SMCP, in sofferenza a Hong Kong, pubblica il suo primo profit warning
SMCP non raggiungerà il livello di redditività sperato nel 2019. Questo è quanto annunciato il 6 dicembre dal gruppo che comprende i marchi Maje, Sandro, Claudie Pierlot, e adesso De Fursac, dopo la finalizzazione dell’acquisto del marchio di abbigliamento maschile lo scorso settembre. Mentre l’obiettivo di fatturato resta invariato, le previsioni di Ebitda sono diminuite, tanto da scendere tra il 15,5% e il 16%, invece del 16,9% dell’esercizio precedente.
Dal debutto della sua quotazione alla Borsa di Parigi due anni fa, questo è il primo profit warning del gruppo SMCP, posseduto in maggioranza dal colosso cinese Shandong Ruyi, che ha anch’esso fatto notizia in questi giorni per alcuni problemi di liquidità dopo il declassamento del suo rating di credito.
Questa diminuzione dell'Ebitda, e dunque della redditività del gruppo, non comprende gli effetti dell’integrazione della maison De Fursac. Allora quali ne sono le cause? In primo luogo, il gruppo francese ricorda la situazione a Hong Kong, il primo mercato asiatico su cui si è distribuito nel 2011.
Con 28 punti vendita in loco (boutique e corner compresi) dei suoi tre marchi Sandro, Maje e Claudie Pierlot, le vendite dello specialista del lusso accessibile hanno sofferto per le proteste e le manifestazioni che si sono svolte dalla scorsa primavera, facendo ridurre significativamente le presenze nei negozi. SMCP, come molti altri marchi, ha anche dovuto chiudere a più riprese i suoi punti vendita come prevenzione degli scontri a margine di queste mobilitazioni per la difesa della sovranità di Hong Kong.
Di conseguenza, per rimediare ai costi generati dalla situazione di instabilità di quel mercato, il gruppo riferisce di modifiche alla sua rete di negozi, senza specificare se si tratterà di chiusure definitive e per quale politica strategica.
Ma questo non è l'unico fattore di revisione al ribasso del margine dell'Ebitda per il 2019. Il brand Claudie Pierlot ha infatti deluso in questo esercizio, come già annunciato per i primi nove mesi, con difficoltà soprattutto nelle categorie di prodotti più attese in estate, come gli abiti. La crescita delle vendite del marchio ha dunque subito un rallentamento, stimato essere del 4,9% nel secondo trimestre, e del 2,1% nel terzo trimestre.
La causa per cui il rallentamento delle vendite colpisce Claudie Pierlot più degli altri marchi e da ricercare nelle sue radici più francesi ed europee, mentre Sandro e Maje beneficiano di belle prestazioni nei mercati dal forte dinamismo, Cina continentale in testa, dai quali Claudie Pierlot è assente.
Il gruppo precisa comunque di continuare il programma di aperture di negozi per il marchio, propprio nell’intento di lavorare per un suo migliore equilibrio geografico. A fine settembre del 2019, Claudie Pierlot contava 246 punti vendita nel mondo, con undici aperture nei primi nove mesi.
Dopo questo avvertimento sui risultati, il gruppo SMCP vuole rassicurare affermando che le previsioni sul fatturato annuale rimangono invece invariate, con una crescita sempre stimata fra il 9 e l’11% a cambi costanti. Nel 2018, le vendite complessive del gruppo avevano raggiunto gli 1,017 miliardi di euro, con un ritmo di crescita che allora fu del 13%.
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