebrare questo trentennale ho voluto riproporre una capsule in quel colore, che non è mandarino, corallo come vuole Pantone. È proprio arancione. Un colore solare, estivo, che io suggerisco alle donne in un momento come questo, in cui tutto sembra andare male. Guardo in giro e vedo solo ragazze e signore vestite di nero, di colori scuri, cupi. Basta. Torniamo a sorridere, la depressione si combatte anche cominciando a colorare il proprio guardaroba".
"Ho deciso io di fare una collezione celebrativa tutta in questo colore in ricordo della mia prima vetrina del 1989, sfidando tutto il mio team di designer. Per carità, sono bravissimi, mia moglie per prima perché è una donna di un'eleganza innata, un gusto raffinatissimo, un grande portamento. Ma quello che decide quali e quanti capi realizzare sono io. Come dicono gli esperti sono 'l'uomo-prodotto'".
La capsule collection arancione è in edizione limitata e si compone di abiti lunghi o sotto al ginocchio realizzati in tessuti plissé o multi velo, tinta unita, stampati con micro pois o in fantasie floreali. Il tailleur ha la giacca avvitata in shantung e i pantaloni a sigaretta.

"Il fatturato 2018 è leggermente diminuito, un 3%”, rivela infine Ferrone, “ma in un momento storico in cui i negozi chiudono o registrano drammatici cali nelle proprie vendite”, aggiunge, “è importante dare un segnale di resistenza a questa economia e a questa città cui siamo profondamente legati. Affrontiamo quotidianamente una battaglia perché il nostro prodotto rappresenti la qualità e l'eccellenza del Made in Italy, non senza difficoltà, in un mondo fatto di grandi catene distributive il nostro brand si distingue per eleganza e unicità e fatto in Italia". "Adoro le donne e amo vestirle sottolineando la loro femminilità e bellezza. Per questo motivo ho sempre scelto personalmente le testimonial delle mie campagne. Dive e splendide donne come Manuela Arcuri, Sabrina Ferilli, Claudia Gerini ed Elena Santarelli, l'ultima delle mie ambasciatrici".
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