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8 gen 2018
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SMI: la moda uomo cresce del 2,1% nel 2017, trainata dall’estero

Pubblicato il
8 gen 2018

In un contesto ancora complesso, segnali positivi arrivano dai risultati della moda uomo italiana nel 2017, almeno secondo i dati previsionali divulgati da SMI. Nel corso dell’anno appena concluso, infatti, il menswear del Bel Paese dovrebbe registrare una crescita pari al 2,1%, sfiorando i 9,2 miliardi di euro di fatturato e arrivando così a rappresentare il 17% del giro d’affari totale del macro settore tessile e moda e il 27,3% dell’abbigliamento.

Il menswear italiano cresce del 2,1% nel 2017 - pittimmagine.com


A supportare la crescita sono soprattutto i risultati ottenuti all’estero, in progressione dal 2010 e arrivato ormai a pesare per il 65% sul fatturato totale; le stime prevedono che le esportazioni continueranno a crescere al ritmo del 3%.

Analizzando le performance dal punto di vista geografico, l’Unione Europea è stata interessata da un incremento del 3,8%, grazie soprattutto alle crescite di Germania (+8%), Regno Unito (+4,7%), Spagna (+3,6%) e Austria (+13,4%). L’export verso le aree extra-UE ha registrato un aumento del +3,6%, nonostante la flessione del -4,3% degli Stati Uniti; per quanto riguarda il Far East, Hong Kong e Cina sono cresciute rispettivamente del +2,7% e del +17,1%, mentre il Giappone è diminuito del -2,1%. Russia e Corea del Sud, infine, sono cresciute entrambe a doppia cifra, del 16,3% la prima e del 17,1% la seconda. 

In merito alle categorie di prodotto, l’export di maglieria ha registrato le performance migliori, con una crescita del +8,5%, seguita dalla confezione (+3,1%). Per quanto riguarda il consumo a livello nazionale, la stagione autunno/inverno 2016-17 ha registrato complessivamente una flessione del 2,8% rispetto alla precedente stagione invernale (che si era chiusa a -1,6%); a perdere terreno in particolare la pelle (-11,3%), la maglieria (-3,3%) e la confezione (-2,6%).

Tra i mercati di approvvigionamento, la Cina cede l’1%, ma continua a mantenersi in testa alla classifica dei supplier, pesando per il 20,5% sul totale della moda uomo importata, seguita dal Bangladesh, che continua a crescere (+10,7%) e rappresenta ormai il 15,5% del totale. In aumento anche Germania (+10,1%) e Paesi Bassi (+6,3%), mentre arretrano Romania (-18,3%), Tunisia (-2,9%), Turchia (-18%), Belgio (-5,9%) e Francia (-0,5%).

Sul fronte della distribuzione, il comparto ha rilevato un significativo trend di crescita per quanto riguarda il canale online, aumentato del 52,9% e arrivato ormai a rappresentare il 7% del totale delle vendite. Indietreggiano catene (-2,2%) e grandi magazzini (-1,6%), che rappresentato rispettivamente il 34,6% e il 10,3% del mercato. Ancora in difficoltà le vendite al dettaglio (28,1% del totale), che perdono il 7,7%.

Segnali positivi arrivano dalle aziende intervistate da SMI, che per l’85,7% confidano per il 2018 in una stabilità delle condizioni favorevoli del 2017, mentre per il 14,3% auspicano addirittura performance migliori; nessun’azienda ha espresso timori riguardo a un peggioramento della situazione.

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